La corsa di Chillenzù ◊


SIGMAPOST 17
Lo spirito aspro del Dasein

L’Achillenzuccio(pop. Chillenzù), ragazzo della Magna Grecia, che non raggiunse mai la tipa-Ongar
La corsa del “regressus in infinitum” e l’immagine del mondo

1.
Io correvo dieci volte più veloce della tipa-Ongar[i]
e le davo un vantaggio di dieci metri.
Percorrevo quei dieci metri,
la tipa-Ongar ne percorreva nove;
io percorrevo quei nove,
Ongar ne percorreva otto;
io percorrevo quegli otto,
lei ne faceva sette;
io ne facevo sette,
lei arrivava a sei
e così fino al crepuscolo civile,
se non quello nautico
se eravamo in primavera.
Non la raggiungevo mai.
Ogni volta, la stessa corsa.
Inseguivo la tipa-Ongar[ii]
e lei ogni volta era irraggiungibile.
Sul lungomare, dovevo attraversare la metà
del percorso tracciato
per arrivare alla fine, e prima la metà della metà
e prima la metà della metà della metà
e prima… interminabile,
qundo arrivavamo al crepuscolo civile
spesso le urlavo di fermarsi
tanto ero io il più veloce
e prima o poi l’avrei raggiunta!
Una volta, dopo il crepuscolo nautico,
ed eravamo in estate, lei mi disse
Va là, manco fossimo non più sul lungomare ma lungo
l’argine del fiume Savio a Castiglione di Cervia,
che tu non sei Achille
e io la tartaruga[iii].
La verità è che io sono quella
per cui ti incanti
e anziché venirmi contro, versus,
non fai che starmi dietro!”

2.
A pensarci adesso, non era una cattiva abitudine
starle dietro, forse un legittimo
strumento d’indagine
il regressus in infinitum
che quante volte facemmo fino al crepuscolo
astronomico, ‘chè allora sì che potevi
vedere le stelle di 6^ grandezza,
18° dopo il tramonto del sole
e lei anche nella penombra
mi era sempre davanti
all’orizzonte, il sole sulla linea discendente
ad ovest e lei mentre faceva i primi 6 gradi
prima di me era passata all’orizzonte
e quando tagliava i 12 gradi
per il crepuscolo nautico
prima di me era passata al 6° grado
del crepuscolo civile
e quando scendeva sfinita ai 18 gradi
per il crepuscolo astronomico
prima di me era passata ai 12 gradi
del crepuscolo nautico.
Prima di me, o davanti a me,
fino all’invisibile fine,
per tenui labirinti di tempo.
La tipa-Ongar[iv] era l’insidiosa divinità
cui stavo dietro:
l’analemma esponenziale del mio oggetto “a
resistente, misterioso, visibile,
onnipresente nello spazio, allora
sul lungomare
e fisso nel tempo, architettura momentanea
del mondo, eterno interstizio
dell’anima del poeta-inseguitore
sostanza cosmica o sostantivo-archetipo
del mio (-phi) che si applica
a noi come individui lungo
il suo meridiano e
il mio parallelo
e viceversa.
Lei è più lenta, io sono più veloce
Ma non l’ho mai raggiunta:
a volte mi parve di essere venuto prima
appena dentro la fine della controra
quantunque lei fosse già sulla cuspide
da cui, poi, manco 15 gradi, e in un’ora io
lei in 56 minuti saremmo scomparsi
declinato ognuno nel proprio piacere singolare.

