Il poeta-visionatore e Laura Sfez ⁞ L'appuntamento

Laura Sfez vs V.S. Gaudio
Il poeta-visionatore e Laura Sfez
Mini-Lebenswelt di V.S. Gaudio con Giorgio Manganelli, Centuria Sessantuno
Il poeta-visionatore si sta recando ad un appuntamento con Laura Sfez, alla quale intende dire che trova inutile, dannoso, dispersivo e monotono continuare a vederla in quanto simulacro; in realtà egli non ha mai amato quella donna dell’ École des Femmes, ma ha provato per lei, via via, anche per il trench-coat, sensi di galanteria, di devozione, di ammirazione, di speranza, per via del suo passo, di perplessità, di distacco, per via del fumo, di delusione, per via del bagagliaio dell’auto nel video intitolato “Incognito” girato dalla sorella, ed è naturale anche di irritazione. Ora, l’irritazione sta quietamente trapassando in una forma di blando e insultante fastidio, come succede al giovane uomo della Centuria Sessantuno di Manganelli(1): anche il poeta-visionatore suppone che in qualche modo Laura Sfez non sia disposta a dimenticarlo, e teme di aver conseguito nella vita di lei una dignità che lo allarma, anche perché non può esserci alcuna dignità in un visionatore officiante della Battaglia dei Gesuiti, senza che sia in ruolo a questo ordine o, anche adolescente, ne abbia frequentato una scuola parificata o abbia soggiornato in uno dei loro collegi tipo Mondragone, che annoverò giovanetti di famiglie clericalnobili e militar nobili del calibro dei Pignatelli,  degli Scapinelli, quello che sposò la sorella di Adriana Ivancich, degli Odovaine (o Odevaine?), dei  Giordano, dei De Seta, dei Badoglio, degli Alberti, dei Mangano, dei Manes Gravina, dei Cipparrone, dei Nigro, degli Angiuli, dei Catenacci, degli Apolloni-Ghetti, dei Ciancio, degli Albani, dei Saviano, dei Gigotti, dei Mariani, degli Scipioni, dei Gioia, dei Pulejo-Ainis, dei Capano, dei Pucci, dei Ciminelli, dei Serra di Cassano, degli Auricchio, degli Antonelli, quantunque il poeta ragazzo fu in interazione puberale con una ragazza che aveva questo cognome nell’habitat amministrato dalla curia che aveva un collegio gesuita a Cesena.

Ripassando la serie  dei sentimenti che ha provato per Laura Sfez, egli riconosce di essersi talora comportato con eccessiva fragilità, forse perché, specie all’inizio, e in determinate contingenze del bioritmo, concludeva troppo presto la Battaglia dei Gesuiti, ma non aveva mai sperato, sarebbe stato oltremodo folle e stupido, che avessero uno spazio in cui inventare una storia; ammette che parte del suo cruccio non dipende da lei, è un simulacro per quanto nel video sia in movimento come in un cortometraggio e per quanto sia apparsa al poeta-visionatore anche nelle immagini denominate “gif”, ma dipende dal suo comportamento visibilmente fantastico e irresponsabile, un praticante indefesso di un piacere singolare alla Harry Mathews, ma nella variante che lo stesso poeta ha codificato come “cinematografica” e non nella variante “teatrale” che è pertinente ai Singular Pleasures di Mathews.
Nello stesso momento Laura Sfez pare che si stia recando allo stesso appuntamento, anche nel video stesso on Vimeo, avendo in animo di mettere tutto in chiaro, ed è evidente dalla macchina fotografica e dall’ombrello; è una donna che ama la semplicità e la chiarezza, lo si capisce dal passo e dall’angolo bigoniaco, e pensa che le ambiguità e le imprecisioni di un rapporto che non esiste si siano protratte troppo a lungo. Ella non ha mai amato quell’uomo, ma deve riconoscere di essere stata debole; di aver goduto della sua devozione in modo incauto, di aver tollerato il crescere di un tacito equivoco in cui ora ella si sente ingiustamente invischiata, tanto che, per non bagnarsi ancor di più, ha messo il waterproof, i guanti e ha con sé l’ombrello. La donna è irritata, lo si nota anche quando cammina, anche se riesce a mantenersi ferma e calma, con la solidità del suo pondus. Ella sa che quel poeta è un affettivo, un fantastico, capace di veder cose che non ci sono, e di porre in esse una fede costante quanto infondata e vana, e dannosa anche per il suo stato psicosomatico; sa anche che quel poeta ha un alto concetto di sé, non per niente ha il mezzopunto Sole/Ascendente in Leone e la stretta congiunzione Mercurio/Plutone nello stesso segno: per questo sarà saggia, benevola, lucida, impermeabile.

Puntuali, il poeta e Laura Sfez si avvicinano al luogo dell’appuntamento: quando sono ormai a pochi metri, che quanti saranno tra un punto geografico e l’altro?, entrambi si fermano e si guardano,attentamente, in silenzio,  anche se non sappiamo dire da che prospettiva il poeta-visionatore la sta guardando, ed è allora che lei lo fotografa?
O, metti che è senza trench allora, lo saluta? Improvvisa una furia di gaudio li coglie, e non è detto che il poeta-visionatore sia stato digitalizzato come immagine fotografica essendo geneticamente, per via del cognome che porta, invisibile e innominabile e quindi nemmeno fotografabile, però entrambi capiscono, sanno, che nessuno dei due ha mai amato l’altro e che ognuno dei due viene ripetutamente inseguito e goduto dall’altro.

       (1)     Cfr. Giorgio Manganelli, Sessantuno, in: Idem, Centuria. Cento piccoli romanzi fiume, Rizzoli editore, Milano 1979.