La
Calabria esiste davvero?▬
Divagazione
ziffiana sul nome e sul codice catastale
Il vostro attuale concetto di Gaudio
può dunque impallidire, anche se siete di Oristano o di Biancavilla(Ct), e
alterarsi con il tempo. Può darsi che scopriate che egli non scrisse il “Manualetto della Mano Morta” e quindi vi
chiediate: “Perché mai allora l’avrà chiamato Iuzzolino da London per “Channel
Four”? Oppure può darsi che scopriate che non era lui quello che scriveva per “Topolino” e che fu definito, dalla stessa direttrice, “la colonna della Disney”, e quindi vi
chiediate: “Perché mai allora la segretaria addetta alle relazioni con l’estero
telefonò quella volta a Marisa Aino per dirle che la sua rubrica “Frutta e Fiori in Cucina” sarebbe
apparsa anche nell’edizione brasiliana di “Minni”? O scopriate che non visse nel XX
secolo in Calabria perché non esiste nessuna terra chiamata “Calabria”: in
questo caso, avrete un concetto di Gaudio radicalmente diverso, anche se avete
fatto le elementari con lui a Trebisacce paese.
L'edizione italiana
di
Philosophic Turnings.
Essays in Conceptual Appreciation |
Il testo da cui parto è uno qualunque[i]: l’espressione “La
Calabria esiste”. La domanda è: esiste davvero?
1. L’espressione “La Calabria esiste” si trova nei discorsi politici e, nell’Atlante, nella geografia politica, politico-amministrativa, nella politica, come ideologia, la Calabria, o qualcosa del genere, non esiste. La Calabria, in questa espressione, è evidentemente un sintagma nominale; inoltre, non è un sintagma nominale numerabile (come “l’arancia”), stiamo parlando di sintagma nominale, e non di nome, che, nella contrapposizione Calabria vs Arancia, produrrebbe la condizione di nome non numerabile (Calabria) vs nome comune numerabile (Arancia). Questo non significa che in italiano non vi sia un nome comune numerabile “Calabria”; piuttosto, significa che in Italia non è detto che vi sia qualche assetto territoriale politico denominato “Calabria”. Come per Dio, dicendo “Se Dio esiste, allora esiste un dio”, per la Calabria si può dire “Se Calabria esiste, allora esiste una Calabria”; o anche “Dio è un dio”, allora “Calabria è una Calabria”.
Il fatto che “Calabria” non sia né un pronome né un nome collettivo nell’espressione “La Calabria esiste” è indicato dal fatto che non è né l’uno né l’altro nei discorsi politici; che non sia né un pronome né un nome collettivo in questi discorsi è indicato da diversi fatti: dal fatto che non si trova in contesti come “Quanta…esiste?”, o “Una quantità di…esiste”; dal fatto che prende “essa” come sostituto anaforico, come in “Si può dubitare che la Calabria esista, ma non si può dubitare del fatto che alcuni uomini credano che essa esista”; dal fatto che la forma pronominale interrogativa adoperata in relazione a “Calabria” è generalmente “che cosa”; e così via.
E’ quindi sufficientemente chiaro, come scrisse Paul Ziff per “Dio” alla fine del primo paragrafo, nell’espressione “La Calabria esiste”, “Calabria” è un nome proprio o, in breve, un nome[ii].
1. L’espressione “La Calabria esiste” si trova nei discorsi politici e, nell’Atlante, nella geografia politica, politico-amministrativa, nella politica, come ideologia, la Calabria, o qualcosa del genere, non esiste. La Calabria, in questa espressione, è evidentemente un sintagma nominale; inoltre, non è un sintagma nominale numerabile (come “l’arancia”), stiamo parlando di sintagma nominale, e non di nome, che, nella contrapposizione Calabria vs Arancia, produrrebbe la condizione di nome non numerabile (Calabria) vs nome comune numerabile (Arancia). Questo non significa che in italiano non vi sia un nome comune numerabile “Calabria”; piuttosto, significa che in Italia non è detto che vi sia qualche assetto territoriale politico denominato “Calabria”. Come per Dio, dicendo “Se Dio esiste, allora esiste un dio”, per la Calabria si può dire “Se Calabria esiste, allora esiste una Calabria”; o anche “Dio è un dio”, allora “Calabria è una Calabria”.
