E la gabelliera
facendo ritorno a scuola, perché per questo pretese la gabella dal poeta, ogni
gabella è dalla scolarizzazione della società che scaturisce, trasse con sé le
64 sentenze del poeta│1│ per il suo
gaudio, chi vuole ciò che è duro, per questo ha morbido e teso il podice quando
va al mercato a chiedere pomodori molli, non deve lasciarsi sfuggire nessuna
occasione per essere cortese, qualunque possa essere la disposizione prossemica
e qualunque sia l’item cinestesico e della carezza│2│ che il poeta vada
eseguendole.
1. Kkienn, il
creativo opera sublime riuscita, tra forza e solidità è propizio per
perseveranza.
2. Kkunn, il
ricettivo è propizio per la perseveranza d’una cavalla, se il poeta vuole
imprendere una cosa e vuol procedere egli si smarrisce; se invece segue la
gabelliera egli trova guida, la direzione è tra ovest e sud, così volendo
cavalcare la gabelliera sia seguita verso sud-ovest, è la direzione in cui il
duro è tenuto ben stretto a patto che il poeta sia ben eretto al meridiano.
3. Ciunn, la
difficoltà iniziale è che non bisogna imprendere nulla, l’acqua è sopra e il
tuono è sotto, per questo la gabelliera deve piegare le ginocchia sopra le
anche cosicchè il poeta possa pagare la gabella nel profondo dell’acqua.
4. Mong, la
stoltezza giovanile, non la gabelliera ricerca il giovane stolto, è il giovane
stolto che ricera la gabelliera, se mi tocca una prima volta io do responso, se
mi tocca due, tre volte, potrebbe importunare, se il poeta importuna la gabella
è respinta; perciò sta la gabelliera, mentre acquista pomodori, come se fosse
sulla sponda del letto, con il culo il più possibile vicino alla sponda del
poeta che la tocca.
5. Sü, l’attesa,
l’acqua e il cielo, se la gabelliera è verace ha luce e riuscita; propizio è
per il poeta attraversare la grande acqua: la gabelliera è come se si stringesse
con le mani i piedi e senza centro di gravità è dall’alto che arriva
l’alimentazione. Attendere vuol dire anche trattenersi, il poeta è avvisato.
6. Sung, la lite,
il cielo sopra e l’acqua sotto, accorto fermarsi a metà strada, se la
gabelliera va a un certo punto si fermi, condurre a termine l’uscita di scena
reca sciagura.
7. Scï,
l’esercito. All’esercito è d’uopo perseveranza e un poeta forte; la gabelliera
è un esercito, ovvero una massa, che per farsi esercito, ha bisogno
dell’organizzazione, che è quella che si ottiene con le gambe incrociate, lei
solleva le gambe, le incrocia sulle reni del poeta e gioca di culo con il poeta
forte.
8. Pi, la
solidarietà, per sapere se possiedi sublimità, durata e perseveranza, si
consiglia alla gabelliera di scrutare l’oracolo; che non la tiri per le lunghe,
chi viene troppo tardi ha sciagura, quando si darà con questa sentenza, il
movimento sarà lento e incessante, come un mulino a vento, nel buon modo
antico.
9. Siau Cciu, la
forza domatrice piccola, dense nubi e nessuna pioggia nelle contrade
occidentali: è la gabelliera la forza domatrice che si sistema sopra il poeta, è il mondo rovesciato, il
vento sopra e il cielo sotto; il poeta raffina così le forme esteriori del suo
carattere.
10. Lü, il
procedere, sulla coda della tigre, essa non morde il poeta, che come se fosse
sdraiato, e lo sarà poi nei piaceri singolari che la gabelliera inscenerà con
il suo fantasma al meridiano, che gli si sistema sopra a cavalcioni e procede
con la grazia allegra, tenera e chiara della tigre su nel cielo.
11. Ttai, la
pace, il piccolo se ne va, il grande se ne viene, cielo e terra s’incontrano,
la dolce impalata, la gabelliera sabauda in ginocchio, con le anche del poeta
sotto, in modo che stia seduta, lei che fa la terra, sul cielo che è il suo
culo, il meridiano, quello è il luminoso che esercita un’azione vigorosa, e
l’oscuro della gabelliera è cedevole; quando i poeti che sono buoni si trovano
in posizione centrale nella società e tengono in mano il dominio, la
gabelliera, anche i cattivi subiscono la loro influenza e si emendano, intanto
che lei se ne va, lui se ne viene, vi danza sopra, si agita, ruota senza uscire
dal perno, affonda e riaffonda in cadenza, la terra se ne va, il cielo se ne
viene. Il dazio è dato.
