LATTUGA A CANNONATE:
L’ORA DI P’YŎNGYANG!
Fabio Giovinazzo
Kim Jŏng-ŭn tra materiali eterogenei non è un
soggetto fuori del gioco.
Nella comunicazione si oppone al
problema narrativo
legato alla sua ineluttabile
natura, quindi l’assoluto
rigore è un meccanismo leggendario della resistenza al
mondo giapponese, infine il
terrore verso l’artificio raffinato
dell’obiettivo
chiuso rimanda al prestigio del combattente senza
macchia. Fissazione
cinematografica dell’apparire? Travolgente
bambolotto creato da uno
scienziato pazzo? Ambasciatore di
quella fede incerta sullo sbocco
finale? Il matrimonio con
l’Armata Rossa viene dopo la Manciuria e prima
del comando sul
paese riassunto a cura di un
comitato per la lunga vita: usando la
macchina del tempo, infine.
La fantasia di una crudeltà attraverso il gioco della natura
contenente l’indistruttibile
schermo rovesciato dell’infelicità;
chiuso in un deludente finale, la
presenza delle macchine
addolcisce il suo rapporto con la
selvaggia pulsione che giunge da
Zardoz. E il mito lo ama, detestandolo.
Appare un bambino
nell’evoluzione
umana della cultura delittuosa: la depressione fu
appiccata troppo ambiguamente e
il pronostico finì per causare
l’arresto
del nessun precedente presso la data di ogni potenziale
suicidio. La riproduzione
nucleare utilizza il suo nome, perfetta
mediazione tra orrore e terrore.
Quindi la penetrazione
strategica dello sviluppo
economico tocca il suo vizio divino,
paralizzando l’umanismo
oggettivato.
Uomo sulla cima di un regime
solitario e militarizzato che urla
ogni vetta figurativa dentro il
programma nucleare: lanci di
testate nude, tra raggi solari e
nuvolette, contro il casuale
massacro verbale degli Stati
Uniti pronti alla missione punitiva.
Il motivo è la perfezione del missile balistico intercontinentale
che potrebbe fare a pezzi New
York. Proclama piroette Kim, la
guida suprema. Un duello per
gioco a torso nudo e pantaloni
infuocati: War Games!
L’immagine nutre il rito senza precedenti di una potenza
nucleare
priva di ricordi nella storia dell’umanità, ponendo
l’innesto di una vittoria meravigliosa e feroce tra le potenze
terrestri.
Lo struggente quindi romantico sfondo sonoro nel cuore
di Kim Jŏng-ŭn dove la politica ostile degli
Stati Uniti filtrerà
luminosa
nella grande sala del fallimento totale. Caso necessario
in quella
vivace disperazione che sta spingendo P’yŏngyang alla
celebrità forzata. Quella costruzione
pittoricamente mafiosa in
stile
americano, che non perdona il popolo verso la libertà
facendo
ricorso al nucleare, appare colma di eccellenza, se
riassorbita
nella convenzione di gangster
movie.
Kim è il protagonista che rovescia il
vizio della giustizia,
utilizzando
la forza divina in senso opposto al pensiero
benestante.
Le fiamme dell’indipendenza doppiano ironicamente
la vittoria
finale via terra, il tempo sul mare causa piú volte il
trionfo dell’angoscia, lo spirito consacrato sull’aria
non procura
sollecitazioni
politiche al fegato sociale ubriaco d’insalata al
microscopio:
allucinazioni d’amore sparò Kim Jŏng-ŭn!
ΣΜΙΛΗ / SMILE
numero 3 - 2017
Un aperiodico.
numero 3 - 2017
Un aperiodico.
A cura di Fabio Giovinazzo.
Nel numero 3: un testo dimenticato di Laura Betti, anno 1977, per il
90° compleanno della "moglie non carnale" di Pasolini; due poesie di
Elena Raddavero, una testimonianza di S.D. sul bullismo, una grafica
di FELG, illustrazioni di Cristiano Baricelli; foto di scena del film
L'arte del Fauno, diretto da Fabio Giovinazzo.
Il file .pdf di ΣΜΙΛΗ / SMILE (2,81 mega, 22 pagine, formato Arch A)
Nel numero 3: un testo dimenticato di Laura Betti, anno 1977, per il
90° compleanno della "moglie non carnale" di Pasolini; due poesie di
Elena Raddavero, una testimonianza di S.D. sul bullismo, una grafica
di FELG, illustrazioni di Cristiano Baricelli; foto di scena del film
L'arte del Fauno, diretto da Fabio Giovinazzo.
Il file .pdf di ΣΜΙΛΗ / SMILE (2,81 mega, 22 pagine, formato Arch A)