La Sexistencia © El Tomi
SIGMAPOST □ 14 |
14 □‘Gnesa analemma esponenziale del poeta-visionatore e di El Tomi
Premeditai
talora, alla maniera di Borges[i],
un esame dei precursori dell’analemma esponenziale del mio oggetto “a”, denominato ‘Gnesa nell’ambito del
paradigma, anche morfologico, anzidetto → “Tipa 66”; Gnesa,
come analemma esponenziale, si fece così su quel balcone nel suo giorno stesso
durante la passeggiata dei pensieri morbosi a mezzogiorno del poeta-visionatore. Nel farsi tale, per il suo gesto, e per il denim
nero, così fatta si riprodusse in altre apparizioni e in simili morfologie di
qua e di là dei mari e dei continenti[ii].
Il poeta ne riconobbe sempre il suo podice e, nella sua segreta antologia dei
nuovi
piaceri singolari, nel paragrafo misterioso e ineffabile della cosiddetta
“voglia di ‘Gnesa”[iii],
universalmente può essere considerata un essere soprannaturale, pertanto nella
fisica patagonica; così che a pensarla quanto meno darà, anche al più apatico
degli esseri, un istante di gaudio. Ma questo analemma esponenziale non figura
tra gli oggetti d’amore, e da allora, si può dire, quella sua apparizione e
quel suo gesto non sono stati ripetuti se non nel ripetuto piacere singolare
del poeta e dell soggetto allora apparso e in questa figura e in quel nome
morfologizzata. E’ parso, qualche tempo dopo, che si sia manifestato ancora al
poeta, non con quel denim nero di allora, e poté appurare, il poeta, che quell’analemma
detto ‘Gnesa, ammesso che fosse lei quella di quel denim nero, non è come il cavallo o
il toro, il lupo, o uno dei tanti cani del luogo, non certo un cervo o una
volpe. Insomma, il poeta ha, o crede di avere, questo analemma esponenziale. Lo
ha visto allora quel 21 gennaio su quel balcone, e ha già narrato di quel suo
gesto e dei suoi jeans, e della sua voglia, e del suo uovo, tanto che si può
aggiungere che quell’apparizione e quel
suo gesto siano poi apparsi nel piacere
singolare di altri esseri, e poeti ancorché non l’abbiano mai vista, e
circolano testimonianze autentiche e segrete, piaceri indicibili, anche se c’è
chi mette in dubbio i gesti di questi postcursori dell'analemma del poeta-visionatore, e anche quel gesto di allora e l’esistenza
stessa della cosiddetta, dal poeta-visionatore, ‘Gnesa.
Quel poeta stesso, a volte, si chiede: “E se quell’analemma esponenziale fosse quella figura di El Tomi seduta sul water che legge il giornale[iv]?”
Il poeta ne riconobbe sempre il suo podice(...) |
Quel poeta stesso, a volte, si chiede: “E se quell’analemma esponenziale fosse quella figura di El Tomi seduta sul water che legge il giornale[iv]?”
[i] Il Borges delle Otras Inquisicionas, Emecé, Buenos Aires 1960.
[ii] Il sollevamento metrico di quell’esserci sul balcone del suo Dasein in
denim nero, il gaudio di una forma scoperta che crea il reale arrestandone la
divisione, o, come disse Barthes in uno dei suoi ultimi seminari al Collège de
France, se lo preferiamo, lo formula: →questa
è quella figura allora apparsa e detta ‘Gnesa: il “tocco-madre”, il focolare
luminoso, che comanda attorno a sé il concerto dei valori, delle linee, dei
volumi, e di conseguenza lo “scintillio seminale” che tira in ballo l’intera
concezione dell’essere vivente, tanto che, è risaputo, è per questo che nei
piaceri singolari del gaudio l’analemma esponenziale è dotato del cosiddetto
batailleano “ano solare”. “Solo il poeta possiede il segreto di questo istante
consacrato - fece riferire, Barthes, a
Paul Claudel - (…)in cui la puntura esistenziale ha introdotto repentinamente, attraverso
un mondo in noi sospeso di ricordi, di intenzioni e di pensieri, la
sollecitazione di una forma”.
La Sexistencia © El Tomi
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La sexistencia
Una viñeta en detalle y
algunas páginas (30 cm. x 45 cm.) de “La vecinalga”, capítulo
correspondiente a la historieta “La Sexistencia” publicada por la
revista Fierro ochentera de Buenos Aires / Click sobre las imágenes para
ampliar / Lápiz grafito y difumino sobre cartulina blanca. Texto
estilográfica Rotring 0,5 / Y aquí abajo el texto de la última página.→ Al cabo de unos minutos de silencio me di cuenta que mi vecinalga se ponía de pié y caminaba. Ya estaba yo muy ansioso por salir de ahí adentro. Sentada onduló su vientre y pude percatarme de que mi cuerporonga descendía con el peso específico de los soretes. Me supe manufacturado por el recto, las paredes del inodorto* me encandilaron. Alcancé a verla tirando la cadena con una sonrisa sarcástica en sus labios. Mas tarde, por las cloacas, logré salir a flote.
Momoraleja*: Cuando las mujeres no tienen nada mas que succionarle a los hombres, van y los cagan.
*Inodorto: Inodoro de las vecinalgas.
*Momoraleja: Enseñanza provechosa
deducida de un gesto o acción ridícula.