12. Pi, il
ristagno, il grande se ne va, il piccolo se ne viene, l’oscuro sta dentro e il
chiaro sta fuori, quando tra cielo e terra non si comunica la gabelliera è in
ginocchio, il culo, quel culo sabaudo, sull’ombelico del poeta, di cui impugna
lo strumento del gaudio e lo mette in funzione, il grande così se ne viene e il
piccolo se ne va, il cielo torna sotto e la terra fotte sopra.
13. Ttung Jenn,
la compagnia fra uomini all’aperto, propizio è attraversare la grande acqua al
mercato, propizia è la perseveranza del nobile poeta. La gabelliera si fa
gabellare, ha il fuoco sotto, e il cielo ha la sua stessa direzione: dopo i
pomodori molli, lei sosta di qua e di là, in mezzo agli uomini all’aperto, poi
sale sulla collina antistante e il poeta non fa che fare la battaglia dei
Gesuiti per tre anni, tra il fuoco e il cielo della gabelliera.
14.Ta Yu, il
possesso grande, il tenero ottiene il posto nel grande mezzo, è l’immagine del
possesso grande, il meridiano del poeta e il medio cielo della gabelliera, la
forza e la chiarezza si uniscono, è un tempo propizio. Quando la gabelliera
penserà al poeta e al meridiano è tempo della 14^ sentenza, è come se lei
facesse il nuoto a rana, sdraiata sul ventre, il poeta l’infilza duro e naviga
a gonfie vele; oppure è come un grande carro da caricare, il fuoco su nel
cielo, che è sotto. E’ la gabella dello shummulo.
15. Kkienn, la
modestia, il nobile poeta porta a termine. Lei si sdraia sul ventre e si mette
sotto il guanciale piegato in due, il poeta non sa se essere la Terra che sta
sopra, e forse è la gabelliera, o il Monte, che è lui: il pieno così si
modifica ed affluisce al modesto: i monti alti vengono asportati dalle acque e
le vallate riempite. E’ la gabella dello shumullar.
16. Ü, il
fervore, il solido trova corrispondenza, e la sua volontà si attua: perciò la
gabelliera è sempre in ginocchio, il culo sui talloni, il poeta onora i meriti
di questa magnifica offerta al Dio supremo evocando la presenza degli avi. Gli
antichi re è con il fervore che facevano musica, perché il tuono erompe sonoro
dalla terra, il tuono è la gabelliera che presto bagnerà la terra del poeta
come Dio comanda.
La Tavola dei 64 esagrammi│→ I King. Astrolabio-Ubaldini, Roma1950 |
17. Sui, il
seguire: per ottenere di essere seguita, la gabelliera sa come adattarsi, così
servendo il poeta si giunge a dominare, soltanto così si ottiene la gioiosa
adesione dei visionatori, che, manco a dirlo, stanno sotto nel segno del
Tuono, che è l’eccitante. Movimento e serenità: il solido viene e si pone sotto
il tenero. La sentenza fantasmata si
commuta nella pecorina, il poeta una mano sulla groppa della gaballiera e la
guida anche con poco dazio. Comunque, da questa gabella nasce il seguire di
Baudrillard e la costituzione dell’oggetto “a” del poeta saggio.
18. Ku, l’emendamento
delle cose guaste, prima del punto iniziale tre giorni, il poeta tre giorni
prima e la gabelliera anche, dopo il punto iniziale tre giorni, il vento soffia
sotto il monte, così il poeta scuote il suo fantasma e così lo muove anche la
gabelliera e entrambi ne rinvigoriscono l’animo.
19. Linn,
l’avvicinamento, il solido penetra e cresce, continuamente per otto mesi, poi
c’è il calo; il solido sta nel mezzo, nel mezzo della gabelliera la terra è
bagnata dal lago: sia il saggio inesauribile nella sua disposizione e la
gabelliera ampia e senza limiti.
