Mini-Lebenswelt con Arno Schmidt ⁞ La collezionista delle chiavi del poeta.



La photostimmung è basata sull’originale di Gordon Chalmers © 2013; la modella di G.C. virtualizza il paradigma dell’attante  collezionista di chiavi nella Mini-Lebenswelt, per le scarpe, i jeans e alcuni fattori costituzionali correlati all’oggetto “a” del poeta.


Tra Sant’Arcangelo e Trebisacce scambiodichiavi con Arno Schmidt
Mini-Lebenswelt di V.S.Gaudio





Prima pagina del racconto di Arno Schmidt, 
“Carte Segrete” n.20, 
Roma ottobre-dicembre1972.
Tradotto da Gianna Schadhauser Mingrone
e Maximilian Wilzmann, il racconto è
estratto da "Il tamburino dello zar"


Arno Schmidt al suo tavolo di lavoro:
"Carte Segrete" n.20:
pagina 33


Le famose scatole di schede, spunti, 
e appunti, note e "pezzi di carta"
che Arno Schmidt ordinava
come materiali di composizione
from "Carte Segrete" n.20:
pagina 41
Le dissi dello scambiodichiavi di Arno Schmidt, e lei, con la mia chiave dell’aranceto di Mia Nonna in mano, che soppesava manco fosse il mio (-phi), non lo è, quantomeno non è il (-phi) all’arancia le dissi: piuttosto: la tua chiave vorrei in cambio una tua chiave, così se tu hai il mio catenaccio, cioè quello di Mia Nonna dello Zen, io avrò la tua serratura; 
e, poi, se vorrai, come nel racconto di Schmidt, collezionare chiavi, ti farò avere altre mie chiavi, per esempio la chiave della casa in vico III S.Antonio Abate 3 che ho, per via di mia madre, a Sant’Arcangelo; 
e ti darò la chiave anche di Cervia in via Mazzini 12, o quella di Castiglione di Cervia in via Capinera, e quell’altra del casello del guardiano del fiume Savio proprio in agro di Savio; 
e la chiave della mia mansarda a Torino, se proprio vorrai; 
e, infine, la chiave della mia abitazione in uno dei paesi del delta del Saraceno, la chiave di corso Vittorio Emanuele III, la sera 98(a meno che non fosse 100 la sera e l'1 al mattino o se 96 alla sera sarebbe stato commutato all'alba in 5) e la mattina 3, e vicino c’è la fontana e potrai bere acqua di fonte, che è Ayn, dalle tue mani a conca, e se non apre la chiave con facilità la serratura arrugginita, tira un calcio alla porta, se è il 5, al portone, se vogliamo chiamarlo così, se è il 3 o il 98: tu per che cosa sarai pronta? 
E lei che ancora dopo averla rincorsa, anch’io esausto come Arno, era in affanno, pur avendo quei suoi jeans così attillati, e ai piedi le Superga blu, che, solo per queste, la afferrai dal gomito e: 
la porta di casa non era chiusa, e fummo così una volta dentro, siediti, seduta era nella linea di quei jeans ancor di più l’arco del podice stretto e: la chiave, allora: mi guardò sfacciata e arrossata, e, questo era evidente, bagnata: quale chiave vuoi? 
E tu che chiave vorresti darmi? 
Sai, di poeti, non ne ho mai avuto chiavi, né ho dato la mia chiave a uno di questi strani esseri tutto spirito e intelligenza, e che vanno fuori di senno per il mio tergo, e nessuno mi aveva mai detto: la mia chiave e il tuo tergo, nel senso di Merleau-Ponty, ci stai? 
A vederti correre, le dissi: davvero hai delle gambe da corsa, e questi tuoi jeans così usati, e così che te li tieni addosso sempre, anche d’inverno, e a vederti anche da lontano, di spalle, si vede, anch’io che sono miope, che sei fatta per la vergadichiave, sulla grande strada, nel sentiero del bosco, laggiù lontano, nel silenzio del campo, ti abbassi nel vento, e l’incavo delle tue ginocchia si rovescia sopra il tempo; 
è qui che scrivi, mi disse seduta, stava a gambe aperte, tutta scarmigliata per la fuga, e: 
adesso che ti ho presa e sei qui seduta, sì è qui che scrivo: 
posala la chiave, ormai è tua, non te la porterò via, anche se più tardi, vedrai, faremo un’altra fuga e ti afferrerò infine con la chiave in mano, e: 
restituiscimi la chiave trafugatrice della chiave del mio (-phi)!  
Guardò fuori dalla finestra: e mi disse: 
forse la chiave del 12…ma cosa vorrai in cambio, è pur sempre una chiave del poeta, esclusi questi jeans così logori e stretti? 
Potresti stare seduta, ma dovremmo trovare la chiave che abbia a che fare col 33, vorrei sentire il peso che muovi nella fuga, e cosa sorreggono le tue Superga blu; 
lei si alzò all’improvviso e verso la porta senza alcuna lentezza: 
con la testa più a sinistra, messa così in isometrica 3, 
era una ragazza che per collezionare le mie chiavi aveva l’animus di chi aveva già ultimato la collezione di cui riferisce Arno Schmidt nello scambiodichiavi
per quanto non avesse letto Jung, e figurati se Gilbert Durand per Le Strutture antropologiche dell'Immaginario(Bari, Dedalo, trad.it. 1972, l'anno stesso del racconto di Arno Schmidt su "Carte Segrete")
tolta la chiave di Max Bense, facciamo uno scambio di correaltà? 
le urlai, mentre se n’era già uscita dalla porta che sta ad est. 
Si mise a ridere con la stessa rapidità: 
e in quale sistema di messaggio primario vorresti barattare quella chiave per la 12? 
E io sorpreso che conoscesse Edward T. Hall e le chiavi dei suoi SMP
non lo so proprio, hai delle mani così necessarie e attive
e lei: e le tue mani: psichica, la sinistra, e filosofica, la destra: da poeta, allora? 
Mi basta il tuo naso, le sussurrai: 
se ti fermi, dai, facciamoci un caffè, e : 
stattene qua seduta, tu, le mani, quel tergo che da solo è tutta la fenomenologia della percezione di Merleau-Ponty, e: 
mi elenchi le chiavi che hai, e, a naso, incanti il mio oggetto “a”. 
Lei sedette, e di spalle: 
tienimi per i gomiti, poi per la chiave e l’incavo delle ginocchia, 
tra 12 e 33, forse chiudiamo con la 31…
sarebbe una inchiavardata a spranga, no? 98, a dire il vero, viene sera anche per via della pecorina cui rimanda come (9+8=)17mi darai quale chiave di volta in volta per arrivare sempre a 98 (se non a 96 o a 100: pertanto: 9+6=15; 10x10=100) e per dormire nel tuo fantasma della cavalcata a rovescio o del mondo aperto e rovesciato 10 volte spalancato e 10 volte sigillato