3.
Non si può dire che fosse la nostra corsa una patologia come la cosiddetta “corsa amok”, di cui riferì prima Gregory Bateson e poi Paul Watzlawick, che consisteva in questo: “qualcuno prende improvvisamente un pugnale(il kriss), corre sulla strada e comincia a colpire alla cieca i passanti. Per evitare un bagno di sangue maggiore, il corridore amok viene ucciso il più presto possibile. Si può quindi supporre che si tratti di una forma larvata di suicidio, nei confronti del quale nell’Islam vigono forti divieti religiosi. Invece di uccidersi, il corridore amok crea una situazione che rende necessaria e giustifica la sua uccisione. Nel corso della colonizzazione olandese il fenomeno della corsa amok subì lentamente un’interpretazione diversa: anziché vedervi una forma di fanatismo, gli fu attribuito il significato di un disturbo mentale che necessitava quindi di un trattamento. Questo ha portato al fatto che, perlomeno nelle città che disponevano di moderne istituzioni sociali come polizia, ambulanze, cliniche psichiatriche e altri servizi di emergenza, diminuì in modo documentato la frequenza della corsa amok.”[v]
L’attribuzione di senso alla nostra corsa non può scaturire dalla cosiddetta realtà reale, visto che non stavo crescendo né nell’Asia sudorientale e nemmeno in Olanda: quindi non era una corsa amok paradossale, come se Achille inseguisse l’achea anziché la tartaruga e quella superava gli ostacoli e lui, urlando vituperi contro, versus la cosiddetta Ongar, ma avrebbe potuto essere anche una tipa-Giuseppina Cirulli, qualche anno dopo, e, poi, senza ostacoli, addirittura Marisa Masullo, che aveva lo stesso nome della moglie del poeta velocista.
Ora, se il poeta poteva essere discendente di Achille, le ostacoliste interpretate da attanti del suo habitat o simulacri stessi delle suddette e della centometrista discendevano da Elena se non addirittura da Atalanta?
Come vedevo la situazione allora: il mondo reale mi si stava manifestando laddove le mie costruzioni stavano fallendo?
Facevo la corsa e lei sempre davanti, ogni volta dovevo spiegarmi, dopo averlo descritto, a chi?, il fallimento e soltanto con gli stessi concetti che potevo utilizzare per la costruzione delle strutture poi fallite; facendo così che immagine del mondo avevo?
E lei, l’Atalanta più lenta di me, era lei la resposanbile del nostro fallimento, o del mio o del suo?
Facciamo che fosse una corsa amok, senza che ne sapessimo niente, non ci fu quella volta che la inseguii a piedi nudi sul selciato rovente del solleone
e mi spellai di sana pianta tutta la pelle della pianta dei piedi e per questo bagno di sangue quell’Atalanta avrebbe dovuto abbattermi
e non aiutare il corridore ferito e sanguinante a portarsi in riva al mare per lenire il dolore e bloccare la spellatura sanguinante con l’acqua marina,
nonostante gli esterrefatti e immobili bagnanti dell’Albidona, d’Alisandra, Plataci e di alcuni paesi e villaggi lucani lungo la statale 92?

4.
La situazione in sé non muta mai, io che inseguo l’Atalanta più lenta di me,
e l’attribuzione di senso e di significato ai dati antropometrici di Atalanta muta a seconda dell’attante:
se è la mia amica che è pari pari alla Ongar è alta quasi 169 centimetri ed è mesomorfa per i 57 chili del suo peso-forma;
by G.Pallicca 1978
se è come la Pina Cirulli, è più ectomorfa per via del fatto che pur essendo alta quasi quanto la Ongar aveva un peso-forma di 52 chili[vi];
senza ostacoli, speculare alla Marisa Masullo si fa quell’Atalanta più mesomorfa[vii] ancora della Ongar.
Al ragazzo-poeta, che non ha ancora un’immagine del mondo ben definita o dovuta a un suo personale sfondo:
poteva star dietro la tipa-Ongar e quella le sembrava la Ongar,
così come poi sarebbe stata in qualche immagine di sfuggita l’ostacolista,
ma come disse Wittgenstein:
dal fatto che a me, e anche ad altri, sembri così, non segue che sia così.
Non considerava, né lui né la tipa-Ongar, che poteva essere addirittura,
nel senso che era, forse, così-così, cioè pareva che fosse così Ongar,
e loro stessi credevano che sembrasse davvero così Ongar.
L’immagine, nel formulario del rombo di Lacan, riceve per così dire un’istruzione genetica
o costituzionale, lungo il cammino,
in questo caso facendo la corsa, chi inseguiva e chi era inseguita che motivo avrebbe avuto
di chiedersi, un po’ alla Wittgenstein:
“Quale ragione ho, ora che non posso vedere il mio tergo(l’Atalanta),
di assumere(:Achille) che ha almeno 90 di petto(→l'Atalanta in corsa davanti ad Achille)?”
Indubbiamente, l’esistenza fisica del mondo non è dentro la realtà immaginaria,
anche perché quando il poeta-ragazzo correva dietro alla tipa-Cirulli
spesso si fermava a pensare che la cosa era davvero sorprendente:
ammesso che sapesse del numero immaginario “i”,
a cui si perviene tramite l’equazione apparentemente innocua x2+1=0,
che ha risultati impensabili e contraddittori tra immaginario e concreto.
”L’immagine del mondo di ciascunoe quindi del poeta-ragazzo, della tipa-Ongar o Cirulli o Masullo
è e rimane una costruzione mentale; la sua esistenza non può essere dimostrata in nessun altro modo”[viii].
Così qualsiasi costruzione è tuttavia incredibilmente legata al concetto di stile.
Il proprio stile di vita, invece, è sempre sentito soggettivamente come l’unica visione possibile,
normale, effettiva, del mondo, proprio perché il mondo è così,
come sembra ad Achille che insegue Atalanta
in qualsiasi attante questa si faccia inseguire,
e non diversamente.


