Non cercavo di nuovo la morte. / Niente storie. Ma chi dura, vince. /
Niente versi per la passione, / ma mi tormenti ancora. / E mi annoiano
barbaramente / le tue dolcezze senza luce, / queste parole di bambina / nelle
chiamate, a notte... / Chi mi vuole non sa / tutto il senso di questo scritto:
/ non ho chiesto di più, e ha vinto il fuoco. / Chi mi parla non è / nella
scena del mio teatro: / non ho avuto di più, e ho il mio lavoro. / Non ho
voglia di perdermi / nei vapori degli altri, / voglio solo la libertà, / non i
colori ambigui. / Ogni cosa si fa / oro e ancora più docilmente / ogni cosa si
fa solo per farla. / Non puoi darmi di nuovo la croce. / Voglio solo restare in
vita, / voglio viaggiare, e senza dolore. / Non mi cercare.
La canzone da cui viene il testo reloaded è Ma che bella giornata di sole di Antonello Venditti, che è nell'album In questo mondo di ladri,
1988. Venticique anni dopo, Venditti appare nella Grande bellezza
di Sorrentino, nella parte di se stesso. Lì mangia da solo, e ci sarà un motivo
se mangia da solo. Deve essere un uomo di pochi amici (e io ammiro chi mangia
da solo, e poco).
Pura e semplice, e potente, la partenza di Venditti, ma l'arrivo metrico
soffre, perché non gioca, per una volta. Funziona ma non gode, ecco. Ma il dolore
mentale esiste solo finché è cercato: quando lo lasci, ti lascia anche lui, e
allora si respira. Di tutto questo si può cantare, qualche volta. E questo
testo, per quello che vale o non vale, sta su quella musica: come una cosa che
si adatta ad una condizione precisa, già data.
Come uno che obbedisce ad un percorso dato, ma da capire.