Hoyoyodou: una delle tavole finali: "What are we Doing" |
Fare la manomorta a Messa e attaccare la
Scimmia.
Misasan ni shinda te suru soshite Saru kōgeki suru
Proairetica per due anni d’infelicità erotica
░ C’è una certa nozione
di mondi superiori, come ci fece sapere Paul Watzlawick, che non è certamente
semplice. La storiella su cui si basa un manga ad alto potenziale erotico è un
po’ sulla falsariga di come si può sviluppare la capacità di non far sapere
alla mano destra quello che fa la sinistra, e, allo stesso tempo, o meglio:
dentro la stessa situazione, in cui
interagiscono tre biografie, il fondamentale modello ci è fornito dalla
storiella del marito che ha un big business a Osaka, che, come vedremo, essendo
nella relazione a tre, è un po’ strutturata come quella degli elefanti
scacciati, di cui narra Watzlawick.
C’era un uomo che batteva le mani ogni
dieci secondi, e, interrogato perché lo facesse, rispose: “Per scacciare gli
elefanti”.
“Elefanti? Ma qui non
ci sono elefanti!”
E lui: “Appunto.”[i]
Il marito della housewife
ha un big business e saluta il padre, che è solo e senza altri parenti e quindi
va seguito da chi dovrà essere nobile, soccorrevole e buono, che non può che
essere la moglie di chi ha il big business a Osaka; ma la morale della
storiella erotica è che il doppio fallo,
come anamorfosi, è automaticamente
connesso al modello di rapporto chiamato “collusione”:
un sottile accomodamento, un’intesa a livello relazionale, talvolta del tutto
inconscia, con cui ci si fa confermare e ratificare dall’altro l’immagine che
si ha di se stessi[ii].
Per semplificare la nostra storiella erotica: il marito ha un grosso affare per
le mani e se ne va ad Osaka; loro: la moglie, 45enne, e il vecchio suocero, che
va assistito, ha bisogno di qualcuno che sia nobile, soccorrevole e buono,
restano nella situazione, da cui ha
origine il sottile accomodamento inconscio dei ruoli[iii].
La storiella è
narrata, con una grafica essenziale, ed
ha una sequenza interattiva tra i due che dovranno scoprire, quanto meno
conoscere se non del tutto “scopare”, chi sono veramente.
Cominciano subito, come
avviene in questo tipo di manga, ma la sequenza è supportata da un rapporto di collusione, anche nello scambio della
comunicazione verbale, non solo di posizione
nell’ambito dell’abitazione, in cui, è evidente, il sistema prossemico, visto
che il marito se ne va ad Osaka per un grosso affare, e ci starà due anni!, viene
immediatamente modificato secondo i nuovi ruoli: il vecchio, che è il padre di
chi ha il grosso affare a Osaka, lui dice alla nuora che tanto qui noi abbiamo
il grosso sedere di mia nuora(you’re really a good wife→ and you have such a
great ass too), tra le mani e…la storiella comincia così, le tocca il culo: è
come quella degli elefanti scacciati. Lei comincia come se fosse nella
storiella degli elefanti scacciati: non ho il big business dei vent’anni ma non
è detto che a quarant’anni l’affare non sia più importante. (cfr. : I’m not some young bride in her twenties → I’m not going to mind if you touch my butt once or
twice!).
Il bello è che l’altro,
nella collusione, che è il vecchio
suocero, tira fuori, per quel big business della nuora, il suo big business e
quella, che è soccorrevole, buona e nobile, prima deve soccorrerlo come se
niente fosse e poi soccorrere il suocero che le chiede di dargli una mano, un
vero lavoro di mano: precisamente: un “hand job” per ripristinare l’assetto di
convenienza e decenza del suo grosso affare. In una tavola della 2^ parte: lui le sta dietro
e ha in ogni mano le grosse tette della nuora. che ha in mano l’atavico dick: “H…how
is it?Am i doing this right?”; lui: “oooh! You’re dong well, Misa!”, e nella tavola
successiva ancora la nuora soccorrevole e buona: “Please warn me before-hand
when you’re about to cum”.
Insomma, la storiella,
divisa, sembra, in quattro parti, è veramente ad alto potenziale erotico. Il
disegnatore ha caratterizzato la donna e la sua struttura somatica posizionale
e fisiognomica con dei tratti tra l’iconico lievemente complesso e allo stesso
tempo primario.
Come la storiella: che sembra che stia attenta all’arrivare, o
quanto meno, pare che non si vada da nessuna parte, e invece, viste e lette le
quattro parti, si contano 10 tempi, round, di godimento (nella sesta parte c’è
una tavola: Lei: “You’ve come inside five
times already”; e senza mutare la posizione del nuoto a rana sul tavolo basso, lui: “Let’s make this the sixth
time!”; il nono tempo arriva dopo che la nuora viene presa stavolta in piedi
appoggiata a una porta a vetri).
