Martina Corgnati ⁞ LOREDANA CERVEGLIERI E LA FIGURA DELL'ANGELO

Loredana Cerveglieri
L'alba di Melisante, l'oro 1997
Tecnica mista e foglia oro su tela
cm 88 x 144
Collezione Pagella-Alessandria
In Memoria di Loredana Cerveglieri v
Mi ha scritto oggi Maurizio Spatola per dirmi che aveva caricato, per l'Archivio online,  il pdf del Tam Tam n.3/4, del 1973, “in cui c’è una tua poesia del 1971” e ci sono Gary Snyder, Cid Corman, Franco Beltrametti, Philip Whalen, Gerald Bisinger, Nicola Paniccia,  Antonio Porta che scrive  a Adriano Spatola, Corrado Costa e c’è anche la foto della Galleria d’Arte Duemila dove, nel 1978, farò il reading di Lebenswelt e Stimmung, in quel febbraio nevoso che non scoraggiò quella sera Mario Ramous ma che fece dimenticare a Silvia Zangheri di mettere il rullino nella macchina fotografica. E mi ha comunicato una cosa sconvolgente, che Loredana Cerveglieri, la pittrice dell’ Artepoesia, se n’era andata a meno di due anni dalla scomparsa improvvisa del marito,  Ettore Bonessio di Terzet. Sconvolgente, è dir poco. Io non sono mai riuscito a scrivere due righe a Loredana: Ettore mi aveva comunicato, prima, che entro fine luglio avrei ricevuto almeno 50 copie del mio libro Aurélia Steiner, che avrebbe dovuto inaugurare la collana “La Lente di Venere” coedito da Edizioni Mimesis/iL Cobold; poi, verso la fine di luglio, mi comunicò, trasmettendomi l’email dell’ Antica Tipografia Ligure, che la stampa slittava per le ferie e che avrei ricevuto quanto detto per l’inizio di settembre. A Ferragosto, Raffaele Perrotta mi comunicò che all’improvviso Ettore era scomparso. Per tutto questo tempo, niente, non ho trovato mai la forza di scrivere due righe a Loredana, cosa avrei potuto dirle? Io sono un poeta maledetto, maledetto e disperato, a cui, da quando è nato, hanno tolto tutto, persino le mie radici sono state estirpate. Mi è stato cambiato il nome violando palesemente l’articolo 22 della Costituzione e il Ministero dell’Interno, interpellato per il ripristino del mio nome originario, non palesa nessun intervento, manco fosse un segreto di Stato (cfr. Decreto Prefetto di Cosenza 6373 del 7 febbraio 2013). Mi hanno tolto tutto, sono tenuto prigioniero nel Pantano di Villapiana, dove fu inviata la famiglia di mio suocero quando venne fuori il marchingegno di Pisticci per il petrolio della Basilicata. Ho aspettato invano per tutto questo tempo che potesse venirmi a liberare un angelo di Loredana Cerveglieri, Melisante, Didirè o Elités, ma niente, sono nella terra del filosofo della Città del Sole, e pensate che non mi è mai arrivato nemmeno quel lavoro (che avrebbe dovuto essere una tempera o un collage per una città del Sole, dell’angelo Elités se non una foglia),  che Loredana  aveva intenzione di spedirmi nel maggio del 2012 (vedi anche Il Mistero della Farfalla, di cui ci inviò le immagini e che abbiamo tenuto esposte per “pingapa” e “gaudia 2.0”).

La ricordiamo qui con questo breve testo di Martina Corgnati, estratto dalla monografia edita da Skira e curata dalla stessa Martina Corgnati per la Mostra a Palazzo Guasco , Galleria Carlo Carrà, ad Alessandria nel 2009.
! V.S. Gaudio

In copertina:
Elités, le città del Sole: Helsinki 2006
Tempera, foglia oro e collage
su cartoncino 50 x 70
Napoli, collezione privata

La figura dell'angelo e il ritratto complesso.

La pittura di Loredana Cerveglieri è elegante, consapevole, ricercata, ma la questione dello stile, o, se preferiamo, l’isolamento dello stile all’interno dei confini della pittura come ricerca estetica pura, non le basta o, per meglio dire, non le bastava. (…)Ci vuole un tema, ci vuole un legame, forte, una specie di vocazione che unisca un quadro all’altro, che si ponga come tessuto connettivo di un senso che prende forma e si articola; e che dal balbettio di venti articolazione, fraseggio, continuità, valore. Diventi senso che si faccia contenitore di altro senso.
La figura dell’angelo è stata per Loredana Cerveglieri questo tema. (…) Tema ricco, “osservante”(nel senso del rispetto dovuto e osservato nei confronti della tradizione e, in generale, dell’arte sacra) ma fiabesco, filosofico ma leggendario. (…) Quindi ecco Melisante, il primo angelo o, se si preferisce, la prima invenzione affiorata come vera e propria esigenza di senso sul crinale di un’alba simbolica e immaginifica. Insieme ai suoi fratelli apparsi in fasi successive, come elementi complementari, egli concorre a costituire il ritratto complesso nel quale possiamo leggere, come attraverso una filigrana, quello dell’artista e di una sua certa idea del mondo. Infatti, i tre angeli, comunque vogliamo intenderli, hanno scandito il percorso creativo di Loredana Cerveglieri degli ultimi vent’anni almeno, abitando di preferenza tele o tavole semicircolari, quasi cimase di polittici rinascimentali, ma non disdegnando neppure grandi superfici vuote e ariose, incondizionato ambito di possibilità per la loro silhouette libera e vaga, mobile e preziosa. Non hanno volto: essi si manifestano e vivono come efflorescenze di segno, disincarnate aperture del pennello e del colore, aggraziate e dinamiche, che animano piani omogenei e monocromi, o intarsiano come smalti fluidi e traslucidi lo spazio mineralizzato dalla foglia d’oro.
Martina Corgnati Loredana Cerveglieri.Il cielo sopra la pittura, SKIRA, Ginevra-Milano 2009: pag.10-11.
I giochi di Melisante: le biglie 1998
Foglia oro, olio, tecnica mista su tavola
cm 88 x 138
A sinistra, per le città del Sole. Alessandria e, a destra, Genova.