La Resistenza
Fammi ancora amare
Dammene ragione ed argomento
L’opera che si regge nella tua mano
Quando mescola l’argilla al sangue
L’acqua alla sabbia che ebbe misura
In clessidre ed eruzioni di vulcani
La mano che traccia segni sulla risacca
Di quell’oscillazione che gli stolti ed
i carnefici
Con reciproco ed implicito complotto
Si affannano a far consistere nel tempo
Quale appare nelle larve di coscienza
Per cui credono di compiacersi
Di una propria particolare ingenuità
Una volta risolto l’algebrico problema
Che sta loro di traverso tra il palato e
gli sfinteri
Come bolo indigesto ma tollerato al
gusto
Il dissesto di questa terra
Durante la contingente guerra
Omnium contra omnes qui sunt homini lupi
Durante la fatiscente Storia
Che stenta a farsi umana
E per disprezzo di sé rinuncia
Resistere serve a tutto
Ed è inoltre atto di libertà
Incondizionata dalla spettrale
Necessità così come appare
Nella turpe pantomima con la quale
I poveri di spirito e di cuore
Fingono tangibili ricchezze e proprietà
Senza risparmio di facezie e paradigmi
Rendi al nome che porti
Del quale ti battezzo con l’acqua
Di queste parole rendigli
Senso e significazione
Resisti e non confessare mai ai
colpevoli
La virtù che non ha prezzo ai loro tassi
di sconto
Rivoluzione sei il pane spezzato alla
mensa del sogno
Di cui sarà nutrita l’umanità al
risveglio
Soltanto di sazietà incapace e di
menzogna
Su giacigli di cristallo dove innumeri
albe
La muteranno in farfalla ed in alito di
vento
Ogni volta a piacere e meraviglia
Finché le merci ed i fondi monetari
Non scandalizzeranno più l’innocenza dei
bambini
E ciò che spetta sarà condiviso
In maniera tanto equa da moltiplicare la
concordia
Pani pesci e mari e amore
Questo sarà attraverso ciò che fu detto
rivoluzione
E ciascuno che al tuo pari sia venuto al
mondo
Godrà del beneficio che gli avrà offerto
La tua resistenza nella creazione
Vedi bene che resistere serve persino a
te stesso
Laddove nasca consapevole scelta
E purché tu sia degno di tanta gioia
Quanta se ne è riflessa sui simulacri
Cui la signoria del tempo tributò culto
idolatra
Con sontuoso dispendio di patriarchi
Cosicché i demoni effigiati sulle sue
monete senza volto
Ne abbiano invidia e si rassegnino al
fatto
Che per loro esistere non serve a niente
Incontro
In natura e
cultura
Il mondo ricatta
chiunque
Con la mendacità
del suo valore
Che l’Apocalisse
sia in atto
Non è il male
peggiore
Il quale
consiste invece
Nel fatto in cui
prosegue
E si faccia
tollerare
Passibile
d’eternità persino
Nelle menti che
conculca
E l’atto di
ribellione
Di indicare con
perseveranza
Il bene che in
sé viene corrotto
Dentro al
vortice annientatore
Dell’opulenta
tracotanza
Peculiare a
tutto ciò che è dovuto
Alla divisione
del lavoro
Ed alla
spartizione del decoro
È niente anch’esso
Se non passa
nella tua mano
Come un dono per
l’altro
Che ancora
ignori
Giancarlo
Micheli
dalla
raccolta inedita verses versus Capital