E il bello è che non sono arrivati, si chiude
così: break, una tregua (la posizione è quella della catalana: “There’s still two
years” →“So any time you want
to do it” →”you can just come to me!”=”caricarmi l’orza”
oppure “stringermi il vento”!)tanto, dice lei al vecchio satiro, quante volte
rifaremo questi dieci tempi in due anni[iv]!
E si chiude con Misa,
magistralmente disegnata, a gambe alzate con la lingua fuori e il vecchio risoluto che carica l’orza
alla moglie di quello che per il grosso affare se n’è andato a Osaka! Va detto
che, nel Fang Pi Shu, che è più in
collusione con il manga, la posizione finale starebbe tra l’Attacco della Scimmia e la Tartaruga che monta.
Tanto che, per
rifare il verso alla storiella degli elefanti di Paul Watzlawick, c’è un
vecchio suocero che, appena rimane solo con la nuora, le tocca il culo e, interrogato
perché lo facesse, risponde: “Per attaccare la scimmia e montare la tartaruga”.
“Ma in questa casa non
c’è la scimmia e nemmeno la tartaruga”.
“Appunto- risponde il vecchio
satiro - restano gli schemi verbali: attaccare e montare.”
E in questi due anni
che verranno lei, Misa, tra questi due schemi verbali, non farà che frapporre
il really di Laing[v], che è a livello oggettivo
qualcosa come:
veramente, vuoi fare
questo?
E l’altro si relaziona per farlo, e lei: Veramente?
Sì, veramente!
Fin quando sono alla nona come godimento, può spuntare:
Ma veramente veramente?
Quando è “moribonda”, come nell’ultima
tavola, per il troppo gaudio e le grida selvagge di tutto il giorno o la
settimana, si va all’intervallo con quella che è stata la decima, ma potrebbe
essere anche la ventesima o la trentesima, a seconda del bioritmo, che potremmo
denominare, anziché “nuoto a rana”
come la Cicala che si attacca: Misa[vi], ma avete visto che
faccia da scimmia che ha?, è bocconi,
sul tavolinetto, e il vecchio, vai a vedere, è capace anche di alternare sei
colpi superficiali con nove colpi profondi, non a caso, nel Fang Pi Shu, con questo metodo vengono
curate le Sette Specie di Dolore[vii].
?Blue Amorosi & V.S.
Gaudio
[i] Cfr. Paul Watzlawick, Gli elefanti scacciati, in: Idem, Istruzioni per rendersi infelici, trad.
it. Feltrinelli, Milano 10984.
[ii] In una situazione ci sono
due livelli di comunicazione: uno è oggettivo e l’altro è relazionale. I
giapponesi queste cose le sanno, è quasi fisiologico: loro sanno che nella
partenza c’è il gaudio, in questo caso si capisce che il gaudio non è nella
meta e non va a Osaka.Il Big Business è come il Fiore Azzurro, che, è una
questione di culo, adesso che è cambiata la situazione, a livello oggettivo,
quando il vecchio tocca il culo alla nuora, questa avrebbe dovuto dire che non
stava bene toccarle il culo; invece, a livello relazionale, perché o lei è
soccorrevole e buona o perché lui non va ferito, lei lo invita a toccarglielo a
lungo e oggettivamente.
[iii] Cfr. Paul Watzlawick, L’uomo sia nobile, soccorrevole e buono,
in: Idem, Istruzioni…., trad.it. cit.
[iv] Cfr. Adult BD → hentai/hoyoyodou-otou-san-musuko-no-yome-45-sai-ni-hatsujou-shicha-damedesu-yo/81/#44 : → I THOUGHT I HAD FORGOTTEN THE
FEELING OF BEING A WOMAN(dx) – TO THINK THIS IS GOING TO CONTINUE FOR TWO YEARS…(sx)
[v] Cfr. Ronald Laing, Nodi, trad.it. Einaudi, Torino 1975.
[vi] “Misa” in giapponese è “Messa”,
come funzione religiosa. In inglese, sarebbe “Mass”, che è anche “massa”, “(grande)
quantità”. Naturalmente “messa”, correlato al “mettere”, andrebbe come “putting”,
“placing”. Tutta la “messa in scena” del manga non è altro che questo “put-up
affair”, se non il “put-on” di Misa, la sua messa a punto, “setting-up”.
“Misa” non può che rinviare a “misao”, che è “costanza”,
“perseveranza” e “fedeltà”, e anche a “mise”, essendo “negozio” e “bottega”. La
scimmia, contenuta nel titolo e nella fisiognomia di Misa, è “Saru”: allittera “suru”
che è “fare”, ma, questo è davvero patagonico, “saru”, come verbo, starebbe per
“passare”, “lasciare”, “andare via”: il marito che va via(=saru) per due anni realizzerebbe la
proairesi per attaccare la scimmia(= saru) che è la moglie di chi “lascia”, “va
via"!
[vii] Cfr. R.H. van Gulik, Fang- Pi- Shu, L’arte segreta cinese dell’amore, ed.or.1951, trad.it.Roma Edizioni
Mediterranee, s.d.,inizio 1970’s.