Palpeggio del Palpacalli e Peppa la Cannoniera▐ Mario Grasso


IL PALPACALLI,  LA ROMPISIERA  E PEPPA LA CANNONIERA NELLA MILANO DEL SUD 

Siamo del parere che l’ingegnere catanese Francesco Nicolosi Fazio (Ciccio per gli amici) ne sappia una più del diavolo. E sarebbe qui lungo il discorso e complicato tra date di primizie e date di previsioni che Ciccio (appunto) può vantare in questa nostra città di risentimenti e di poeti (ora del treno regionale isolano, ora delle Mummie di Savoca, come vagone anche per questa volta di un treno, quello del G7 di Taormina) alla corte del magnifico Antonio Presti di Fiumara d’Arte. Non che Ciccio entri nel corteo prestiano, troppo refrattario come si trova a vivere nel suo entourage mobile di intellettuale disperso in una città metropolitana di dispersi, dove il confronto esiste in quanto specchio del proprio “bagno”. Eppure Catania è città dai tanti teatri, quindi ricca di maschere e di mascherati, al punto da poter essere scambiata per un posto tranquillo dove “li cosi comu su’ làssili stari, non ti pigghiari jatti a pittinàri”. Eppure non è così. Lo potrebbe provare l’effetto che vi provoca di volta in volta, di caso in caso l’arrivo di un “Ispettore”. Non importa chi sia né da dove provenga, non importa ai catanesi appulcrare sugli stessi propri istinti per la devozione verso il mito dell’Ispettore, di chi “Arriva da fuori”.
2 – Giovanni Verga si era caricato della responsabilità di collocare i catanesi della sua generazione sul denominatore di Ingravidabalconi (le maiuscole giovano a muovere la grafica nella pagina), stimolando il progressivo Gallismo che sarebbe stato il timbro impresso da Vitaliano Brancati, il quale si era spinto a definire il capoluogo etneo come luogo dove si pesta l’acqua nel mortaio. Immagine quest’ultima che ci è piaciuta moltissimo per la proposta icastica e nello stesso tempo di moto ritmato che essa contiene. Un titolo che vale un intero trattato di filosofia. Ma qualcosa non era stata tuttavia ben lucidata a specchio della complessità, infatti ecco l’odiatissimo Sebastiano Addamo, intellettuale, narratore, poeta, che con un suo ulteriore (rispetto a Verga e Brancati) tocco di pennello sarcastico aggiunge per i catanesi l’encomiabile titolo di Risentiti.
3 – Voi lettori siete esonerati dall’impresa di scegliere l’anima da ritenere più tale per questa nostra impareggiabile metropolitana dei teatri e delle maschere ma, come dirlo che non finisce con Addamo la prurigine onanistica di chi si arroga a battista di probabili anime di una proteiforme entità vitalissima come è quella della oggi seppellita Milano del Sud? In fondo ogni realtà di questo mondo ha nel proprio destino il simbolo della ruota che pur non mostrandolo porta impresso il segno del punto più alto e di quello più basso. È la natura stessa della ruota e sarebbe follìa stabilire l’esatta qualifica della sua attualità in una attualità eletta da primo battista di passaggio. Ecco infatti il nostro Palpacalli e il derivato come status simbol dei Palpacallati epocali. Palpacalli come nobiltà spirituale di una categoria istituzionalmente delegata alla credibilità sociale, civile, politica, in una sola parola “Culturale” perché tutti sappiamo che cultura è il complesso delle realtà civili o barbariche, di una gens. Nobiltà del Palpacalli perché non è un callista e del callista non esibisce la prosopopea professionale, ma del callista previene ogni presunzione limitandosi al palpeggio, alla intuizione superficiale, all’intuito geniale a tatto di pelle contro pelle.
4 – Disturba l’ambiente chi, come Ciccio Nicolosi, fa pubblicare sul quotidiano La Sicilia che a Catania il nome dato di XXXI maggio a una via metropolitana invita al ricordo di una rivoluzione tutta e solo catanese e di cacciata dei Borboni. Infastidisce e crea risentimenti nei Palpacallati metropolitani in perenne attesa dell’Ispettore e frattanto intenti a pestare acqua nel mortaio provato, al topo condominiale e, in casi estremi, parrocchiale. Ciccio Nicolosi ha auto persino la tracotanza di ricordare chi era stata, proprio in quella occasione del XXXI maggio la nominata Peppa la Cannoniera. Ma come dirlo al nostro amico che tra Ingravidabalconi, Risentiti, Palpacalli e addetti a pestare acqua nel proprio mortaio lui ci sta racimolando la figura dell’eterna Rompisiera con la sua sveglia culturale di ricordare  ai catanesi il XXXI maggio e Peppa la Cannoniera.