Il fatto che “Calabria” non sia né un pronome né un nome collettivo nell’espressione “La Calabria esiste” è indicato dal fatto che non è né l’uno né l’altro nei discorsi politici; che non sia né un pronome né un nome collettivo in questi discorsi è indicato da diversi fatti: dal fatto che non si trova in contesti come “Quanta…esiste?”, o “Una quantità di…esiste”; dal fatto che prende “essa” come sostituto anaforico, come in “Si può dubitare che la Calabria esista, ma non si può dubitare del fatto che alcuni uomini credano che essa esista”; dal fatto che la forma pronominale interrogativa adoperata in relazione a “Calabria” è generalmente “che cosa”; e così via.
E’ quindi sufficientemente chiaro, come scrisse Paul Ziff per “Dio” alla fine del primo paragrafo, nell’espressione “La Calabria esiste”, “Calabria” è un nome proprio o, in breve, un nome[ii].
2. Lasciamo perdere il fatto che un
nome può essere introdotto, in un particolare discorso, o con mezzi sia
extralinguistici sia endolinguistici, o soltanto con mezzi
extralinguistici. Non ci chiediamo
nemmeno se, come “Dio” che è stato introdotto, nei discorsi religiosi in cui si
trova, solo con mezzi endolinguistici, la Calabria sia stata introdotta, nei
discorsi politici dopo che sia stata introdotta nella geografia politica, solo
con mezzi endolinguistici, anche perché è altamente improbabile: gli uomini,
fuori dall’ambito amministrativo, non hanno alcun mezzo endolinguistico. Gli
uomini calabresi, qualora la Calabria esistesse davvero, potremmo mai crederli
capaci di poter introdurre nella geografia politica la Calabria solo con mezzi
endolinguistici, ancorché, per paradosso, questi mezzi fossero forniti dalla
lingua nascosta, detta “ammašcante”[iii]?
Comunque “Calabria” è un nome come “Vincenzo” o come “Trebisacce”, ma non come “Dio” o come “Italia”, solo che “Vincenzo” può essere il vostro nome, e non è detto che siate un “pollo”, a differenza di “Trebisacce”, che non è un nome proprio, né un nome comune, è il nome di un comune che si trova nella geografia politica in riferimento all’ambito territoriale, col codice catastale L353, della Repubblica d’Italia.
Comunque “Calabria” è un nome come “Vincenzo” o come “Trebisacce”, ma non come “Dio” o come “Italia”, solo che “Vincenzo” può essere il vostro nome, e non è detto che siate un “pollo”, a differenza di “Trebisacce”, che non è un nome proprio, né un nome comune, è il nome di un comune che si trova nella geografia politica in riferimento all’ambito territoriale, col codice catastale L353, della Repubblica d’Italia.
3. Per introdurre un nome in un
discorso con i soli mezzi endolinguistici, è necessario associare al nome certe
espressioni del discorso. Poiché a queste espressioni saranno associate
determinate condizioni, ne deriva che al nome saranno associate determinate
condizioni.
Consideriamo il nome “Gaudio di
Calabria”: vi dico che Gaudio scrisse delle Stimmung
e delle Lebenswelt, e anche un
manuale di caratterologia francese e astrologia, ebbe cura della rubrica dei Test per il quotidiano “La Stampa”, edito dal torinese Agnelli;
vi dico che intorno alla fine del secolo XX
un editore della Tuscia gli venne a stampare un bootleg a Rossano
Calabro dal titolo “Manualetto della Mano
Morta”, e la Chiesa s’adirò, non con lo stampatore inesistente perché
fallito né con l’editore ma, con il presupposto autore che fu scomunicato,
perseguito e messo al rogo, allora egli profferì il nome di Mocenigo e gli
Inquisitori pensarono che fosse veneziano, così fu portato in cantina e
insieme, trincando a più non posso e cantando le canzoni più oscene e
indicibili, fecero una nuova versione dei “Carmina Burana” in dialetto
calabrese.
