Brandolino Brandolini d’Adda ▌La scheda del P.M. da "L'Assassinio dei Poeti come una delle Belle Arti"™
! in memoria di Brandolino Brandolini d’Adda
BRANDOLINO BRANDOLINI D’ADDA
(Roma, 1928; visse nelle Prealpi Trevigiane).
Titoli: Da un monte
rovesciato, Milano 1973; Otto
spartiti, Mantova 1977; Dipinto fuori
quadro, Verona 1994.
Ci si chiede come è potuto accadere che un Poeta che, come li intende Domenico Cara, è di tipo “epifanomagmatico”, anche se a volte è più epifonico che epifanico, sia diventato presidente della Selezione dal Reader’s Digest. Come è possibile che uno, quando è semplice, scrive:
“ditirambo di dita aria
e aura
minnolo utensile lavoro
avorio
so-soffio
sé statua
(…)
tituba
turba te
(…)”[i]
Cioè: quando scrive
questo ditirambo è pre-presidente della Reader’s
Digest Italiana?
Non so come sia
possibile, ma è così.
E passi. Uno dice:
passato il climaterio, la smetterà di farci i ditirambi e gli iposonetti epifonici. Niente. Tu stai lì, contento.
Brandolini d’Adda ha smesso. E zac, t’arriva Dipinto fuori quadro, della
collezione di scrittura Limen di “Anterem”, la rivista di ricerca letteraria:
“cucù?
sei tu?
cuccuruccucù!
sono colui che è
indenne madonna
dì dillo dì dillo
il sesso neonato
deodato e vietato”[ii]
Tutta la composizione,
composta e impaginata a Venezia con caratteri Bauer Bodoni disegnati nel 1926
sui tipi di Bodoni del 1790, è ispirata dal dipinto “San Martino” di Jacopo
Bassano, che si trova nella Casagrande, antica residenza dei Brandolini a Cison
di Valmarino. Il dipinto, datato 1585, raffigura Francesco Maria a cavallo e il
padre Brandolino inginocchiato.
Ora, se la metafora,
come dice il Poeta, riguarda in qualche modo tutti coloro che, vivendo in
quella vallata ai piedi delle Prealpi trevigiane, ne portano il segno, come mai
il Poeta non si toglie il mantello della Poesia e lo dà al viandante?
Comunque sia, il dipinto
fuori quadro suggerisce al Lafcadio di sopprimere il Poeta delle Prealpi
trevigiane con un’arma da taglio e non con la panclastite che, in Tavola, è prescritta a ragione della
classificazione magmatica del Poeta.
Ma più che lo spadino,
che, nel quadro, impugna Francesco Maria, sia usato lo Schiavone. Che,
specialmente al plurale, erano gli schiavi slavi al servizio della Repubblica
di Venezia: arma speculare, dunque, visto che si compone e si impugna in quel
di Venezia con tutta la mobilità grafica che è competenza di quella città.
Considerato che, sotto
la maschera del Poeta, Brandolini d’Adda brandisce l’anima del manager, esperto
in strategie offensive e difensive, non si è potuto non presupporre che il
Lafcadio, incaricato dell’esecuzione, potrebbe avere più di una difficoltà
operativa. Abbiamo, pertanto, consultato il semiologo Alessandro Gaudio che,
recentemente, ha compiuto uno studio di semiotica delle battaglie (Esercizi sul Campo, © 1999).
Alessandro Gaudio,
valutato il fatto che il Poeta non solo vive in un castello ma che è dotato in
Retorica come ogni epifanico figlio di Ezra Pound, ha detto che:
“Per costringere il
Poeta ad una valutazione errata è necessario fargli vedere, mostrargli, indicargli un’azione e sperare in una
reazione conseguente e, ovviamente, suicida”.
Con un algoritmo di
trasformazione, così ha parlato il Semiologo della Scuola di Bologna, se l’operatore
complica il paradigma con una significazione strutturale seconda vince;
se, invece, non riesce ad attuare la significazione strutturale seconda, perde
o sbaglia o la sua azione è inefficace.
Il Lafcadio usi la litote capovolta per costringer Brandolini a mostrarsi o ad
aprire la porta; non vada lì con una “presenza iperbolica”, non “attenui l’enunciato
negando il contrario di esso”, come avviene con una semplice litote, ma esageri l’enunciato con l’ostentazione del
contrario del suo paradigma effettivo:
insomma, per fargli abbassare il ponte levatoio, non vada lì vestito da
viandante o da nomade ma bussi al castello dicendo che è il messaggero, che
so?, del Nobel, e, abbassato il ponte levatoio e fattosi Brandolino sulla porta
principale, lo si colpisca con lo schiavone.
Ecco gli schemi
elaborati da Alessandro Gaudio per lo stratagemma vincente:
○ Lafcadio e Litote Capovolta
○LAFCADIO
in
veste di
Viandante sì
ma
→
|
Messaggero del
Nobel
|
LITOTE
|
LITOTE
CAPOVOLTA
|
Brandolino
lo vede e pensa che sia un deviante che,
mostrandosi
dimesso o per
chiedergli
ospitalità, fidando nel fatto
che
l’apologo di San Martino prodigale
sia
metafora operativa della Famiglia
Brandolini,
voglia sopprimerlo
|
Brandolino
deduce che è davvero il messaggero
del
Nobel ‘sto viandante: se fosse
il
contrario non sembrerebbe un viandante,
avrebbe
usato la figura dell’iperbole, per
spacciarsi
per il personaggio che non era,
magari
avrebbe detto di essere San Martino
in
persona per carpire la fiducia del Poeta
|
NON
APRE ╪
|
APRE
∞
|
○ L’Algoritmo Vincente
Lafcadio
vince
perché
|
BRANDOLINO
perde
perché
|
|
SIGNIFICAZIONE
|
il Paradigma è celatoè
e c’è l’efficacia simbolica
ê
|
decodifica un Paradigma
diverso
ê
|
DISTANZA
con
la vittima
|
RIDOTTA
ê
|
RIDOTTA
|
AZIONE
|
COLPISCE con
lo schiavoneè
|
APRE IL PORTONE
ç
|
BRANDOLINO si muove sempre
PRIMA:
DOPO l’ostensione iniziale del
LAFCADIO
[i] Versi estratti da “Fouille”, contenuta in Una rosa è una rosa e una rosa,
antologia della poesia lineare italiana 1960-1980, a cura di Sarenco-Verdi,
Factotumbook, Verona 1980-
[ii] Versi estratti da Dipinto fuori quadro, ed.cit.
! Con questo numero Anterem cominciò a dire le ragioni della poesia: oltre che Brandolino, c'erano poeti come Adriano Spatola, Franco Cavallo, Mario Lunetta, V.S.Gaudio, Guido Ballo, Ciro Vitiello, Gianni Toti, Cid Corman, Franco Beltrametti, Giulio Leoni, Alberto Cappi (...) è
! La scheda di BRANDOLINO BRANDOLINI D’ADDA,
tratta dal FASCICOLO DEL P.M. E DEL PROCURATORE DELL’ACCADEMIA PER L’ASSASSINIO
COME UNA DELLE BELLE ARTI, è stata compilata verso la fine del secolo XX: visto
che nella strategia operativa del Lafcadio, semiotizzata da Alessandro Gaudio,
compare il “messaggero del Nobel” e, vista l’ultima trovata della Reale
Accademia di Svezia in fatto di Nobel(quello dei pozzi di petrolio in
Russia)per la Letteratura, la si pubblica in
memoria di Brandolino Brandolini d’Adda.