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Di Palma con la Coin quando c’era a Taranto
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Quella faccenda dei 15000 dollari che il
marinaio semplice dovrebbe trovare per poter sposare Selma è davvero Heimlich,
già dal titolo capisci che uno che parte dal 15 per sposarsi con una “collega”
del Wave si è alzato non solo col piede sbagliato. Basta un’occhiata a quella
biondona per capire che non erano fatti l’uno per l’altra:lei è uno schianto,
che riempie l’uniforme in ogni piega, con in più questo gran bel magnetismo
animale che attira il narratore-pollo, che pensa di essere dello stesso genere
: “Siamo in effetti due campioni splendidi. Io sono bello e sveglio e lei è”[i],
appunto, quello schianto che riempie l’uniforme, un po’ come avrebbe visto
fare, il visionatore, guardando il giro d’Italia di ciclismo alla Tv, a una
poliziotta stradale seduta lì davanti alla telecamera , e al visionatore, nel
dopo-tappa delle chiacchiere e degli spazi pubblicitari.
“Harold – così si chiama l’ex
macchinista di prima classe in aviazione e ora marinaio semplice- tu sei ancora
un marinaio semplice. Come posso sposare un marinaio semplice?”: e poi: “Lascia
stare quello che eri. Ho saputo che gestivi una distilleria a Johnstone Island,
e che facesti fallimento e riparasti in marina. L’intera base conosce la tua
carriera. Se sposo un uomo, dev’essere sistemato e solido come un macigno.
Voglio una casa e dei figli, e i soldi per avviare il matrimonio.”
E il pollo: “Quanto ti serve? Ti bastano
diecimila? Posso metter mano a un’operazione proprio qua alla base…” E Selma
Litts:”Ci risiamo con gli espedienti. In primo luogo, voglio più di diecimila.
Una volta diecimila bastavano, ma i prezzi aumentano e gli immobili son saliti
alle stelle. No, occorrono quindicimila dollari. La mia ferma finisce tra poco
e se abbiamo quindicimila dollari ci sposiamo.”
Con 15 non ti sposi con Selma! v
Mini-Lebenswelt con Michael Brett |
Così stavano dunque le cose lì nei
gabinetti delle WAVE[ii],
con il narratore che la teneva stretta e lei che fremeva e diceva:”Piantala,
Harold. Non hai nessun diritto”. E, l’avessimo visto al cinema, tutti in platea
a dire: forza Harold, non fare il pollo, piantagliela, sta fremendo, no? Il
diritto non vale 15.000, e invece lui, Harold: “Già, lei proprio così la
metteva. Stavamo per sposarci e io pensavo che certi diritti me li concedesse. Invece.”
I diritti sono un po’ come il diritto d’autore
in Italia, ancora oggi, figuriamoci nei decenni dopo il tempo della storia di Harold
e di Selma: il poeta ricorda spesso come, a un certo punto, pensasse di aver diritto
di pubblicare in una certa collana di poesia, dov’erano usciti poeti di una
certa consistenza, anche se molti in linea con partiti o schieramenti
ideologico-amministrativi statali o parrocchiali, intanto incontra il
coordinatore della collana che, manco a farlo apposta, sembra annunciato da
Michael Brett quando parla, all’inizio del racconto, dell’amico istruito di
Harold che si chiama Marchingegno (Washburne): l’interlocutore del poeta era
uno che proveniva dalle Marche anche se si incontrarono a Bari, nel parco o
giardino che sia, tra la stazione ferroviaria e via Sparano[iii],
e insomma come Marchingegno arriva a dare una mano ad Harold che ha trovato
30.000 ma è naturalmente in un vicolo cieco, e Marchingegno gli dice: 15.000 a
te e 15.000 a me, capisci, minchione? Marchingegno ha un modo tutto suo di
parlare, però Harold capisce 15.000, la metà di 30.000; il calcolo è facile,
non c’è da sbagliare, è la metà. Ma Marchingegno ha già il piano in testa, non
può fallire, quindici minuti, babbeo e sono lì. Naturalmente quei 15 minuti per
Harold diventano un secolo. Il poeta prendeva 300 copie della plaquette,
eravamo forse nel 1977 o qualche mese prima, al costo scontato del 30% sul
prezzo di copertina, che, per il numero di pagine, poteva essere di 3.000. Ci
penso un po’ e ti faccio sapere, disse il poeta alle 15, alzandosi dalla
panchina e, poi, a fargli credere al Marchingegno della poesia da pubblicare in
una collana che , a loro dire, sembrava poi collegata allo Specchio, o,almeno,
all’Almanacco dello Specchio della Mondadori, dove c’era a dirigere le entrate
un signore che, il poeta lo seppe nel secolo dopo, l’aveva detto Harold che gli
pareva un secolo, aveva sposato la cugina di una poetessa di origine ebrea
molto famosa, che, naturalmente, il cugino acquisito non pubblicava, insomma il
poeta si alzò, tese la mano al Marchingegno in missione statale a Bari:”Non si
può fare, anziché il 30% di sconto, il 50%, e anziché 300 copie 150?”, e cosa
ebbe in risposta il poeta? Lui non lo ricorda più ma dev’essere stato qualcosa
del genere:”Ma chi me lo fa fare di perder tempo con quest’imbecille dubbioso?