Ho introdotto ora il nome “Gaudio di Calabria” nel mio discorso: l’ho introdotto associando ad esso certe espressioni e quindi un determinato insieme di condizioni. Per ciò il referente del nome “Gaudio di Calabria”, se ce n’è uno, è quello che ha soddisfatto un determinato insieme di condizioni, un insieme di cui fanno parte le condizioni di essere un uomo, un abitante di Calabria intorno al XX secolo, l’autore di certi trattati dell’approccio tattile, della poesia e della scrittura, dell’astrologia colta, della caratterologia, della psicanalisi e della psicologia comportamentale, ecc.
La Lebenswelt: che cos’era
quando V.S.Gaudio ne fece
un genere □ da: V.S.Gaudio, Lebenswelt, Torino 1981. |
Ho introdotto ora il nome “Gaudio di Calabria” nel mio discorso: l’ho introdotto associando ad esso certe espressioni e quindi un determinato insieme di condizioni. Per ciò il referente del nome “Gaudio di Calabria”, se ce n’è uno, è quello che ha soddisfatto un determinato insieme di condizioni, un insieme di cui fanno parte le condizioni di essere un uomo, un abitante di Calabria intorno al XX secolo, l’autore di certi trattati dell’approccio tattile, della poesia e della scrittura, dell’astrologia colta, della caratterologia, della psicanalisi e della psicologia comportamentale, ecc.
4. Per esprimermi in un modo che
secondo me è abbastanza consueto e relativamente non problematico, dirò che
l’insieme di condizioni associate a un nome determina il nostro concetto del
referente del nome. Ammesso, dunque, che sia stato introdotto nel nostro
discorso il nome “Gaudio di Calabria”, ora voi avete, anche a Philadelphia, un
determinato concetto di Gaudio, anche se, al momento, non siete sicuri che ci
sia qualcosa di territorialmente geometricamente definibile chiamato
“Calabria”, anche se avete amici calabresi non solo a Philadelphia ma anche a
Pittsburgh.
5. Anche se a un nome sia stato una
volta associato un particolare insieme di condizioni, un’altra volta può venirgli
associato un insieme di condizioni leggermente diverso o anche radicalmente
diverso dal primo. In questo caso, il concetto del referente del nome verrà
molto probabilmente modificato.
Minni: è la cover del n.1 dell'edizione italiana The Walt Disney Company Italia Spa: anche l'edizione brasiliana avrebbe contenuto la rubrica di Marisa Aino |
Il nome è un punto fisso in un universo
in movimento. Ma, man mano che il mondo gira, e con esso anche la Repubblica
chiamata Italia, il nostro concetto del referente di un nome, ancorché sia
cittadino dell’Italia, può subire modificazioni.
[i] Come fa Paul Ziff, “DIO”, in: Idem, Itinerari filosofici e linguistici, Ó Cornell University Press, TIthaca 1966; trad. it. Laterza Bari 1969.
6. Si può rispondere esattamente allo
stesso modo a tutti gli interrogativi come: se il nome “Gaudio di Calabria”
abbia un referente, se Gaudio sia mai esistito, se sia mai esistita una persona
come Gaudio o se sia mai esistita un qualcosa che risponde al concetto che
abbiamo di Gaudio e di Calabria, a meno che non sia di Venezia.
Bisogna specificare quale sia l’insieme delle condizioni rilevanti associate al nome e poi determinare se qualcosa o qualcuno abbia mai soddisfatto le condizioni di quell’insieme.
