GIORGIO
LUZZI
(Rogolo, in provincia di
Sondrio, 1940; vive a Torino dal 1972 lavorando alla Sovrintendenza Scolastica
per il Piemonte quando non va all’Arci).
Titoli: 23 ipotesi per il vino, Bergamo; Coblas, Torino 1980; Luce e altri tatti, Torino 1981; Piccola serie inglese, Torino 1983.
Un errore di vocale insospettì
il P.M.: nella Tavola dell’Arma, per questo Poeta magma-lirico anziché “contestativo”
come lo volle Domenico Cara ne Le
Proporzioni Poetiche del 1987, è prescritta, come Arma per la soppressione,
la l i ddite . Dopo continue
ricerche sui vari vocabolari della lingua italiana, non riuscendo a scovare l’acido
picrico e i suoi cristalli gialli tanto usato dalla pirotecnica per illuminare
il cielo più buio, finì col prendere in considerazione una lettera anonima o
"pseudonima" di un facoltoso professore presso la Facoltà di Irrilevanza
Applicata di Bologna, potendo, così, rinvenire il trinitrofenolo alla voce l y ddite,
che, nel vocabolario, non trovi dopo “lìdar”(il radar ottico) ma dopo “lùxometro”(l’illuminometro
tarato in lux), finì col seguire il suggerimento dell’anonimo professore:
“Il Poeta – scriveva l'accademico – è di Rogolo; se si fa l’anagramma del paese della
Valtellina, che si trova sulla Statale 38 all’estremo lembo della provincia di
Sondrio al confine con quella di Lecco, si ottiene Orolog, che, letto
come lo si pronuncia tra la piana di Sibari e la valle del Sinni, non può che
alludere a un paese, situato sulla 481, che costeggia il torrente Ferro[i], all’estremo lembo della
provincia di Cosenza al confine con quella di Potenza e di Matera: Oriolo,
che, come spiega il vocabolario Zingarelli, non è che il tosc. Orologio”.
Il P.M. si portò, per questo
motivo, da Rogolo, ossia “Orolog”, come Orologio, ad Oriolo, ossia Orologio.
Orologio alla mano, impiegò per
raggiungere il centro agricolo della fascia collinare pedemontana compresa tra
la piana di Sibari e la foce del Sinni 17 ore, minuto più minuto meno: nel tragitto,
il suo suggeritore anonimo gli tenne compagnia telefonicamente facendogli
capire come da Rogolo una volta giunto a Oriolo, con un po’ di ludotecnica fonetica,
avrebbe potuto pensare ad assonanze come Auriol,
che è il presidente della 4^ Repubblica Francese dal 1947 al 1954, quando il
presidente della Repubblica Italiana è Einaudi(1948-1955): se Auriol, essendo
francese, lo si può traslitterare in italiano come Oriòl (la pronuncia – raccomandò il semiologo – deve essere quella
di quella fascia collinare e pedemontana del Ferro); la parola Einaudi, visto che c’entravano i
tedeschi per far uscire una repubblica da un regno quando si è appena fatta una
guerra mondiale, la si può traslitterare in italiano come Aìnaudi, che, chissà, fece sornione il semiologo irrilevante, forse
allude a un paio di boschi, essendo “Hain”=”boschetto” ed essendo “Gaud”, nel
vieux français, il “bosco”, il gaudio dei briganti…
Il P.M. valutò attentamente l’ipotesi
dell’irrilevante semiologo e dopo aver sorseggiato un caffè alle Saline Est all’altezza
di Cerignola, che dette i natali al linguista Zingarelli, pensò che, a conti
fatti, se per una vocale questo semiologo “mi fece scovare la lyddìte nel
vocabolario della lingua italiana a pagina 1072 dell’edizione 1992 dello
Zingarelli, vuoi vedere che mi sta facendo scovare l’orologio, il timer, per l’esplosione
che ha fatto saltare un regno, mentre stiamo cercando di venire a capo di una
semplice e supposta eliminazione di un Poeta seppur nato in Valtellina?”
