La cover di "Linus" è quella del numero che contiene Il Test dei Cornuti del poeta epifanico e magmatico |
Un poeta epifanico e
magmatico, come si evince dall’antologia Le
Proporzioni Poetiche, volume II, Milano 1976[i], ricevette un giorno una
lettera, che invero attendeva da tempo. La lettera proveniva dall’Ufficio Soggetti Privati del Nome, di cui
all’articolo 22 della Costituzione della Repubblica, il cui responsabile era ,
come il padre, associato a una Confraternita culturale a carattere genetico, costituitasi nell’ambito
territoriale amministrativo e fisico della regione Calabria, e perciò tanto
valeva che la lettera arrivasse da questo paese sulla costa ionica che aveva
dato i natali al presidente e coordinatore di questa così costituita
associazione culturale, noto per essere stato considerato (e arrestato)
come associato esterno alla mafia nel
paradigma dell’operazione “Galassia” del ’95, insieme al fratello, ma che, poi,
senza por tempo in mezzo, e in virtù forse del così diffuso modo di intendere e
di volere “Tutto in Comune, Niente a Gaudio”, predispose un ufficio stradale
nazionale per una discendente, in virtù del diffuso modo di dire “Tutte le
strade, anche quelle comunali e provinciali, i sentieri, i tratturi, la scuola
magistrale, fosse anche quella ammannita dalle monache di quel ridente paese in
cui fu costituito l’atto di nascita del poeta regolarmente falso, portano a
Roma e partono da Roma, passando dalla Sicilia e dalla Calabria, con i caselli
dei briganti e delle postmoderne maffie,
istituiti per la raccolta delle quote degli associati all’Ordine della Ruota, o
del Bosco del Torinese".
Il poeta epifanico e magmatico
e il Decreto Galattico ♦
La lettera diceva al
poeta epifanico e magmatico, con laconico garbo [seppur fosse firmata da un
nome, che essendo così vergognoso e ridicolo, non si capiva perché invece fosse
preposto a inviare le pratiche, destinate alla competenza del Ministero
dell’Interno, più complesse e intricate, e perciò dense di notizie di reati
costituiti per più generazioni ma da un medesimo ufficio Anagrafe e da un
medesimo Comune della Repubblica di cui all’articolo 22 della Costituzione così
patentemente violato], che era imminente la sua ridefinizione del Nome e quindi
la sua dichiarazione di esistenza genetica, fiscale, nominale, e che
pertanto si preparasse ad entrare in
esistenza entro breve tempo, dando addio al suo nome di poeta epifanico e
magmatico e di cultore delle scienze patafisiche dell’effimero, tra cui la
curiosa e indefinibile scienza della Mano
Morta[ii],
come ebbe modo di stabilire l’Enciclopedia
delle Scienze Anomale[iii],
affibbiandogli, a scanso di equivoci, anche il nome del figlio, tanto che il
lettore attento più volte ebbe modo di interpellare il poeta così definito in
quell’antologia sopra nominata per chiedergli chi fosse in realtà l’ Eroe Tattile che ebbe modo di
costituirsi in quanto tale per la strategia del contatto e della carezza
messa in atto, tra le altre città, anche a Bari in via Cavour per il biondo prototipo mesomorfo normanno-pugliese
che in quella via, in quegli anni dell’edonismo reaganiano, faceva strage di
falli, facendo chiudere definitivamente “il
piccolo Hans”, la rivista di psicanalisi freudiana edita da Dedalo, perché
incapace di semiotizzare la losanga di
Lacan alla base di questa attrazione tra la bionda della strage di falli e
il poeta epifanico, magmatico e saraceno, quando sbarcava, proveniente dalla
città della Ruota, in quella città per
reperire, alla libreria Laterza, in via Sparano, l’ultimo numero di “Carte
Segrete”.
Il poeta, così definito e costituito, manco fosse tra gli eteronimi di Fernando Pessoa, per questo qualificato come fesso costituzionale, si rallegrò del messaggio, e non fece nulla, mentre il Sommo Pontefice annunciava le sue dimissioni, che, puntualmente, poi, a data prefissata, dette.