Bisogna specificare quale sia l’insieme delle condizioni rilevanti associate al nome e poi determinare se qualcosa o qualcuno abbia mai soddisfatto le condizioni di quell’insieme.
7. Se il nome “Calabria” abbia un
referente, se Calabria esista, se esista uno stato territoriale come Calabria o
se esista qualcosa, anche un codice catastale, che corrisponda al nostro
concetto di Calabria, sono tutte domande alle quali si può rispondere
esattamente nello stesso modo e precisamente nello stesso modo in cui
si risponde alle domande analoghe che riguardano Gaudio.
Bisogna specificare l’insieme di
condizioni rilevanti associate al nome e poi determinare se qualcosa o qualcuno
soddisfi le condizioni di quell’insieme.
Ricevuta
raccomandata at Centro
di un
utente della Calabriadi Servizio II.DD. Salerno |
L’insieme Gaudio, se andiamo a vedere,
ha un codice fiscale; l’insieme Calabria non ce l’ha; il capoluogo di Provincia,
Cosenza, come insieme di amministrazione, ha un codice catastale; l’insieme di
amministrazione della Provincia, non solo a Cosenza, non ha un codice
catastale. Addirittura, le dichiarazioni di reddito di questo insieme che non
ha codice fiscale venivano inoltrate, ancora nel secolo XX, al cosiddetto
Centro Servizi di Salerno, che ha un suo codice catastale che non comprende
tutti i codici catastali immessi nel codice fiscale di ogni cittadino italiano
nato in questo presunto territorio amministrativo-politico chiamato “Calabria”
ma senza alcuna definizione catastale.
8. Se l’interrogativo sull’esistenza di
Calabria sia un interrogativo autentico, tuttavia, dipende da due ben distinti
fattori: primo, dalla intelligibilità, e quindi dalla delimitazione territoriale,
delle condizioni associate al nome; e , secondo, dalla coerenza di
quell’insieme di condizioni.
Per decidere se le condizioni siano intelligibili e, in tal caso, se siano coerenti con se stesse e reciprocamente, è necessario determinare con precisione quali esse siano.
Per decidere se le condizioni siano intelligibili e, in tal caso, se siano coerenti con se stesse e reciprocamente, è necessario determinare con precisione quali esse siano.
9. Il primo problema, dunque, consiste
nello specificare le condizioni associate al nome “Calabria”. Ed è qui che
trova il proprio posto la confusione endemica nei discorsi politici,
figuriamoci nei comizi. I vari gruppi politici, ammesso che ancora esistano
anch’essi, hanno probabilmente concezioni della Calabria divergenti e perfino
contrastanti. Presumibilmente, la Calabria dei comunisti, ammesso che ancora
esistano, è identica alla Calabria del popolo della libertà, ammesso che sia
compreso nel popolo chi non partecipa ai fasti dei vari consigli
d’amministrazione, fosse pure una semplice fondazione politico-culturale:
tuttavia, i comunisti credono che il referente del nome “Calabria” soddisfi la
condizione di essere una regione che assegni definitivamente, da qui
all’apocalisse, tutta la terra occupata a chi, nel corso degli ultimi dieci
lustri del XX secolo, l’ha occupata e ci ha messo sopra qualunque cosa, una
pietra, uno sterco, un cetriolo, una rapa, un pollaio, uno stabilimento
balneare, una piscina, un campo sportivo, un albero, una pistola, una zappa, un
cadavere, un asino, un cane, un gatto, un serpente, un forestale, una macchina
senza ruote, una barca, un remo, un lavandino, un water, un rubinetto,
un’antenna, una pisciata, ecc.; mentre il popolo della libertà crede che il
referente del nome “Calabria”, oltre alla condizione soddisfatta per i
comunisti, soddisfi la condizione di essere una regione solo e se è stabilito
dal comitato d’onore, recentemente scoperto, di quell’associazione “culturale” di un calabrese che risiede a
Roma, o, se la Calabria esisterà, nel Lazio.