20. Kuann, la
contemplazione, il vento sopra e la terra sotto, il lavacro è già avvenuto e
anche lo shummulo e lo shumullar, ma non ancora l’offerta; il poeta fidente
innalzi lo sguardo a lui, il magnifico podice della gabelliera : il vento
soffia sulla terra, è l’immagine della contemplazione, così gli antichi re
visitavano le regioni del mondo, contemplavano il popolo e largivano
insegnamento, il poeta contempli la gabelliera del popolo che così largisce
insegnamento. E’ la gabella della
contemplazione quando la gabelliera sale le scale che la portano a scuola.
21. Shï Ho, il
morso che spezza, così i re consolidavano le leggi per mezzo di pene
chiaramente espresse, l’energico morso che spezza è la pretesa della gabella da
parte della gabelliera; il poeta è imbronciato e la gabelliera, anche se ci
rimette un buon pollice, prende da sé la gabella al poeta voltato di schiena.
22. Ppi,
l’avvenenza, in piccolo è propizio imprendere qualche cosa. La gabelliera procede
nel metter in chiaro lungo il percorso che ai piedi del monte c’è il fuoco; per
questo, avvenenza è ornamento, l’avvenenza di quel vestito col cinturino e gli
occhiali da sole, il tenero viene e foggia il solido, il solido distaccato
ascende e foggia il tenero, formoso, chiaro e quieto, il cielo, la forma del
cielo della gabelliera, così il poeta può indagare il mutamento dei tempi,
quando si contemplano le forme della gabelliera si può foggiare il mondo. La
foggia è l’origine dello shummulo della gabelliera.
23. Po, lo
sgretolamento, non è propizio allontanarsi dal luogo del mercato; dedizione e
arresto sono la conseguenza della contemplazione dell’immagine della
gabelliera. Il poeta bada all’alternarsi di diminuzione e aumento, di pienezza
e vuoto, il passo della gabelliera, questo, è il corso del cielo, il tenero
muta il solido, lei volge la schiena, il poeta di traverso ascende al meridiano
fino al pelo della gabelliera, è padrone allora di concludere il lavoro senza
interruzioni, può fare una sosta nel mezzo del cammino, nel suo mezzo cielo.
Tutto dipende dallo stato in cui si
trova: se è fresco, fa l’enzuvë; se è stanco, si fa shumullare dalla
gabelliera.
24. Fu, il ritorno,
il tempo del volgimento, quando la gabelliera ritorna ventuno giorni dopo in
via Cernaia, il ritorno serve alla conoscenza di se stessi. La gabelliera ha la
stessa foggia della Crocetta, uscita ed entrata impeccabili, sotto i portici,
serpeggiante è la via, è propizio avere ove recarsi, lei scende per andare a
scuola, il poeta riconosce la strada che porta in biblioteca, così gli antichi
re al tempo del solstizio chiudevano i passi, i mercanti e gli stranieri non
viaggiavano, si è lontani dal mercato della Crocetta, ma intanto si attraversa
un altro mercatino rionale, il solido sta crescendo, nel segno il ritorno si
mira il senso di cielo e di terra, è l’intreccio dei due generi. La gabelliera è
ri-venuta; il poeta ri-viene. Il ritorno dell’oggetto “a”.
▬Il
frontespizio dell’ I King
edito da
Astrolabio nel MCML
nella collana “Psiche
e Coscienza”
diretta da Ernst Bernhard ▬
|
25. U Uang ,
l’inaspettato o l’innocenza, il solido viene dall’esterno e inaspettato il
poeta lo incrocia sotto i portici, così diventa il signore dell’interno. Moto e
fortezza, siamo all’interno della Cittadella. Il solido sta nel mezzo, è il
(-φ), e trova corrispondenza, così gli antichi re curavano e alimentavano, con
la gabelliera, il fantasma del visionatore. Nei piaceri singolari della
gabelliera è l’anatra che si mette in ginocchio sul letto, il culo sui
talloni, il poeta, in piedi, dietro di lei, entra per la gabella intera e
lascia fuori solo la borsa.
26. Ta Cciu, la
forza domatrice grande, saldezza e forza, genuinità e verità. Splendore e luce,
giorno per gorno la gabelliera rinnova la sua virtù, ascende ed onora colui che
è degno. Che è in grado di tener quieta la forza, la gabelliera gambe
all’aria, le appoggia sulle spalle del poeta che attraversa la grande acqua .