Lievemente euforico il poeta all’idea di esistere con il nome, forse, geneticamente, e quindi fiscalmente corretto, effettivo, per quanto fosse ancora nella letizia di quel cognome che lo identificata nell’antologia di Mimmo Cara come poeta epifanico e magmatico, insieme a poeti essi stessi epifanici e magmatici, alcuni in questa sequenza denominati Guido Ballo, Brandolino Brandolini d’Adda, Alberto Cappi, Carlo Cignetti, Milo De Angelis, Fabio Doplicher, Gilberto Finzi, Alfio Fiorentino, Giuliano Gramigna, Renato Minore, Simonetta Molinari, Alberto Mario Moriconi, Nicola Paniccia, Raffaele Perrotta, Felice Piemontese, Mario Ramous, Roberto Sanesi, Edoardo Sanguineti, Sebastiano Vassalli, egli considerò quel momento in cui era allora, quella lacuna tra l’esistere, per quanto nel pantano non solo dell’epifania magmatica, e il non esistere, come una sorta di vacanza, per quanto non ricordasse nessuno o nessuna azienda che mai gli avesse pagato un solo giorno di ferie; poiché nulla poteva accadergli finché non avesse cominciato ad esistere veramente, con il ripristino del nome, come si usa per i diritti degli esistenti delle minoranze etnico-linguistiche[iv], egli si trattò con qualche indulgenza e un po’ do gaudio: si alzava tardi, passeggiava gran parte della giornata, seppur nello spazio lineare e ristretto, tra il km 46,300 della SP 253 e 45,700, andando verso sud, e tra il Km 46,300 e, in rari casi, ma non d’inverno, il km 47, andando verso nord, verso il luogo che gli aveva fatto quello scherzo anagrafico e fiscale, genetico e costituzionale; non poteva, come avrebbe voluto, fare brevi viaggi in luoghi distensivi e pittoreschi, e nemmeno andare in crociera, come inutilmente, 7-8 lustri prima, una rivista gli aveva proposto di fare per seminari di psicanalisi, astrologia, caratterologia francese, criminologia, cosmologia a 90° e a 360°, non poteva farlo non perché non sapesse con quale nome andarci, non poteva farlo perché, oltre che il nome, gli avevano tolto tutto, anche le mutande e non aveva nessun diritto, di qualsiasi natura, nemmeno umano e migratorio, come si usa fare anche con i cani, lui che era stato fatto nascere con quel nome nel paese degli Scalzacani.
Aspettava la lettera definitiva, con il decreto, senza impazienza, giacché sapeva che le pratiche erano delicate, le operazioni sottili, le interconnessioni tra l’ufficio territoriale, l’associazione culturale, l’associato onorario, forse anche la Diocesi e l’Ordine di Malta, le distanze enormi, le poste inefficienti, come già era avvenuto quando il poeta epifanico e magmatico, nell’inviare a quell’ufficio territoriale così competente l’affisso avviso, questo affisso avviso fu inviato, per essere affisso o per essere avviso per tutte quelle popolazioni e le relative esattorie, nella città dei longobardi e dei confinanti giostrai di Segrate, dei palazzinari ed editori di Milano 2, nella città posta a capoluogo del territorio del fiume il cui nome indica la via della sede legale, ma in un’altra città, dell’ente delle illuminazioni e del canone telelettrico, e infine nella città dell’ufficio territoriale del governo preposto alla vigilanza dell’ordine e degli sfratti, della ruota e delle associazioni culturali nel nome della regione che è fondamento assoluto del buon nome nel mondo intero e nella Galassia, non solo del 95, della più potente e assurda Maffia, interconnessa con tutte le altre Maffie, le Massonerie, financo le Ur-Lodges come quella di Philadelphia.
Dopo quattro mesi, ricevette una seconda lettera che lo informava che la precedente lettera gli era stata recapitata all’indirizzo da cui lo stesso ufficio aveva autorizzato l’intervento delle forze dell’Ordine per sfrattarlo anni prima e inviarlo in esilio, nel pantano , dove, all’inizio dello sfruttamento del Petrolio nella Val d’Agri, era stato fondato il finto esilio del futuro suocero del poeta “epifanico e magmatico”, così come si evince dall’antologia, secondo volume, denominata Le Proporzioni Poetiche.
Il poeta, così definito e costituito, manco fosse tra gli eteronimi di Fernando Pessoa, per questo qualificato come fesso costituzionale, si rallegrò del messaggio, e non fece nulla, mentre il Sommo Pontefice annunciava le sue dimissioni, che, puntualmente, poi, a data prefissata, dette.
