Accordo perfetto tra questo non dire niente
di chi recapita e l’io “incomparabile”, direbbe Roland Barthes, del
poeta-visionatore: “incomparabile”: non è quello di un altro o quantomeno
sarebbe colui che non può dirsi, perché non assomiglia ad un altro, a nessuno,
anzi assolutamente non assomiglia a “nulla”, anche al “niente da dire”: come
farebbe quella che recapita a imbucarlo, o impostarlo, in quale
generalizzazione, in quale Legge, in quale interposizione?
L’Io, aggiunge Barthes, è sempre un residuo [i], ed è lì che imbuca o quanto meno imposta il proprio Bonheur, nel piacere singolare interposto tra la linea del suo Ascendente, il residuo, d’accordo, e quella che all’orizzonte vi ci sta seduta a cavalcioni.
L’Io, aggiunge Barthes, è sempre un residuo [i], ed è lì che imbuca o quanto meno imposta il proprio Bonheur, nel piacere singolare interposto tra la linea del suo Ascendente, il residuo, d’accordo, e quella che all’orizzonte vi ci sta seduta a cavalcioni.
8.
Puntuale
s’interpone e suona
Sulla
linea che tende il (-phi)
Seduta
ha il peso dell’orizzonte
9.
Ah,
è quella che cosa solleva
E
vi fa un nodo sottile
L’aoristo
questo fu, ma quando?
10.
Una
puntura esistenziale così
Trasporta
una co-presenza
Ah,
così il (-phi) fa tilt per questa
11.
Niente di speciale però tiene
Il
neutro deittico precisamente così
Messa
la tiene il poeta sul suo (-phi)
12.
Una
forma breve di ellissi
E
di sfregamento all’istante
Se
verrà assolutamente a mano
13.
Ah, è lui che viene a
prenderla
Gliel’ho
portata non è questo che ti
Passo
a mano senza dire niente?
14.
Tutti
nella controra stesi
Tra
il tuo Ascendente e me
Nulla
è più teso
[i]
Cfr. Roland Barthes, La chiarezza dell’Haiku,
in: Idem, La preparazione del romanzo,
Vol.I: Incontro del 24 febbraio 1979, trad.it. Mimesis, Milano 2010