“Ascolti – telefonò ancora a
tarda notte il semiologo irritante – non dimentichi che se da Rogolo lei sta
andando ad Oriolo, e non è passato dalla Toscana perché sta percorrendo la A14,
avendo trovato per strada il primo presidente della Repubblica Francese del
dopoguerra, potrebbe imbattersi anche in qualche altro cittadino francese che
ha nel nome l’orologio, che – da polso, da torre, a ripetizione, a scatto, di
precisione se non in anticipo – scandì il tempo delle sue azioni e delle sue
vittorie…”
“Non capisco – rispose il P.M. –
sono stanco. Ho sonno. Che c’entra lo scandire del tempo? E se spaccasse il
minuto, il secondo? E se l’orologio andava indietro? E se fosse un’ora
inopportuna, sconveniente? Che ora è?”
“Non stiamo parlando di ora, né
di quarti d’ora. Qui è l’istante, l’attimo, la frazione infinitesimale che
conta: suvvia, ma quando è nato lei? Pensando ad Auriol(“Oriòl”), che è
francese, negli anni cinquanta, chi, a botta dritta, con una uscita in tempo,
un fendente, toccava l’avversario fuori tempo?”
“Non lo so. Con un fendente? Un
manrovescio?”
“Ma sì, una forconata! Dài; c’è
Hain, il boschetto; c’è Gaud, il bosco dei briganti, quindi c’è la Gaudille, la
sciabola, la spada dei briganti; quindi, se c’è Auriol, c’è…quel famoso
schermidore…il fiorettista…campione olimpionico nel 1952 e nel 1956, il
campione del mondo del 1953 e del 1954…D’o…D’or…D’ori…D’orio’…D’oriola!”
“E la lyddìte, l’acido picrico
che c’entra con il fioretto e la sciabola?”
A questo punto, la linea cadde
e il P.M. imprecò contro il semiologo: “Ma guarda te, ci mancava la scherma per
un Poeta del cazzo che ancora non è nemmeno saltato in aria!”
"il marxismo che difesi in una sala", dalla Piccola serie inglese, e uno dei cinque disegni di Egle Scroppo |
Purtroppo, D’oriola c’entrava[ii].
dorina vaccaroni, qui non a caso in una foto dell’Unità, di cui il poeta era assiduo lettore, la famosa schermidora che, però, il p.m. non la fa entrare nel fascicolo di cui al poeta dell’oriolo. |
Una volta giunto ad Oriolo, il
P.M. ebbe immediatamente la chiave dell’Assassinio: trovò, addirittura, in quel
paese, una via intitolata a GIORGIO LUZZI! E allora qui si fa sul serio: se un
errore di vocale mi fa esplodere in mano un regno, come può un Poeta, per giunta
mezzo epifanico se non del tutto magmatico, avere intitolata in vita una via ad
Oriolo Calabro, che, non sarà per caso, ha lo stesso patrono, potettore degli schermidori,
di Oriolo Romano(VT), che ha lo stesso CAP di Marta e di Gradoli[iii]?
Dopo attente indagini, il P.M.
concluse che il Poeta Giorgio Luzzi, che era stato avvisato con preavviso che
sarebbe stato assassinato con lyddìte, era in realtà un poeta lombardo-calabro
piuttosto che torinese, pertanto l’inclusione nell’antologia Poeti della Lombardia(Forlì,1984) era da
ritenersi giusta[iv].
Per quanto, invece, attiene al comprensorio del Porto Poetico n.58, dovendo ritenere Oriolo compreso in quell’area,
detta dell’alto ionio cosentino, ed essendoci il Poeta V.S.Gaudio, non si può
non informare il Luzzi che è sospettato della soppressione del Poeta “torinotrebisaccosentinese”[v].
Per quanto riguarda le grand
escrimeur français, l’indagine è di comptenza della Federazione Internazionale
della Scherma di Paris. Per quanto riguarda il presidente Auriol Jules Vincent,
tutto è soggetto al segreto di stato e, per quanto riguarda i rapporti con l’Italia,
al Trattato di Parigi[vi].
Coblas, dell'80, quando ancora L'arzanà di Precerutti era a Lombardore: Enzo, nella dedica, è V.S.Gaudio |
[i] Da qui l’inquietante
connotazione territoriale di questo triangolo dell’alto ionio, amministrato
dalla provincia di Cosenza, come comunità del Ferro e dello Sparviero: si
confronti il relativo consorzio di bonifica, come se ancora ci fosse qualcosa
da bonificare col ferro e con lo sparviero, con la spada e con il predone!
