⁞Il Vermouth Clarés
Claretta, quella volta che dentro un bar, le dissi qualcosa
qui non comincia alla solita ora e tu perché sempre a struggerti
per l’animaccia, son qui per te, toccami dietro un po’
e di più di un po’, un po’ alla volta, che prendi?
Eccomi, ancora una volta, è questo che dal cielo ora scendo
e vengo un’altra volta al bar, e questo le dissi
toccandola ancora hai qualcosa del vermouth
non so se è per la strada che abbiamo fatto
o questo tuo modo di camminare e il pelo del tuo podice
che ha il colore del vermouth[i], il Carpano quello vero,
insomma, con la sua etichetta verde, te la ricordi?
Prendiamo questo, questo tuo vermouth questo
prenderei in questo crepuscolo che sta venendo
ma anche a mezzogiorno se sto venendo qui con te
questo prenderei questo tuo podice Carpano che è
fresco e sapiente e sta sul davanzale questa tua
brocca torinese piena di vermouth, ne abbiamo
fatta di strada e senza conoscere l’indirizzo,
mi piace il passo che hai per venire alla fonte
quella volta questo le dissi: tra il silenzio e il
vermouth, di qua il crepuscolo, di là una barca
lo sai Claire[ii] che hai una soma di natiche alla Carpano?
E lei intanto che si mise a ridere sapendola
senza mutande, girava sempre così, col vestito sulla
pelle del culo, e quelle gambe torinesi, che sotto
i portici sotto quel culo senza mutande, aggiunsi:
non vengo da Gerusalemme, né da un porto di mare,
l’ho visto il mare, ma non me ne parlare, navi non tante,
quel che mi piace di te è questo tuo ritmo tutto salino
che hai che poi si tramuta in vino e con questa pelle
che hai sei tutta vermouth, è questo che prenderei
questo tuo culo di vermouth, Claire, il mondo dondola
e noi vabbé che qui non tira vento non abbiamo chiuso
la porta, dai, Claire, vedrai un giorno che shummulo
al vermouth si potrà fare se ci si abitua al suono dell’acqua
vedrai che ci abitueremo alla sospensione liquida
del vermouth che sta più tesa ed è più morbida
e , vuoi che te lo dica mia Raspanta dei Portici[iii]?, ha dentro
lo zenzero spalmato sulla tua carne, che, sì, è il tergo
di Merleau-Ponty ma per farmi venire fin qua dentro
è il tergo della vermuttiera sabauda che è il ponte
tra la mia animaccia e il pelo biondo del tuo meridiano
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by v.s.gaudio⁞
[i] Non posso pensare che
adesso qui, in questo crepuscolo degli anni 70, è come “Cocomero alla
Kentuckyana” che t’avrei riempito di un quarto di litro di Bourbon, nella
geometrica città della ruota a una Claire così liquida e carnosa(forse saresti
potuto essere un “Cocomero savoiardo” o “torinese”, che è ancor più denso e
liquido, da shummulo) è tutto a mezza tazza che si fa, anche se, nella mousse
di menta piperita al Bourbon, ci avrei messo anche la mia mezza tazza e la sua di
Carpano: mezza tazza di panna intera, mezza tazza di latte, mezza tazza di
Bourbon, mezza tazza di acqua fresca di Sant’Anna, mezzo cucchiaino di menta
piperita, mezza tazza di Carpano per me mezza per Claire, tre chiare d’uovo,
altrimenti che Claretta sarebbe, un quarto di tazza di zucchero granulato, una
mousse-Claire tra Vermouth e Bourbon, la Mousse-Claire al Carpano.
[ii] Che, chiamandola
Claire,stavo già allora dentro i nomi sadiani e al relativo sibaritismo
confezionato da Roland Barthes; ma avvenne che, spesso, al poeta capitò di
chiamarla “Clarés”: dentro c’era “Calés” che, si sa, per i piemontesi è
“puttane”. La “picia” torinese che Ernesto Ferrero, che è torinese, fa derivare
da “pinca”, varietà di cetriolo, rinvia al sinonimo “ganda”, che più volte
sfuggì al poeta cercandola al telefono, ubriaco di vermouth, di quel
vermouth-Claire o Clarés se non Ganda, che liquida l’iniziale del cognome del
poeta e di Claretta. Clarés Ganda, una picia torinese da shummulo al
vermouth-Claire! Ganda, d’altra parte, è connessa a gana, che è la voglia,
l’ardente cupidigia, e la ganzia è il
luogo di gozzoviglie, come, sempre nell’ambito del vermouth, non si dimentichi
che “Gancia” a Torino è la prostituta di strada.La superiorità di passo di
Claretta mobilita nel poeta l’annessione, per il pelo e il podice color
assenzio, alla superiorità del Carpano, se non altro è il protovermouth.
[iii]
Raspanta, a Torino, è la prostituta, l’amante, quella che razzola, in questo
caso la musardine Clarés, che batte i piedi per terra.