All’interno del medesimo gruppo politico, è probabile che i membri del gruppo abbiano concezioni diverse di Calabria; e anche un singolo membro di un gruppo politico avrà probabilmente concezioni differenti di Calabria nei diversi periodi della sua vita.
All’interno del medesimo gruppo politico, è probabile che i membri del gruppo abbiano concezioni diverse di Calabria; e anche un singolo membro di un gruppo politico avrà probabilmente concezioni differenti di Calabria nei diversi periodi della sua vita.
10. La faccenda è che le condizioni non
problematiche possono essere associate ai cittadini italiani che in qualche
modo, con il loro codice fiscale, rientrino in una preordinata delimitazione
territoriale che comprenda un determinato numero di codici catastali. Pertanto,
chi avrà, nel proprio codice fiscale, uno di questi codici catastali sarà
ritenuto e indicato, a sua richiesta, anche come “calabrese”, ammesso che nulla
osti a formare un’amministrazione regionale dotata, infine, di codice catastale
d’insieme. Così accadrà che, ad esempio, chi è nato a Cutro, pur attivando
alleanze e dispositivi anche di riproduzione in altre terre, ad esempio a
Reggio Emilia, finalmente farà ritorno a casa, nell’amata, indimenticata
Calabria; o chi è nato nel florido alto Ionio,
pur attivando il dispositivo di sessualità con la sola enunciazione di un ruolo
esecutivo dell’ordine, potrà finalmente trovare risoluzioni culturali, anche
dopo efferate violenze e indicibili soprusi, grazie al comitato d’onore di quell’associazione
culturale che ha le radici profonde nel comune spirito della fratellanza e
dello spirito calabrese e che, attraverso il sistema stradario nazionale, non
può che portare alla città della burocrazia statale più assoluta e inquietante.
Le condizioni problematiche sono quelle che, più delle prime, ostacolano la possibilità di circoscrivere l’insieme amministrativo e chiamarlo finalmente Calabria a pieno titolo. Quel che si intende, ordinariamente, per “Calabria”, fra le condizioni problematiche, è onnipotente, onnisciente, eterna, creatrice del mondo, è una galassia, uno spirito, la causa di se stessa e forse anche dell’Argentina, dell’Albania, del Canada e di buona parte degli Stati Uniti d’America, per non parlare dell’isola di Ghawdesh, ecc. E’ insomma come Dio, e se qualcuno dovesse sostenere che una concezione tradizionale di Dio e della Calabria è incomprensibile, credo che poggerebbe la sua tesi su una previa dimostrazione che condizioni di questo genere sono fondamentalmente inintelligibili. E quando le condizioni sono inintelligibili, si suppone che non sia possibile capirle.
Le condizioni problematiche sono quelle che, più delle prime, ostacolano la possibilità di circoscrivere l’insieme amministrativo e chiamarlo finalmente Calabria a pieno titolo. Quel che si intende, ordinariamente, per “Calabria”, fra le condizioni problematiche, è onnipotente, onnisciente, eterna, creatrice del mondo, è una galassia, uno spirito, la causa di se stessa e forse anche dell’Argentina, dell’Albania, del Canada e di buona parte degli Stati Uniti d’America, per non parlare dell’isola di Ghawdesh, ecc. E’ insomma come Dio, e se qualcuno dovesse sostenere che una concezione tradizionale di Dio e della Calabria è incomprensibile, credo che poggerebbe la sua tesi su una previa dimostrazione che condizioni di questo genere sono fondamentalmente inintelligibili. E quando le condizioni sono inintelligibili, si suppone che non sia possibile capirle.