[ii] D’oriola, si scoprì che c’entrava
anche per questo motivo: non solo per assonanza speculare ed omonimia ma anche
per via del fatto che, essendo il patrono di Oriolo, San Giorgio, come lo è dell’Inghilterra,
di Torino e di Reggio Calabria, è il protettore degli schermidori. Senza
dimenticare che da Oriolo si prosegue per la provincia di Matera per approdare
dopo pochi chilometri a S. Giorgio Lucano. Vista la irrilevanza semantica del
P.M., sarebbe del tutto fuori luogo, anche per quanto si connetterà nelle note
successive con il Gaud, connettervi anche, per S. Giorgio, un santo di
Périgueux, che è altra zona che, come S. Giorgio, protegge i miserabili, i
lebbrosi, gli argotiers e altri lazzari e poveri scalzacani.
[iii] Il P.M., non essendo un
semiologo irrilevante, non ha compreso l’importanza semantica dell’OROLOGIO,
che, in quanto simbolo del tempo e del calendario, essendo anche il timer dell’esplosivo,
se non ricaricato più, si sarebbe fermato, e , con esso, il tempo della
Repubblica del Gaud. Non a caso, non ha nemmeno rilevato che ad Oriolo esiste
anche una “Via Gaudio”, questa sì, dedicata al Poeta di cui al Capitolo 1. Il
P.M. non rileva nemmeno il fatto che il Giorgio Luzzi, a cui invia l’informazione
di garanzia per la soppressione del Poetosofo Conferenziere al Museo di
Antropologia di Torino, aggancia il Poeta torinotrebisaccosentinese
nella città sabauda durante gli anni di piombo e non sottolinea il
collegamento che sembra esserci tra le due località collinari da cui proviene e
in cui è nato e il monte ARCI, che essendo di fronte ad Ales, dove è nato
Gramsci, diviene l’A(ssociazione) R(icreativa) C(ulturale) I(taliana), gestita dal P.C.I.( che
non è mai esistito stando a quanto dice Minniti di Reggio Calabria rispondendo a
Berlusconi, reo di aver detto a Rimini, nell’agosto del 2000, di aver paura dei
Comunisti) e che il Poeta frequentava assiduamente nelle sedi di Torino.
Infine, altro errore di valutazione è non rilevare per quanto attiene ad AURIOL
che, essendo nato il presidente francese a REVEL, “to revel” in inglese vuol
dire “gozzovigliare, darsi diletto, piacere”, “parrandear” direbbero gli
spagnoli, o “gozar”. GOZAR e GAUDERE: dalla Francia di Auriol all’Italia di
Oriolo: per questo, per GOZO=GAUDIO, il Poeta della Valtellina ha agganciato il
Poetosofo? Ma Gozo, essendo l’isola omerica di Ogigia in cui Calipso sedusse
Ulisse, con altre connessioni con imbrogli storico leggendari di questo
triangolo del ferro e dello sparviero ci riporterebbero nel punto del mare in
cui sfocia, appunto, il torrente Ferro, dove, secondo questi discendenti dell’Orologio,
è inabissata l’isola di Ogigia di Calipso, la Gawdesh, ossia Gozo, di Malta!...Per non parlare di MARTA e di
GRADOLI ( il primo paese connesso anche con un fiume omonimo, ci ricorda l’omicidio
di Marta Russo e S. Marta e la Tarasque,
per il drago che divora una vergine al giorno e per la processione della
Pentecoste a Tarascona; il secondo, l’omicidio di Aldo Moro e una festa degli
incappucciati che si svolge il mercoledì delle Ceneri) che possono essere in
connessione non solo secondo il Ciclo di
Metone ( cfr. Alessandro Gaudio, Le maquis des hypothèses, e la nota 38 del
Capitolo 7) ma anche per via della GAUDILLE, che, come una spada di Damocle o
un gladio, è sospesa sia nella vita troncata di Marta che in quella di Moro.
[iv] E allusiva allo stesso
tempo. Difatti il curatore di questa antologia è Domenico Cara che è un
lombardo-calabro dichiarato.
[v] Così è denominato V.S.Gaudio
da Gianni Toti: cfr. “Carte Segrete” n.47, Roma 1980.
[vi] Trattato di Pace con l’Italia, con tre cartine, a cura di Basilio
Cialdea e Maria Vismara, Edizioni Politica Estera, Roma 1947.
│da→ Anonimo del Gaud, L’Assassinio dei
Poeti come una delle Belle Arti, ©
1999-2003│
$Leggi anche La mano di Dorina Vaccaroni