Lievemente euforico il poeta all’idea di esistere con il nome, forse, geneticamente, e quindi fiscalmente corretto, effettivo, per quanto fosse ancora nella letizia di quel cognome che lo identificata nell’antologia di Mimmo Cara come poeta epifanico e magmatico, insieme a poeti essi stessi epifanici e magmatici, alcuni in questa sequenza denominati Guido Ballo, Brandolino Brandolini d’Adda, Alberto Cappi, Carlo Cignetti, Milo De Angelis, Fabio Doplicher, Gilberto Finzi, Alfio Fiorentino, Giuliano Gramigna, Renato Minore, Simonetta Molinari, Alberto Mario Moriconi, Nicola Paniccia, Raffaele Perrotta, Felice Piemontese, Mario Ramous, Roberto Sanesi, Edoardo Sanguineti, Sebastiano Vassalli, egli considerò quel momento in cui era allora, quella lacuna tra l’esistere, per quanto nel pantano non solo dell’epifania magmatica, e il non esistere, come una sorta di vacanza, per quanto non ricordasse nessuno o nessuna azienda che mai gli avesse pagato un solo giorno di ferie; poiché nulla poteva accadergli finché non avesse cominciato ad esistere veramente, con il ripristino del nome, come si usa per i diritti degli esistenti delle minoranze etnico-linguistiche[iv], egli si trattò con qualche indulgenza e un po’ do gaudio: si alzava tardi, passeggiava gran parte della giornata, seppur nello spazio lineare e ristretto, tra il km 46,300 della SP 253 e 45,700, andando verso sud, e tra il Km 46,300 e, in rari casi, ma non d’inverno, il km 47, andando verso nord, verso il luogo che gli aveva fatto quello scherzo anagrafico e fiscale, genetico e costituzionale; non poteva, come avrebbe voluto, fare brevi viaggi in luoghi distensivi e pittoreschi, e nemmeno andare in crociera, come inutilmente, 7-8 lustri prima, una rivista gli aveva proposto di fare per seminari di psicanalisi, astrologia, caratterologia francese, criminologia, cosmologia a 90° e a 360°, non poteva farlo non perché non sapesse con quale nome andarci, non poteva farlo perché, oltre che il nome, gli avevano tolto tutto, anche le mutande e non aveva nessun diritto, di qualsiasi natura, nemmeno umano e migratorio, come si usa fare anche con i cani, lui che era stato fatto nascere con quel nome nel paese degli Scalzacani.
Aspettava la lettera definitiva, con il decreto, senza impazienza, giacché sapeva che le pratiche erano delicate, le operazioni sottili, le interconnessioni tra l’ufficio territoriale, l’associazione culturale, l’associato onorario, forse anche la Diocesi e l’Ordine di Malta, le distanze enormi, le poste inefficienti, come già era avvenuto quando il poeta epifanico e magmatico, nell’inviare a quell’ufficio territoriale così competente l’affisso avviso, questo affisso avviso fu inviato, per essere affisso o per essere avviso per tutte quelle popolazioni e le relative esattorie, nella città dei longobardi e dei confinanti giostrai di Segrate, dei palazzinari ed editori di Milano 2, nella città posta a capoluogo del territorio del fiume il cui nome indica la via della sede legale, ma in un’altra città, dell’ente delle illuminazioni e del canone telelettrico, e infine nella città dell’ufficio territoriale del governo preposto alla vigilanza dell’ordine e degli sfratti, della ruota e delle associazioni culturali nel nome della regione che è fondamento assoluto del buon nome nel mondo intero e nella Galassia, non solo del 95, della più potente e assurda Maffia, interconnessa con tutte le altre Maffie, le Massonerie, financo le Ur-Lodges come quella di Philadelphia.
Dopo quattro mesi, ricevette una seconda lettera che lo informava che la precedente lettera gli era stata recapitata all’indirizzo da cui lo stesso ufficio aveva autorizzato l’intervento delle forze dell’Ordine per sfrattarlo anni prima e inviarlo in esilio, nel pantano , dove, all’inizio dello sfruttamento del Petrolio nella Val d’Agri, era stato fondato il finto esilio del futuro suocero del poeta “epifanico e magmatico”, così come si evince dall’antologia, secondo volume, denominata Le Proporzioni Poetiche.