11. La comprensione ammette dei gradi:
io so che se qualcosa soddisfa la condizione di essere una regione onnipotente,
allora non c’è nulla che la Calabria non possa fare per mancanza di potere; una
simile regione potrebbe trasportare una pietra dalla Calabria all’Argentina, e
forse dalla Luna a Marte passando per la Lombardia e l’Emilia Romagna, dove ha
sempre pronto in spiaggia la sedia a sdraio e l’ombrellone e in mare il pedalò,
in meno di un secondo, e nel frattempo raccoglie tutti i fichi d’India che ci
sono nel Giardino dello Zen dell’Arancia
di Mia Nonna e li serve, senza beccarsi una spina ch’è una, a tutto il Comitato
d’Onore di quell’associazione culturale anzidetta che sta facendo il bagno
nella Sibaritide. So che , se la Calabria è causa di se stessa, non possiamo
allora riuscire a trovarne un’altra causa. So che, se qualcosa è la creatrice
del mondo, allora, prima del suo atto di creazione, il mondo non esisteva. E
così via. Il fatto che io possa fare inferenze simili indica che ho una certa
comprensione delle condizioni presupposte.
12. Non intendo sostenere che quelle
che ho definito le condizioni problematiche, che sono associate al nome
“Calabria” non pongano ogni sorta di problemi concettuali, compresi problemi di
verifica e di conferma. Per esempio, c’è una differenza fra la condizione di
essere come Calabria uno spirito e quella di essere spiriti? Se c’è, come
facciamo a contare gli spiriti, basta contare i calabresi? Anche quelli nati a
Torino, Modena, Padova, Milano, Genova, Reggio Emilia, Bologna, Ravenna, Forlì,
Argentina, Canada, Stati Uniti d’America, Svizzera, Germania, Gran Bretagna,
Russia, Croazia, Brasile? Naturalmente non si crea qualcosa dal nulla; parliamo
così di creare una confusione, un disegno: anche in questi casi, la creazione
ha luogo in un certo ambiente, in determinate condizioni ambientali. Concepire
che prima non vi sia nulla e poi qualche cosa, è molto difficile. Come è venuta
fuori la Calabria? In quali condizioni ambientali? E dal nulla, com’è potuta
farsi e definirsi “Calabria”?
13. Sembra dunque ragionevole ritenere
che chiedersi se la Calabria esiste costituisca un interrogativo intelligibile.
Ma la difficoltà incontrata nel provare l’esistenza o la non esistenza della
Calabria è palesemente attribuibile, in
parte, al carattere di quelle che abbiamo definito le condizioni
“problematiche” che sono associate al nome “Dio” e “Calabria”. Tutte queste
condizioni sembrano comportare una specie di estrema forma di generalizzazione
o di astrazione. Così, la condizione di onniscienza è una evidente
generalizzazione della condizione di essere istruiti o colti, come dimostra
l’esistenza di quell’Associazione Culturale Calabrese con tutti i
calabresi che hanno la condizione
spazio-temporale, se non di “Dio”, degli spiriti, non ebbe a riferire codesta
associazione che più di cinquecentomila spiriti calabresi hanno il loro esserci spazio-temporale eterno
nella Capitale del Mondo, quella più vicina a Dio? Il calabrese che è rimasto o
è ritornato, anche se non voleva, in
Calabria non è dunque uno spirito, come quegli altri che vivono nella città
eterna e nell’universo, nella galassia: questo è un essere semplice che dice
talvolta di trovare difficile tenere l’anima, che non sa nemmeno che cazzo sia,
unita con il corpo. Anche con gli skinny-jeans non solo della Levis.
14. La difficoltà di dare una risposta
definitiva al quesito relativo all’esistenza della Calabria è, tuttavia, solo
parzialmente imputabile ai problemi suscitati da quelle che abbiamo definito le
condizioni “problematiche”; in realtà, essa è dovuta principalmente al fatto ch
si tratta di rispondere non a una, ma a un numero indefinito di domande. Il
fatto che formuliamo ognuna di queste domande con l’espressione “Esiste la
Calabria?”, dimostra solo che mettiamo nomi vecchi a nuovi usi. Il senso della
domanda “Esiste la Calabria?” dipende dalle condizioni associate al nome
“Calabria” e al suo codice fiscale.
