□ Andy
Warhol | Quadrant Mickey Mouse
synthetic polymer and silkscreen
inks on canvas
60 x 60 in. (152.4 x 152.4 cm.) painted in 1981
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Il Quadrant
Mickey Mouse e la Goofy-cover per i giochi magici dell’estate 1981 □ by Vuesse Gaudio
□ Nel 1981, Andy Warhol ha
fatto a suo dire questo Quadrant Mickey
Mouse, e a luglio, uscì il “Topolino”
con Goofy in copertina messo per
annunciare l’inizio della mia collaborazione con la testata, allora edita dalla
Mondadori. Quando si notò questa corrispondenza, Andy Warhol voleva mandarmi
una delle litografie, riprodotte dal synthetic polymer and silkscreen inks on
canvas, la numero 1339 , e quelli della Direzione Periodici Ragazzi della
Mondadori volevano che lo stesso artista immortalasse il numero 1339, il numero
dell’avvento del Gaudio nel mondo di
Walt Disney. Poi, tra il dire e il fare, come scrisse il mio amico il poeta
Camillo Pennati, che è quello che ha tradotto Philip Larkin e non Silvia Plath,
c’è di mezzo il mare, fatto sta che non si tradusse bene la telefonata di
Warhol, e, giacché io, che abitavo tra il paese del più grande imbroglio che la
storia abbia mai fatto non solo all’ufficio anagrafe e la città della ruota e
della meccanica, e dei 13 chilometri di portici, per tacere delle piazze, altro
che De Chirico, preferivo i quadrati di Josef Albers o il minimalismo astratto
di Ellsworth Kelly, e anche tutta quella morfologia ectomorfica dell’omonima
attrice americana di, a proposito dei quadrati di Albers, “Rear Window”; insomma, stando
agli estremi della penisola, come se fossi a Ushuaia il giorno prima e a
Buenos Aires la mattina appresso, non ne sapevo niente. Difatti, c’erano alcuni
che mi scrivevano presso “Astra”, il
mensile di Astrologia del “Corriere della
Sera”, e, forse, anche della P2, e
mi chiedevano, ad esempio: se ho l’Ascendente in Bilancia, e sono nata col Sole
in Pesci, quando vado in pescheria i cefali in che carta di giornale quotidiano
me li devo fare incartare? E io, a volte, rispondevo, se c’era il francobollo
allegato e se pagavano la consulenza: i cefali non saprei proprio, a meno che
lei non abbia Marte in casa Quinta o Ottava, e abbia letto L’ultima
notte a letto con te di Mayra Montero, che è cubana ma vive a Puerto Rico e
pubblica in Spagna, e di cefali pare che se ne intenda, almeno ne scrive con
proprietà di linguaggio, anche se non conosco il traduttore e, visto come è
stata fatta la traduzione della telefonata di Andy Warhol che voleva donarmi il
suo Mickey Mouse del 1981, tra il dire e il tradurre non c’è solo il mare : a mia suocera, che non era
la pia donna che voleva far intendere, piacevano le triglie, e allora il
marito, pover’uomo, stava a pescare pesci dalla mattina alla sera, ma mai una
triglia, che, però, lei le metteva in padella lo stesso, all’insaputa del
marito, a meno che non lo fosse anche perché quando dicevano che s’erano sposati
lui era militare all’Arsenale di Messina e ancora non era stato brevettato il
sistema della “Gazzetta del sud” da quello dei Molini Gazzi per cui tutto quel
che doveva accadere nei paesini e nelle campagne della Culabria veniva fuso a
piombo al di là del mare della Culabria, e quindi non fosse del tutto il padre
naturale di tutte quelle vacche marine,come i dugonghi con mammelle da matrona che si davano, nello stato di pesca e nel mattatoio di famiglia, come se fossero state
pescate dal suddetto marinaio, prima, e pescatore, poi, indefesso. In sostanza, le triglie, scrissi
alla mia corrispondente, danno colore e sono un buon argomento prima di farsi
impalare o, come si usa fare in questa terra saracena, mettere in scena, dopo
cena, la sultana. Questa, dopo un lasso di tempo, mi riscrisse: “Nel romanzo di
quella Montero, ha visto in quale mare è reimmesso il cefalo, quell’Agustín
Conejo era sì un uomo di parola e Celia, mi pare, a un certo punto gli assicura
che è già tutto dentro, cosa che quell'uomo, visto per come sospirava, sapeva,
anche perché la grossa fessura non era quella di Celia ma la sua, e lei gli
dice che lo ama, e che adesso tocca a lui e quella Celia dovrà bere, allora sì
che lui l’amerà; con le triglie, che piacciono tanto a sua suocera, io ho
bevuto del Bianco di Custoza dell’anno scorso di ritorno da casa tua per
pensare a tutto quello che avevamo fatto nel pomeriggio e, come finalmente si è
saputo che i ricci si masturbano e che le vacche marine vengono
inculate non solo dai pescatori di Mombasa, pur trattandosi di triglie, nel mio caso, ho
rivissuto ogni attimo del nostro shummulo
con una precisione vertiginosa fino a bagnarmi l’animus intero scolandomi l’intera
bottiglia di vino”.In definitiva, tra il personaggio che inaugura l’avvento del
Gaudio e l’altro che dà il nome alla testata, e quella faccenda del pesce
tipografico, che, vai a vedere, oltre che la triglia, poteva essere anche il
pesce porco, il quadrante e la copertina da un lato tirano dentro l’orologio e
dall’altro la messa in scena, il visionatore, per niente magico e ludico, è
quel goofy del poeta che dal 1981 diviene
la colonna della Disney, sì certo, ma "visionata" forse dall’altra parte del mare della Culabria e forse con l’orologio del topo americano. □