Il Test dei Cornuti, ideato e realizzato da Vuesse Gaudio, “Linus” n.9, Milano settembre 1993. |
Pertanto la precedente
lettera era annullata, e la sua pratica era stata riaperta, ed era in corso di
definizione; sebbene la lettera non accennasse ad un imminente ripristino del
nome originario e quindi il poeta epifanico e magmatico non sarebbe stato più
riconosciuto né nell’antologia di Mimmo Cara né nel ForseQueneau come creatore dell’effimera scienza della Mano Morta, di cui al bootleg che quell’editore del
lago di Bolsena stampò per centinaia di migliaia di copie in una tipografia
inesistente della stessa città celebrata per aver dato il nome e l’esistenza
corretta al fautore dell’associazione
culturale dei nati e nominati dagli uffici anagrafici della regione in cui
avevano tolto il nome originario al futuro poeta; e si pensi alla costernazione
di eventuali lettori che, rinvenendo quel “Linus”
del 1993 tra le bancarelle dei libri e dei giornali usati tra Milano e Torino,
nel farsi il Test dei Cornuti[v],
pur riconoscendosi virtualmente nel
“cornuto” predisposto dal Test, non avrebbero più identificato e
riconosciuto l’autore; e, si stava
dicendo, sebbene la lettera non accennasse a un imminente ripristino del nome
originario, il tono era incoraggiante, seppur la pratica fosse ancora seguita e
indirizzata dal funzionario con un nome che, stando all’articolo 89 del Decreto del Presidente della Repubblica 396/2000[vi], si poteva cambiare
seduta stante.
Egli provò un lieve disappunto, ma non osò dispiacersene, nonostante ci fosse stato anni prima, in occasione di uno scriteriato abuso da parte di alcuni acquisiti parenti del rituale del porco, una nettuniana infusione di Ghb affinché, durante la fantasmatica notte, fosse dato al poeta epifanico e magmatico il gaudio a lui pertinente come archetipo-sostantivo, nell’accezione delle strutture antropologiche dell’immaginario di cui a Gilbert Durand. Anche un poeta epifanico e magmatico, nell’universo e nella Galassia era pur sempre una assai piccola cosa, e cercò di considerare il rinvio come una ulteriore vacanza, seppur mai fosse stato considerato, nella nazione della Repubblica Pontificia della Ruota, un soggetto pertinente per il pacchetto delle vacanze precostituite; ma non poteva negare che vi fosse nei suoi svaghi innocenti, e anche nei piaceri singolari, un che di amaro.
La terza lettera arrivò dopo altri sei mesi o sei anni; palesemente non lo riguardava, qualcuno dopo avergli inviato una lettera di un soggetto il cui nome non era in nessun archivio del poeta, anzi si appurò che quel nome poteva identificare un soggetto, per quanto l’identità non fosse proprio quella dichiarata con quel nome, cadavere da più tempo, e difatti in quella lettera si parlava della sua cremazione e del fumo che ne era derivato, per problemi nell’impianto, e non erano reperibili gli zingari di Cassano che andavano dicendo di prima mattina , sulla ex statale 106, dove è stato confinato il poeta epifanico e magmatico, ne paese contiguo al paese che gli ha cambiato il nome secondo l’articolo 22 della Costituzione:”Se la vostra cucina a gas fa fumo…”.
Egli non poté non pensare che in quell’Ufficio Territoriale vi fossero delle gravi inadeguatezze, e se ne rammaricò.
Dopo un anno o un anno e dieci mesi, o trentasei mesi e tre lustri, forse mezzo secolo, una nuova lettera, scritta via email con uno smartphone dalla figlia di una parente acquisita, strettamente connessa con gli zingari che vanno dicendo se la vostra cucina a gas fa fumo, per via di una presunta affiliazione fatta con il dispositivo di sessualità coordinato e disposto secondo l’Ordine della Ruota e del Bosco del Torinese, in modo bizzarramente stolido, con il solito doppio sintagma, in cui il principio di coerenza è tutto disposto dalla grammatica e dalla sintassi del principio della porca e della cicogna abortista, che non solo vola nel cielo della Torre Saracena.
Guardando attentamente la busta, egli si accorse che non solo il suo nome era stato scritto con una preposizione mancante ma che la busta era stata stampata dalla Stamperia Reale di Roma, quindi proveniva dall’Ufficio Territoriale che nel secolo scorso e durante il Regno aveva un’altra denominazione.