◊ Una delle tante medaglie vinte con un altro nome: 
ogni anno il velocista  ragazzo aveva un nome diverso: 
le medaglie sono state quasi tutte trafugate da chi aveva 
il nome, dato, da quell’"insegnante" di educazione fisica, 
al poeta-ragazzo!
[i] L’ostacolista di riferimento come simulacro, la campionessa
italiana dell’epoca, Ileana Ongar, aveva il record sui 60 metri hs, nel 1976, pari a 8”36: durò dieci anni; il suo record italiano sui 100 hs, 13”24, durò pur’esso fino al 1986. Il poeta-ragazzo, ai tempi dei campionati studenteschi, cui partecipò dotato di un altro nome, secondo l’arbitraria e fittizia attribuzione del suo     “insegnante” di educazione fisica, sui 60 metri piani stava, manualmente, sotto i 7”!
[ii] L’Ileana Ongar, campionessa italiana dei 100 hs, era del Capricorno, come la futura fidanzata e moglie del poeta, ed erano ambedue della stessa generazione; l’atleta, simulacro della tipa-Ongar, era alta più o meno quanto la futura moglie del poeta; però, in pari età, pesava un po’ di più: 57 chilogrammi; altezza 1,68.
[iii] Si riferiva a: Jorge Luis Borges, Metamorfosi della tartaruga, in : J.L.B, Altre inquisizioni, trad.it. Feltrinelli, Milano 1963?
[iv] La Ongar era una paralongilinea paramesomorfa, difatti era, per l’altezza, appena sotto il tipo longilineo e per il peso appena sotto il tipo mesomorfo. Il suo indice costituzionale:52.03 si ottiene così: hips 88 x 100= 8800 : altezza 168= 52.03. L’indice del pondus, con questi dati, era più o meno 23: altezza 168 – (peso 57 + hips 88=)145>23. Che corrisponde al valore medio-alto(che va da 21 a 26, il valore decresce ed è più alto). Se avesse 90 di hips, l’indice costituzionale sarebbe pari a 53.50 e quindi sarebbe più normolinea mesomorfa; in questo caso l’indice del pondus sarebbe, di conseguenza, più alto: 168- (peso 57+hips90=)147>21.
[v] Paul Watzlawick, Adattamento alla realtà o “realtà” adattata?, in : P.W., Il codino del Barone di Münchhausen, Feltrinelli, Milano 1989.
[vi]La Cirulli aveva, come suoi record, 56”44 sui 400 hs a 25 anni; e a 23: 53”18 sui 400 piani. Il suo indice costituzionale: Hips 86 x 100=8600: altezza 169= 50.90, ovvero una quasi longilinea ectomorfa. