Bellezze di Čechov.
▌by V.S.Gaudio © 2003 ▌
I due tipi di bellezza che il
protagonista del racconto “Le belle” di Čechov definisce, in relazione
all’opposizione dei caratteri, di cui
alla nostra tassonomia riguardante le arie della bellezza per Baudelaire,
determinano questi campi di riferimento dei fattori caratteriali in opposizione
e dei tratti morfologici:
1) La prima ragazza, che il protagonista
ancora studente della V,VI classe di ginnasio vede a Rostov –sul- Don, ha “i
lineamenti incantevoli del volto più splendido”[i] che un pittore definirebbe
come tratti della bellezza dell’armena,
classica e severa:”Era proprio quella bellezza, la contemplazione della
quale infonde in voi(Dio solo ne conosce l’origine)la certezza che state
osservando dei lineamenti regolari, che i capelli, gli occhi, il naso, la
bocca, il collo, il petto e tutti i movimenti del giovane corpo sono confluiti
in un unico accordo armonioso”[ii]; chissà perché vi sembra
che la donna dalla bellezza ideale debba
avere proprio il naso come quello di Màša, dritto e con una piccola gobba, gli grandi occhi scuri, le stesse ciglia lunghe,
lo stesso sguardo languido. Questa bellezza
armena dall’aria classica e severa attiverebbe un’opposizione tra il flemmatico e l’apatico da un lato e tra il
sentimentale e l’apatico dall’altro[iii]: la prima opposizione
può farci scoprire quello che il protagonista di Čechov
non dice e che in questa opposizione tra attività(polo
flemmatico) e non-attività(polo apatico)
si nasconde: un bel podice dal movimento incisivo e teso. La seconda
opposizione riguarda l’opposizione tra emotività(che
c’è nel polo sentimentale) e non-emotività(che c’è nel polo apatico) scopre come significante somatico[iv]
gambe di notevole effetto. Alle arie di
Baudelaire[v] aggiungiamo questa aria
severa e classica, armena di Čechov:
1^ Aria di Čechov
|
Opposizione di caratteri
|
Significante somatico
|
Aria armena, severa e classica
|
Flemmatico/Apatico
Sentimentale/Apatico
|
Podice stupendo e movimento intenso
Gambe di notevole fattura
|
2) La seconda bellezza, che il protagonista
del racconto “Le belle” di Čechov
vede a una stazione tra Belgorod e Chàr’kov quando era già studente
universitario e l’ombra della sera era già scesa, è “una ragazza ancora
giovane, di diciassette-diciotto anni, con indosso un abito russo, a capo
scoperto e con una mantellina gettata con negligenza su una spalla, non una
passeggera ma, probabilmente, la figlia o la sorella del capostazione. Stava in
piedi davanti al finestrino della carrozza e discorreva con un’anziana
passeggera”[vi]: l’aspetto di questa
bellezza straordinaria, se descritto nelle singole parti, di realmente magnifico
ha solo i capelli biondi, ondulati, sciolti e legati attorno alla testa; tutto
il resto era o irregolare o molto comune. “Per un modo particolare di civettare
o per la miopia strizzava gli occhi, il naso era leggermente all’insù, la bocca
piccola, il profilo delineato in modo incerto e debole, le spalle strette per
la sua età; nonostante ciò, la ragazza dava l’impressione di essere
un’autentica bellezza e, guardandola, potei convincermi che un volto russo per
parere molto bello non ha bisogno della severa regolarità dei tratti, anzi, se
al posto del naso all’insù alla ragazza avessero messo un naso regolare e
impeccabile dal punto di vista plastico come quello della giovane armena, il
suo volto avrebbe probabilmente perso tutto il suo fascino”[vii]. Insomma, “tutto il
segreto e la magia della sua bellezza consistevano in questi movimenti minuti,
infinitamente graziosi, nel sorriso, nel gioco del volto, nelle occhiate veloci
a noi rivolte, nella combinazione della fine grazia di questi movimenti, nella
giovinezza, nella freschezza, nella purezza d’animo che risuonavano nel riso e
nella voce, e nella fragilità, quella che tanto amiamo nei bambini, negli
uccelli, nei giovani cervi, nei giovani alberi”[viii]. Una “bellezza da farfalla” che attiverebbe
una opposizione riguardante l’emotività
primaria: da una parte, il polo nervoso,
in cui l’emotività è alta ed è
primaria; dall’altro, il polo amorfo,
in cui la primarietà è alta e l’emotività è nulla o assopita. E’ in
qualche modo vicina alla “bellezza puerile, noncurante e maliziosa” non di
Baudelaire ma con un qualcosa che, nella bellezza di Baudelaire, ha forse la
donna con la “bellezza da gatto”, quel tratto “sentimentale” che opponendosi al polo nervoso riesce a impressionare il désir del visionatore, per motivi anche non contingenti al proprio
corpo ma relativi al contesto(la stazione, il transitorio della visione e
l’”esibizione”, la momentanea presa al volo, di passaggio e proprio quando il
sole è tramontato, nella luce del crepuscolo così cara a Leonardo).
L’opposizione nervosa-amorfa, che
riguarda il polo dell’emotività, dà come
significante somatico sempre il
movimento e le gambe. Il tratto sentimentale
che si aggiunge o entra in rapporto variabile con questa opposizione di base
intensifica la capacità di proiettare, in momenti adatti, il proprio fascino
rendendo i gesti e il porsi straordinario se non patagonico per movimento e
proporzione.
2^Aria di Cechov
|
Opposizione di caratteri
|
Significante somatico
|
Aria da farfalla
|
a)Nervoso/Amorfo
b)Nervoso/Sentimentale
|
a)Movimento e gambe
mercuriane
b)Gestualità intensa
“sentimentale”
|
[i] Cfr. Anton Čechov, Le Belle, in: Idem, Racconti, Oscar Mondadori vol. I 2^ ristampa Milano 2001: pag.260.
[ii] Ibidem: pag.261.Cfr. anche: ”Davanti
a me c’era una bella donna, e lo capii al primo sguardo così come capisco il
lampo.Sono pronto a giurare che Màša o, come la chiamava suo padre, Màšja, fosse una donna veramente bella, ma non sono capace
di dimostrarlo”.
[iii] Vedi Tavola delle Opposizioni.Fattori
Caratteriali e Morfologici, in: V.S.Gaudio, Oggetti d’amore. Somatologia dell’immagine e della bellezza,
Scipioni Bootleg, Viterbo 1998: pag.92.
[iv] Vedi Tavola del Significante Somatico
correlato alla Fisionomia, in: V.S.Gaudio,bootleg citato: pag.90.
[v] Vedi Tavola delle corrispondenze tra
le arie di Baudelaire e le opposizioni caratteriali, in: V.S.Gaudio,
bootleg citato:pag.93.
[vi] A.Čechov,
op.cit.:pag.265.
[vii] Ibidem:pag.266.
[viii]
Ivi.