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Una
delle meraviglie che mi sorprese in uno stesso gennaio
fu
quella volta quando mi arrampicai in alto qui nella pinoca su
un
pino e mi dicevo è da lassù che piscerò al vento e nel cielo
e
dissi al mio oggetto “a” assoluto che era là sotto ancora
con
il genere 42 di Barthes, nel sistema della moda, abbassato
tu
che sei del Capricorno e hai il patagonico angolo piatto dei
due
vettori del (-phi) che son quelli che stendono
il
tuo punctum “f” sull’orizzonte a ovest che cosa vedi
guardando
in alto e fu da questo pino così eretto
nel
tuo
medio cielo che se ne allitterò pene?
E’
questa sarebbe dunque una delle meraviglie
che
adesso ti coglie su quel pino che appena appena
non
è manco un terzo del tuo pene?
Rispose
il patagonico angelo Stuart
che
nella pinoca faceva il mio oggetto “a”;
intanto
che il sole laggiù a sinistra è quasi
sul
tuo grado radicale tra Villapiana
e
Venere che magnifica gli
archetipi-sostantivi
del
tuo Giove e l’elasticità dei tuoi leggings,
io
quassù son in vetta al pino
e
sopra il mare che meraviglia una luna gialla
che
è stesa sul mio punto di Attila, e tu amata mia
che
cazzo puoi vedere là sotto ?
Che
faccio, mi rispose il mio angelo Stuart,
risalgo
anch’io quest’altro pino o vengo
su
dietro al tuo e mi tiri su col tuo pene,
per
la meraviglia di quella luna così gialla
a
meno che tu non stia allitterando una palla?