Idrusa
Plousia e la Zacchinetta utrantina▐
Gli dico il nome: Plousia
Mekuón.
Lo scrivo su un foglio bianco
e glielo do.
Lo decifra lentamente, poi mi
guarda per
sapere se lo ha letto in modo
corretto.
Io non dico niente.
Lui ripete il nome.
Poi getta il foglio, viene
vicino a me
e mi guarda e mi parla col
nome.
Lui solleva la sua veste con
cura. Dispone
d’un tempo lunghissimo, si
direbbe.
Comincia a scoprire il corpo
di Plousia Mekuón.
Talvolta dice il nome tutto intero.
Talvolta solo il nome.
Talvolta solo il cognome.
Lo dice nei baci, le labbra
contro la pelle,
lo dice a voce bassa, lo
grida, la chiama
all’interno del corpo, contro
la bocca, contro
il muro. Egli dice:
Saracina, Plousia Mulacchiona,
Musulmana Mekuón,
Musulmana Plousia Mekuón,
Idrusa Plousia, Μεσκυλα[i],
Idrusa Mekuón, Ιδροθαύμα, Ιδροπετρα,
Βρεγμέναπετρα[ii], Zacchinetta
utrantina[iii], Μηχανή-εις-Νερό[iv],
Zobeida saracina, Δύτιά [v], Λίποςλιθος[vi],
Πλωτιάσκύλά[vii]
.
[i] “Cagna di mezzo, cagna del
mezzogiorno”.
[ii]
Rispettivamente:”Idromeraviglia”,”Idropietra”,”Pietra bagnata”.
[iii]
Nella “Zacchinetta d’Utrànto”, la “lanzichenecca saracena”, la briccona tuffatrice
è Plousia Mekuón che tiene sempre banco e la somma che intende arrischiare è
sempre in dracme: il marinaio o il poeta che sta alla sua destra ha facoltà di
scommettere tutta la somma annunziata dalla tuffatrice, di scommetterne una
parte o di passare. Quand’egli dichiara “tengo tutto” il giuoco è fatto; ma
quando non copre che una parte della scommessa, il giuoco non è fatto se prima
o successivamente gli altri giocatori, marinai o poeti che siano, non
completano la copertura della somma annunziata da Plousia. La carta che Plousia
scopre sempre è la 23, l’arcano del Re di Bastoni; la carta dei puntatori è
quella corrispondente al numero fatidico del nome di ognuno, le cui lettere
vengono denumerate con l’Alfabeto dei Rosa-Croce. Davanti a sé, Plousia Mekuón,
vestita di corsaletto e di morione o solo col costume rosso, una a una, scopre
una, due, tre carte,ecc. fino a che non ne scopra una eguale alla sua o a
quella dei puntatori. Nel primo caso guadagna e si tuffa nella mar d’Utrànto;
nel secondo perde, e i puntatori si dividono le spoglie del banco in
proporzione alla quota coperta, e Plousia dovrà fare la tuffatrice tante volte
quanto stabilito in correlazione alla posta in gioco. Plousia ha diritto di
porre il banco all’incanto fino a tanto che non perde e fa tuffi; chi lo compra
acquista i diritti a vedere Plousia per 23 o 74 secondi nella posa sospesa del disporsi al tuffo, la posizione Zacchinetta, a gambe unite si
solleva sulla punta dei piedi, dispone a 90° il tronco del corpo e fa
volteggiare le braccia aperte e distese: tra la “pecorina” e l’”anatra che vola
capovolta”, questo disporsi specchia
la posizione 17 del “Foutre du Clergé” e la posizione 12 del maestro
Tung-hsǜan, ma della prima, in cui avrebbe dovuto essere in ginocchio, cioè far
passare da j(da G latino) a š tanto
che “ginocchio” possa essere “scinucchiu”,adotta solo l’angolo a 90° tra podice
e gambe. E della seconda, in cui avrebbe dovuto sedersi a cavalcioni sul poeta
ma con la testa rivolta verso i propri piedi, mette in atto il volo, lo svolazzamento, con le braccia spiegate prima del tuffarsi del corpo, nella forma sostitutiva
all’infinito preceduta da cu : “ojju
cu mar”,”voglio che mare”, e cioè “voglio immergermi nel mare”: O mar, Idrusa
mulacchiona, ‘mpalata sull’arco do’ u culu, cull’occhiu sale e scenne
s’ennamora, o mar s’è riturnata a zacchinetta sfrega la conàcchia de Plueusia,
s’è ripescato occuore, s’è tenuto nascosto tant’ammore, ‘na pietra, ‘nu
ptlepore s’è accanito stamattina, umass supraucuezz che turna turna scenne s’arriposa,
lu bujore de prendere la luna a zacchinetta. Eras tú amor, destino, final amor lucente, eras ave, eras cuerpo alma
sólo; ah, tu carne traslúcida besaba como dos alas tibias, como el aire que
mueve un pecho respirando y sentí tus palabras, tu perfume, y en al elma
profunda diste fondo, calado de ti hasta el tuétano de la luz.
[iv] “Macchina ad acqua”.
[v] “Tuffatrice”.
[vi] “Pietraunta”.
[vii] “Cagna galleggiante,
navigabile”.
Da: Plousia
Mekuón, la Mulacchiona d’Utrànto│© v.s.gaudio
2006
$Leggi anche : Blue Amorosi.Il cielo è sempre più blu e la Mulacchiona d'Utrànto