di Massimo
Sannelli
Barthes è molto delicato, ogni volta. Ma nella periferia uno non capisce, e
non deve capire per forza; e dalla periferia – che si chiama banlieue – si
arriva all'Isis, non a Barthes; ed è inutile la giustificazione, non si
addomestica chi sta male, la cultura parla alla cultura, il resto parla al
resto. Ma il resto è tutto, e perché il tutto dovrebbe sottomettersi alla
cultura? Barthes è cultura e Godard è cultura. Tutto quello che per me è stato
grande ha questo limite: essere cultura, cioè una cosa minore, e non sa piú di
esserlo. È facile: io penso ad una specie di gloria, frammentata, ma gloria, e
imperfetta, ma gloria; e l'attualità in cui entra il cúneo – un uomo attivo –,
questa attualità deve essere dominata; e lo stridore deve essere dominato, e chi
c'è c'è, chi non vuole non ha; cosí c'è un'egemonia precisa: se il papa mette
il naso da clown, il papa fa un atto di autorità; e questa egemonia precisa è
un'arte precisa. È una forma di spettacolo. Bisogna organizzare bene, bisogna
organizzare un clamore speciale, e organizzare la chiamata, e con furia. Non la
bolgia – il gruppo doloroso –, ma la biologia singolare e personale: una
storia, UNA. Nella stessa giornata: Farinelli voce regina, Il giovane favoloso, uno dei
film dove il Mondo è un Cane, e Scandalosa Gilda. Oggi ho visto – ho studiato –
il livello medio e il livello basso.
Non si chiamano camere separate: si chiama separazione. È un fatto vero, è concreto. Ma anche la parola separazione è troppo astratta: è meglio dire errore, ma senza spiegazione non si vede l'errore, e allora è meglio non dire niente. Il mandarino ha la sua grazia, il poeta è un osservatore dei mandarini. Poi muoiono centinaia di africani nel canale di Sicilia, ma che cosa volete? E che cosa vogliono loro? Noi siamo occidentali. E quindi abbiamo due possibilità: non ce ne importa niente oppure siamo artisti, e quindi pensiamo alle nostre soluzioni formali. Io ci penso. E mi giustifico così: sono vissuto senza acqua in casa, ho mangiato spazzatura, ho dormito per terra. Per questo mi giustifico. Perché la ricerca della forma perfetta – la frase perfetta – sta dentro questa disperazione. Ma la vera disperazione non è questa, perché è privata; e quando l'avrò messa in un film sarà un ruolo, e sarà lasciato.
Non si chiamano camere separate: si chiama separazione. È un fatto vero, è concreto. Ma anche la parola separazione è troppo astratta: è meglio dire errore, ma senza spiegazione non si vede l'errore, e allora è meglio non dire niente. Il mandarino ha la sua grazia, il poeta è un osservatore dei mandarini. Poi muoiono centinaia di africani nel canale di Sicilia, ma che cosa volete? E che cosa vogliono loro? Noi siamo occidentali. E quindi abbiamo due possibilità: non ce ne importa niente oppure siamo artisti, e quindi pensiamo alle nostre soluzioni formali. Io ci penso. E mi giustifico così: sono vissuto senza acqua in casa, ho mangiato spazzatura, ho dormito per terra. Per questo mi giustifico. Perché la ricerca della forma perfetta – la frase perfetta – sta dentro questa disperazione. Ma la vera disperazione non è questa, perché è privata; e quando l'avrò messa in un film sarà un ruolo, e sarà lasciato.
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Massimo
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