Sono stanco di dar retta agli scettici. Vuoi o no pubblicare nella collana con
Lunetta, Doplicher, Ramat, il tuo amico
Ruffato, Accrocca, Manacorda, Favati, quello de “Il Ponte”, Tentori, Grillandi,
che fa le biografie, e c’è in programma Di Raco, che lavora alla Fiat e lo
presenta Volponi, e non stanno a fare storie sui numeri. Io, quelli che non
hanno fiducia non li metto nella collana.”
La storia del 15 tra Harold e Selma
perché è da sfiga, secondo voi? Ma lo sanno tutti: come fai a sposarti , anche
negli anni Cinquanta, con 15(mila) se il 15, nelle lame degli arcani maggiori,
è il Diavolo, la carta dell’attrazione sessuale e del magnetismo, che è su
questo che avvia il racconto Harold: la sovreccitazione, la lubricità sua e di
Selma, e poi, nominato il 15, indicato il Diavolo, è fatta: è chiaro l’impiego
di mezzi illeciti, è come se Harold fosse caduto vittima di una stregoneria, e
allora per tener buono il tentatore fuori il 15(mila) e via portiamo il
libertinaggio nell’ordine che gli uomini hanno attribuito a Dio e,quindi, visto
che ci sono i soldi, alla Chiesa.
“Harold, figlio mio,” dice Marchingegno “t’ho
mai detto che sono stato all’università?” Harold non pensa a lungo ma giacché
sono in fuga a grande velocità e gli inseguitori rivogliono i 30(mila) dopo
averli mandati al diavolo , capisce che sta tutto nella velocità e nella curva.
Difatti Marchingegno rimette in moto,
dopo che gli inseguitori son finiti con un gran fracasso nel burrone, e scendono questa volta lentamente: “E’ una
questione di forza centrifuga” spiega al pollo. “Tutto sta ad applicare al
motore la forza delle marce basse nell’istante stesso in cui s’entra in curva,
invece di frenare, che non serve a niente, perché non vince la forza centrifuga”.
Il pollo non capisce, gli dà i suoi
15(mila) e chiama Selma alla base della marina. Un po’ come quella mattina che
il poeta, da Taranto, da una cabina telefonica vicino all’Arsenale della
Marina, chiama il responsabile della collana di poesia di cui si è detto. La
WAVE del centralino gli dice che Selma è volata via, è convolata a nozze con un
sottocapo delle cucine. Non si capisce come vanno a finire queste cose: ho qui
pronti i 15(mila) che lei voleva- pensa il pollo- ma evidentemente dev’essersi
stancata d’aspettare. E’ il 15, babbeo: chi arriva prima col 15, col 15 convola
la tua zoccola, che, a pensarci bene, se fosse stata in Italia, di sicuro era
uno dei lettori assidui del Sole-24 Ore, per via dell’andamento degli immobili,
anche perché,e come quel babbeo di Harold, il poeta non riusciva a capire, a un
certo punto degli anni Novanta, come mai non solo ci fosse un quotidiano fatto
solo di numeri e di leggi fiscali ma che fosse addirittura, in quegli anni,
davanti a “La Stampa” nella diffusione e nella vendita, al 3° posto.
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↑La
COIN di Taranto in via Di Palma 88 quando c’era
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adesso come quei testi di poesia è chiusa
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Il poeta dalla cabina chiama l’ufficio
scolastico dove “lavorava” il direttore della collana di poesia: e dal
centralino gli dicono che L.M. è al
momento fuori sede. “Boh- pensò il poeta- quasi quasi arrivo alla Coin che ci
stanno i saldi fino al 50% e con 30(mila) sai quanta roba porto a casa!” Gli
piaceva, a quei tempi, al poeta l’aria
del mare in una città che fu della Magna Grecia, nonostante la presenza devastante dell’industria siderurgica, tanto
che, sul lungomare, il cielo a volte si schiariva un pochino come se quell’auto
degli inseguitori di Harold e Marchingegno, che aveva trapassato il parapetto
come se fosse di carta prendesse fuoco nel Mar Piccolo di Taranto; tenersi in
carreggiata, passeggiare per le vie della città marinara con la forza delle
marce basse in curva anziché frenare,
che non serve a niente, perché non vince la forza centrifuga, che è quella del
30, come se fosse il 4 di Bastoni: 4 bastoni sopra un quadrilatero e sorretti
da un leone, che è il segno del poeta; il 4 accentua il senso della realizzazione
come il quadrato e il leone è la forza indispensabile alla realizzazione, ci
sono anche le spighe, insomma è la carta che realizza con successo le
concezioni intellettuali, ma, non avendo trovato in ufficio il dirigente scolastico,
o maestro che fosse, e dirigente della collana di quei testi di poesia, non si
poteva più pensare al libro, tanto che il poeta
finì con il darsi al piacere singolare del 30 come modo del Foutre du
Clergé de France, la carriola, che, si sa, non solo in curva, va a marce basse,
e quando il cavicchio è robusto, la strada è lunga, si può spingerla, la
carriola, per gran tempo, senza che voli giù dal ponte girevole che era stato
rifatto nel 1958. Selma non era della marina, in questo caso, c’era una
commessa alla Coin che sì che avrebbe messo ben volentieri, e senza sconti, i
piedi sulle spalle del poeta, che le avrebbe afferrato le ginocchia.
|Alain Bonheur
[i]
Michael Brett, Quindicimila dollari per
sposare Selma, in Hard day at the
Scaffold, H.S.D Publications.Inc. 1967; trad.it. in Scorciatoia per il patibolo, a cura di Alfred Hitchcock, Arnoldo
Mondadori Editore,Milano 1968.