15. La teoria fiscale contemporanea,
tuttavia, non è sufficiente a provare l’inesistenza della Calabria; basta
tutt’al più a stabilire che non esiste la Calabria quale la concepisce ora
l’uomo, o il calabrese, comune.
La concezione che l’uomo, e anche il calabrese, ha del mondo in cui vive si trasforma; c’è dunque da aspettarsi che si trasformi anche la concezione che egli ha di una regione che ha creato il mondo. La domanda “Esiste la Calabria?” può quindi essere concepita in modo nuovo e, così concepita, può richiedere una nuova risposta: Non prova nulla il fatto che le risposte alle domande del passato siano state sempre negative, anche perché i calabresi erano andati via tutti, ecco perché, per onore di firma e di gettone, si associano nel Mondo intero e domani può darsi che saranno proprio loro a darci la risposta alla domanda di domani, forse, quei gran cervelloni lo sapranno, dovrà essere formulata diversamente: “E’ mai esistita la Calabria?”. E allora chi cazzo sono quegli associati, calabresi di che cosa?▬ by v.s.gaudio
La concezione che l’uomo, e anche il calabrese, ha del mondo in cui vive si trasforma; c’è dunque da aspettarsi che si trasformi anche la concezione che egli ha di una regione che ha creato il mondo. La domanda “Esiste la Calabria?” può quindi essere concepita in modo nuovo e, così concepita, può richiedere una nuova risposta: Non prova nulla il fatto che le risposte alle domande del passato siano state sempre negative, anche perché i calabresi erano andati via tutti, ecco perché, per onore di firma e di gettone, si associano nel Mondo intero e domani può darsi che saranno proprio loro a darci la risposta alla domanda di domani, forse, quei gran cervelloni lo sapranno, dovrà essere formulata diversamente: “E’ mai esistita la Calabria?”. E allora chi cazzo sono quegli associati, calabresi di che cosa?▬ by v.s.gaudio
|
□ Cover del bootleg
Scipioni(Viterbo) del “Manualetto della
Mano Morta”(vedi punto 5.) fatto stampare dallo stesso in una tipografia
chiusa a Rossano Calabro(Cosenza), da dove ha origine il Sistema della ruota della Dama Nera e l’Associazione Culturale dei
Mitici Calabresi all’azimuth burocratico, amministrativo e legislativo dello
Stato: al momento in cui il poeta produce la domanda-esposto per il
cambiamento-ripristino del cognome, cambiatogli, violando l’articolo 22 della
Costituzione, al Ministero dell’Interno
il responsabile del procedimento è uno di questi Mitici d’Onore, è come se la
domanda-denuncia fosse al vaglio dello stesso luogo ombelicale in cui è
avvenuta la violazione genetico-amministrativa e fiscale sul nome e l’identità
del poeta. □
|
[i] Come fa Paul Ziff, “DIO”, in: Idem, Itinerari filosofici e linguistici, Ó Cornell University Press, TIthaca 1966; trad. it. Laterza Bari 1969.
[ii]
Ibidem.
[iii] Cfr.John Trumper, Una lingua nascosta. Sulle orme degli ultimi quadarari calabresi, Rubbettino editore, Soveria Mannelli 1992.
[iii] Cfr.John Trumper, Una lingua nascosta. Sulle orme degli ultimi quadarari calabresi, Rubbettino editore, Soveria Mannelli 1992.
□ La divagazione ziffiana è stata scritta
prima del referendum sulle trivelle, e,
naturalmente, prima che si conoscesse il risultato, imposto, ad ogni modo,
dall’incaricato diretto al Governo, per la riforma degli acronimi sulla tassa
dei rifiuti, e da chi lo aveva chiamato con il semplice soffio di quell’essere automatico di Bilderberg che
deriva dal dispositivo di alleanza cattosocialcomunista □