Il poeta gode del contatto incessante con la forza domatrice grande della
gabelliera.
27. I, gli angoli
della bocca, il poeta cerca egli stesso di riempirsi la bocca, ma la bocca
aperta è quella della gabelliera, la sua stretta meraviglia e il piacere che
prova per la gabella che il poeta le pagherà. Cielo e terra alimentano tutti
gli esseri, la gabelliera alimenta il degno ed arriva così fino all’intero
popolo. L’alimentazione dell’oggetto “a” del poeta e della gabelliera.
28. Ta ko, la
preponderanza del grande, la trave maestra si piega, propizio è ove recarsi. E’
il segno del tocco momentaneo, o dell’apparizione, ad esempio, lei si piega un
po’ per infilarsi in auto e la trave maestra si piega, la preponderanza del
grande è lampante. Il poeta è intrepido ed elogia la trave maestra.
29. Kkann, l’abissale,
l’acqua sull’acqua, l’abissale ripetuto, come il ritorno.Se sei verace hai
riuscita nel cuore, l’abissale è una incavatura, è l’archetipo dello shummulon.
30. Li, il risaltante,
il fuoco su fuoco, cura della vacca reca salute. La gabelliera fa la carriola,
si stende prona sul letto, appoggia le punte dei piedi sulle spalle del poeta,
che le afferra le ginocchia, e spinge la carriola e la gabelliera, il
risaltante è diretto verso l’alto, perciò la strada è in salita, ma
l’importante è che la gabelliera poggi su qualche cosa, sole e luna risaltano
nel cielo, il grano, gli erbaggi e gli alberi, il tenero risalta, per questo la
carriola è la cura della vacca e reca salute.
31. Hienn,
l’influenzamento, prendere una fanciulla reca salute. Il forte è in basso, la
gabelliera è sul bordo del letto come per farsi fare un clistere,
l’influenzamento però si estrinseca dall’alluce, per questo non è visibile, ma
il saggio si mette in piedi al suo fianco e l’infilzerebbe anche al mercato o
di lato in una stradina, lei messa così sul sedile della 500. Il clistere o
l’influenzamento portentoso, ovvero la domanda di matrimonio.
32. Hong, la
durata, che significa continuato lungamente; il forte sta sopra, il debole
sotto, tuono e vento cooperano, la durata è che il poeta si siede lui adesso
nella 500 e la gabelliera a cavalcioni, fa entrare il gabellato e dimenandosi
riscuote la gabella.La giocosa, ma anche la gaudiosa, purché il nobil poeta stia
saldo e non muti l’indirizzo suo.
│Un test magico di Vuesse Gaudio con gli 8 trigrammi-base dell'I King: "Topolino" n.1345 Mondadori, Milano 6 settembre 1981│ |
33.Tunn, la
ritirata, la forza dell’ombroso sta ascendendo, non è la fuga, è la misteriosa,
in cui il poeta prende posto su una sedia o, gabellato, su uno sgabello, la
gabelliera alza quel suo vestitino a quadretti e si siede sopra di lui,
volgendogli le spalle. Impugna il gaudioso strumento, che sta sotto il cielo,
così la nobile gabelliera tiene lontano l’ignobile, non irato, ma pacato se lo
ingloba con il suo stesso peso rimanendo così inchiavardata, anche in presenza d’altri.
34. Ta Ciuang, la
potenza del grande, il tuono sopra e il cielo sotto, così la gabelliera non
calca sentieri che non corrispondono all’ordine del gabellato, che fa l’Ercole
che, con la gabelliera a cavalcioni prima e poi, una volta che si è alzato, con
le braccia al collo e le sue sotto le cosce della donna dei pomodori molli, la
gabella a dovere passeggiando per i sentieri che corrispondono all’ordine: il
piede monta sul grande e sul retto e vi cammina sopra. Il vigore del poeta e la
potenza del grande della gabelliera.
35. Tsinn, il
progresso, che è il forte principe che viene onorato con cavalli in gran
numero, in una sola giornata è ricevuto tre volte per la gabella: preso il
dazio una prima volta, lei lascia la
porta semiaperta e si appoggia allo stipite con la testa fuori e il culo
dentro, e il dazio è dato e ridato, il sole s’innalza sopra la terra, così il
nobile poeta rende splendenti le sue chiare capacità colmando ancora la quarta
volta la gabelliera là dentro.
