La tecnica delle concrezioni: da V.S. Gaudio a...Roland Barthes ◊

Due concrezioni del 1975
frontespizio di
V.S. Gaudio
Sindromi Stilistiche
Forum/ QG 1978
Dall'Indice di
V.S. Gaudio
Sindromi Stilistiche

Il titolo è un valore retroattivo; e per la creazione, il miglior titolo, questo disse Barthes, è quello con il quale lavoriamo, archiviamo i nostri documenti, le nostre pagine.
(…)
A detta di Valéry, Mallarmé cominciava alcuni dei suoi poemi buttando qua e là delle parole sul foglio, con tocchi discontinui e poi si sforzava di trovare dei legami, è la tecnica esemplarmente dimostrativa che ampliata darebbe il metodo operatorio proustiano. Insomma, c’è questa tecnica del Rettangolo, vale a dire una forma fantasmata del libro, Proust componeva per frammenti che non si susseguivano  e che egli ripartiva nello stesso tempo in più Quaderni: prendeva delle note e redigeva dei frammenti di testo; componeva “per pezzi” Tecnica delle “concrezioni”, delle “flocculazioni”.
Da Roland Barthes, Dall’avvio al lavoro, in La preparazione del romanzo,Vol. II. Incontro del 9 febbraio 1980, Mimesis, trad.it. Milano 2010.
Una concrezione da:
Due concrezioni del 1976,
in V.S. Gaudio, Lavori dal desiderio,
Guanda 1978


!A pensarci adesso(leggo questo Barthes solo in questi giorni, ve l’ho detto), le mie “Concrezioni”, che erano, quelle in Lavori dal desiderio, del 1976, quelle due relative a quella sul treno e al suo “scetticismo di Protagora”, che, un po’ come Proust, avevano messo nei cosiddétti “Quaderni”(della Fenice), sarà stato fatto per questo, inconsciamente, da chi, quei “Quaderni” dirigeva, essendo egli stesso traduttore di Proust?
In verità, anche qui il titolo è retroattivo, nel senso che avevo già usato “concrezioni” per due precedenti testi del 1975 aggiunti a Sindromi Stilistiche, che era del 1974, assemblato nel novembre-dicembre 1977, ebbe ad essere pubblicato a mo’ di libro nel febbraio del 1978, quindi prima di quelle Due concrezioni del 1976, che, nei “Quaderni della Fenice” di Guanda, uscirono nel giugno-luglio 1978.
Da l'adattamento sensoriale
all'habitat della mater
:
una delle due Concrezioni del 1975
e le dediche: qui, è in
Sindromi Stilistiche, ed.cit,
Flocculazioni”, poi, sarebbe stato, per la “gelificazione di colloide sotto forma di fiocchi”, più congeniale, almeno come “fiocchi facilmente depositabili” addosso a quella del treno per via di quel suo cosiddétto “scetticismo di Protagora”.
Pensate se avessi usato “Flocculi”…che, non è del 1931 come “flocculazione” ma, è del 1956, l’anno di Magrelli, mi pare: magari, anche per via della “facola solare”, per evitare l’incenerimento di quei “Quaderni della Fenice”, me ne avrebbero confezionato uno, come dire?, a mono-flocculazione singolare?
Comunque, viste le sedimentazioni successive sempre per il fantasma che fu quella del treno, lo scetticismo biondo dolicocefalo di Protagora, “concrezioni”, per geologia e medicina, anche per la “concrescenza” che le si agglutina nel paradigma, è più pregnante.
E poi, vuoi mettere? E’ del 1680. A dire dei vocabolaristi del sistema così scolarizzato in Italia.Il Deli lo fa risalire addirittura al sec.XIV in S.Agostino volgar. e per l’accezione in medicina av.1730.