♦ by Gaudio Malaguzzi
Egli provò un lieve disappunto, ma non osò dispiacersene, nonostante ci fosse stato anni prima, in occasione di uno scriteriato abuso da parte di alcuni acquisiti parenti del rituale del porco, una nettuniana infusione di Ghb affinché, durante la fantasmatica notte, fosse dato al poeta epifanico e magmatico il gaudio a lui pertinente come archetipo-sostantivo, nell’accezione delle strutture antropologiche dell’immaginario di cui a Gilbert Durand. Anche un poeta epifanico e magmatico, nell’universo e nella Galassia era pur sempre una assai piccola cosa, e cercò di considerare il rinvio come una ulteriore vacanza, seppur mai fosse stato considerato, nella nazione della Repubblica Pontificia della Ruota, un soggetto pertinente per il pacchetto delle vacanze precostituite; ma non poteva negare che vi fosse nei suoi svaghi innocenti, e anche nei piaceri singolari, un che di amaro.
La terza lettera arrivò dopo altri sei mesi o sei anni; palesemente non lo riguardava, qualcuno dopo avergli inviato una lettera di un soggetto il cui nome non era in nessun archivio del poeta, anzi si appurò che quel nome poteva identificare un soggetto, per quanto l’identità non fosse proprio quella dichiarata con quel nome, cadavere da più tempo, e difatti in quella lettera si parlava della sua cremazione e del fumo che ne era derivato, per problemi nell’impianto, e non erano reperibili gli zingari di Cassano che andavano dicendo di prima mattina , sulla ex statale 106, dove è stato confinato il poeta epifanico e magmatico, ne paese contiguo al paese che gli ha cambiato il nome secondo l’articolo 22 della Costituzione:”Se la vostra cucina a gas fa fumo…”.
Egli non poté non pensare che in quell’Ufficio Territoriale vi fossero delle gravi inadeguatezze, e se ne rammaricò.
Dopo un anno o un anno e dieci mesi, o trentasei mesi e tre lustri, forse mezzo secolo, una nuova lettera, scritta via email con uno smartphone dalla figlia di una parente acquisita, strettamente connessa con gli zingari che vanno dicendo se la vostra cucina a gas fa fumo, per via di una presunta affiliazione fatta con il dispositivo di sessualità coordinato e disposto secondo l’Ordine della Ruota e del Bosco del Torinese, in modo bizzarramente stolido, con il solito doppio sintagma, in cui il principio di coerenza è tutto disposto dalla grammatica e dalla sintassi del principio della porca e della cicogna abortista, che non solo vola nel cielo della Torre Saracena.
Guardando attentamente la busta, egli si accorse che non solo il suo nome era stato scritto con una preposizione mancante ma che la busta era stata stampata dalla Stamperia Reale di Roma, quindi proveniva dall’Ufficio Territoriale che nel secolo scorso e durante il Regno aveva un’altra denominazione.
♦ by Gaudio Malaguzzi
[i] Le Proporzioni Poetiche,
vol.II, a cura di Domenico Cara,
Laboratorio delle Arti, Milano 1976.
[ii] Cfr. V.S.Gaudio, Manualetto
della Mano Morta, Bootleg Scipioni, Viterbo 1997.
[iii] Cfr. ForseQueneau. Enciclopedia delle Scienze anomale, Zanichelli editore, Bologna 1999.
[iv] Vedi art. 11 Legge 15 dicembre 1999, n.482, Norme in materia di tutela delle minoranze linguistiche storiche; e art. 7 Decreto del Presidente della Repubblica 2 maggio 2001, n.345, Regolamento di attuazione della Legge 1999/482.
[v] Cfr. Il Test dei Cornuti, ideato e realizzato da Vuesse Gaudio, “Linus” n.9, Milano settembre 1993.
[vi] Decreto del Presidente della Repubblica 3 novembre 2000, n.396.
[iii] Cfr. ForseQueneau. Enciclopedia delle Scienze anomale, Zanichelli editore, Bologna 1999.
[iv] Vedi art. 11 Legge 15 dicembre 1999, n.482, Norme in materia di tutela delle minoranze linguistiche storiche; e art. 7 Decreto del Presidente della Repubblica 2 maggio 2001, n.345, Regolamento di attuazione della Legge 1999/482.
[v] Cfr. Il Test dei Cornuti, ideato e realizzato da Vuesse Gaudio, “Linus” n.9, Milano settembre 1993.
[vi] Decreto del Presidente della Repubblica 3 novembre 2000, n.396.
ATTI PUBBLICATI ALL'ALBO PRETORIO DIGITALE:
Per tipo atto: AVVISO
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