36. Ming I,
l’ottenebramento della luce, la luce si è immersa nella terra, bello e chiaro
dentro, tenero e devoto fuori, come l’altalena la gabelliera vela il suo
splendore, ha gli occhiali da sole, ottenebra la luce, ma rimane pur chiaro
quanto sia devoto il poeta.
37. Kia Jenn, la
casata, propizia è la perseveranza della donna che sta all’interno che fa luce
sull’esterno, dov’è il visionatore; tra vento e fuoco, risalta la poderosa
mitezza della donna, anche vista attraverso l’ampia finestra del negozio di
alimentari alla Crocetta: è la dovizia della casa.
38. Kkui, la
contrapposizione è l’allontanamento, dalla bestia a due teste all’inverso, il
fuoco verso l’alto, il lago verso il basso. Tra shummulo e shumullar, il poeta
si stende sul dorso e la gabelliera si sistema su di lui a rovescio, con la
testa dalla parte dei piedi, è la contrapposizione, e più lei si allontana più
la misura della gabella è colmata.
39. Kienn,
l’impedimento, che è come il libeccio, predilige la direzione sud-ovest, andare
conduce in impedimenti, venire incontra lode. Semplicemente sarebbe la balia, ma
potrebbe essere anche la bifle, con gli occhiali da sole, propizio è vedere il
grand’uomo, e salutare è la sua bifle!
40. Hie, la
liberazione, ritornare è di salute; se vi è ancora un posto dove andare, allora
è salutare rapidità. Quando cielo e terra si liberano sorgono tuono e pioggia e
la gabelliera fa l’attrazione di Torino,
dalla quale il poeta inumidisce la gabella e le fa scaturire il tuono.
41. Sunn, la
minorazione, quello che viene diminuito è l’inferiore, quello che viene
aumentato è il superiore, le due ciotoline corrispondono al tempo, la ciotolina
del poeta è tra le gambe della gabelliera, la ciotolina di questa è sulla sua bocca, il monte o è il lago del
poeta, tra arresto a sereno così la nobil donna doma la sua ira e raffrena gli
istinti del gabellato.
42. I,
l’accrescimento, quando si scopre nell’altro qualcosa di buono bisogna
imitarla, si rende minore il superiore e si accresce l’inferiore, così questi
prende la nobil donna nel buon modo antico, ma come il divin agricoltore prima
spacca un legno a vomere e poi lo piega a stanga d’aratro e mostra così alla
gabelliera il vantaggio di aprire la terra con l’aratro.
43. Kuai, lo
straripamento equivale a una decisione, il solido rimuove deciso il tenero,
forte e sereno, questo vale, deciso e armonioso, la cavalcata prima tenera, poi
forte e serena, decisa, armoniosa. Fino allo straripamento.
44. Kou, il farsi
incontro, la ragazza è potente, non bisogna sposare una gabelliera, al di sotto
del cielo, il vento , lei piega le ginocchia sulle anche e il viandante saggio
innocente e carezzevole s’impossessa del dominio.
45. Ttsui, la
raccolta, il lago sulla terra, significa accumulamento. Con questa immagine
ebbe inizio la raccolta dei cetrioli, tanto che si narra che la raccoglitrice
ne ebbe uno per fronteggiare l’impreveduto oggetto “a” dal diametro di 20
centimetri e lungo, lungo l’arco, 35 centimetri, 13 pollici e 88, all’interno
30 centimetri, pollici 11.90. Con questo strumento si alimenta l’oggetto
“a”sulla sponda del letto, con il culo proprio il più vicino alla sponda e con
le sue gambe avvinghiate ai garretti del poeta che le ricorda il giorno della
raccolta.
46. Sciong,
l’ascendere, la terra sopra e sotto soffia il vento, bisogna avviarsi verso
sud, la gabelliera come demone meridiano, tanto che nei segni misti il segno
infertiore è Sunn, che significa penetrare, il tenero ascende nel tempo, il
solido sta nel mezzo, anche come item della carezza.
47. Kkunn,
l’esaurimento o l’assillo, se si ha da dire una cosa è difficile essere
creduti, nel lago non vi è acqua; quando è così, la gabelliera deve disporsi con le cosce ben divaricate e le ginocchia
ripiegate, i piedi sotto le chiappe, in questo modo il gabellato le raddoppia
la gabella a mulinello.
48. Tsing, il
pozzo, si cambi pure la città, pure altrove la gabelliera sarà il pozzo del
poeta, non cala e non cresce, il poeta con l’oggetto “a” viene e va e attinge
al pozzo.Se si è quasi raggiunta l’acqua del pozzo, ma non si è ancora ben giù
con la corda, la copia sarà inesauribile, a meno che la brocca non si infranga.
│Le altre pagine del test dell'I King di Vuesse Gaudio per "Topolino" n.1345│ |
49. Ko, il
sovvertimento significa eliminazione
della vacca gialla, e la gabelliera si fa pantera e il poeta le fa la
bifle sugli occhiali e in faccia, acqua e fuoco si smorzano l’una l’altro, il
poeta obbedisce e con devozione paga il tributo per il suo oggetto “a”.
50. Ting, il
crogiuolo, è l’accoglimento del nuovo, il tenero incede e s’avvia verso l’alto,
così il poeta che sta sul dorso ottiene il mezzo e trova corrispondenza presso
il solido, può essere chiamato anche “il mondo rovesciato”; il maestro
Tung-hsüan le dette il nome “la farfalla che svolazza”.
51. Cenn, lo
scuotimento, l’eccitante, il tuono, che spaventa per cento miglia, la
gabelliera teme e trema, ma mette ordine nella sua mente ed esplora la sua
libido, quando pensa al poeta lo trova duro e cortese nella filatura della
seta, il drago che si attorciglia e il
pino dai rami bassi.
52. Kenn, la
calma, la quiete, il sostare, tener quieto il proprio dorso, così che il poeta
vada nel suo cortile e non vede la gente che c’è attorno, nessuna macchia, è
l’item 0 della carezza, la montagna
serrata a montagna, è la quiete. Nei piaceri singolari della gabelliera o del
poeta, sarà una variante della dolce impalata, quella che il maestro Tung-hsüan
chiama la tigre bianca che salta: la donna a quattro piedi e il poeta che la fa
saltare sul perno.
53. Tsienn, il
progresso graduale, la gabelliera viene concessa, il vento soffia sul monte,
l’oca regale tocca le nubi in cielo, nelle tavole del maestro Tung-hsüan è semplicemente
il passo della tigre, così la nobile gabelliera riconosce il caduco poeta, che
la fantasmizza come la giumenta non di
compare Pietro ma la giumenta dell’Enzuvë.
54. Kui me, la
ragazza che va in possesso di qualcuno, quando cielo e terra non si congiungono
il tenero poggia sopra uno duro, negli item cinestesici è un lieve tocco del
podice della donna dei pomodori molli.
55. Fong, la
copia, il poeta la ottiene: incontrata
la gabelliera destinatagli, resta per dieci giorni con lei, con la sua immagine,
la copia, ha la copia in casa e non si accorge più di nessuno. Per tre anni o
anche trenta, sarà il suo oggetto “a” che più di ogni altro passerà al suo
meridiano. Più volte sarà la Cicala Nera che si arrampica sull’albero.
56. Lu, il
viandante, che sosta e si attiene alla chiarezza, il senso del tempo del
viandante è invero grande, è la potenza operativa del poeta che ottiene il
mezzo dall’esterno e si adatta al solido, quindi non può venir svergognato, è
così che ha origine la scena fantasmata al 55.
57. Sunn, il
mite, il penetrante, il vento. Il poeta non ha nulla che lo accolga, per questo
penetra, è il mite che va dentro, significa rannicchiarsi, e la gabelliera è fantasmata
inginocchiata che fa il rovescio della cinese, è così che lei diffonde le sue
pretese e opera le sue faccende.
58. Tui, il
sereno, il lago, quando si è penetrati in una cosa, allora si è allegri, per
questo il sereno è il gaudio, il solido sta nel mezzo e la gabelliera che fa la
pecorina è l’immagine del gaudio, dei laghi che poggiano uno sull’altro, così
discute e impara riunita con il poeta.
59. Huann, la
dissoluzione, il solido viene e non si esaurisce, il tenero riceve un posto
all’esterno, il poeta si avvicina al tempio.
60. Tsie, la
delimitazione, tra il mercato della Crocetta e la Cittadella non è proprio tra
porta e cortile, comunque chi non conosce delimitazione avrà da lamentarsi e
non avrà più l’occasione propizia; ovvero, la delimitazione può essere amara,
una volta esaurito il tempo.
61. Ciung Fu, la
veracità intrinseca, il potere della fiducia si estende; se il poeta si serve
dell’incavatura di quella nave di legno potrà attraversare la grande acqua.
62. Siau Ko, la
preponderanza del piccolo, l’utilità del pestello e del mortaio andò a
vantaggio anche della gabelliera e del poeta, questo lo trassero dalla pietra e
dal segno che è bene rimanere in basso. La preponderanza del piccolo è uno dei
segni che è alla base dello shummulo e dell’enzuvë.
63. Ki Tsi, dopo
il compimento, riuscita nel piccolo, chi sta al di sopra delle cose, la
gabelliera o il poeta?, quegli le porta al compimento, è il consolidamento se
prima si è fatto lo shummulo, il tenero che ha ottenuto il mezzo.
64. Ue Tsi, prima
del compimento, il fuoco sull’acqua, le cose non possono esaurirsi, la piccola
volpe ha quasi compiuto il trapasso ma non ha ancora oltrepassato il mezzo, se
gli cade la coda in acqua è l’esaurimento del mascolino, egli non è capace di
prendere in considerazione la fine, così la gabelliera è prudente nel
distinguere le cose, onde ciascuno vada al suo posto.
│Mio nipote il poeta,
a cui hanno fatto un bootleg con un suo divertissement sulla manomorta, entrata come scienza effimera nel ForseQueneau, |
│1│Vedi: Aurélia Steiner la gabelliera a scuola del mio oggetto “a”.
│2│Cfr. V.S.Gaudio, Manualetto della Mano Morta, Bootleg Scipioni, Viterbo 1997. *
Leslie
Mann e il Cameron-podex |
La relazione tra Shou che è la radice di Shoukuanze, e Shi, che è la radice di Shīrén,
è la rete paradigmatica degli schemi verbali “ricevere”, “ottenere”,
“raccogliere”, “incassare” dell’attante femminile, che è la Gabelliera, nu Shoukuanze,
e degli schemi verbali “conoscere”,
“essere”, “praticare”, “esercitare”, “eseguire” dell’attante maschile, che è il
Poeta, nan Shīrén; fino alla
connessione di “insegnare”, che è nella radice della Gabelliera, con
“indicare”, “mostrare”, “esibire”, che, come
shi,è nella radice del Poeta. Gli archetipi
sostantivi che entrano nella relazione sono “mano”, come “capacità”, “abilità”
ma anche “trucco”, che è shŏu, fino a
che, nella sentenza 30, appare la “carriola”,
che è shŏutuīchē; o, come shu, “numero”, “quantità”, “libro”,
tanto che fin da allora fu lì che lampeggiava già lo “shummulo”, che, in futuro, il poeta teorizzò: shùmù è “ammontare” che messo con
“shù”, come “tecnica” e
“metodo”, fa l’arte , shù, dello “shummulo”, non è shù anche “raccontare”, “narrare”, “descrivere”? Senza dimenticare
che, nell’ambito degli schemi verbali affini a “ricevere” e “ottenere”,
dell’ordine paradigmatico della Gabelliera, può comparire anche lo shòu di “subire”, “sopportare”,
“accettare” i tocchi pubblici del Poeta al mercato della Crocetta. Shi, come eclissi, fa intravvedere la teoria dell’inseguimento di Baudrillard
connessa al fantasma e all’oggetto “a” di Lacan: shì è anche “provare”, “prova”, “test”, se non “mondo”: il poeta,
il testologo più famoso degli anni ottanta e novanta, che faceva shi con nu Shoukuanze, che , nella bolla di shōu, riceveva, accettava, otteneva e sopportava, subiva e
incassava, ordinava e raccoglieva: è davvero patagonico! Shou, poi, vai a vedere, è anche “vendere”, e lo shummulo della Gabelliera e del Poeta è
nel luogo canonico del “vendere” che nasce, al mercato, che è shìmiàn o, meglio, shìchang.░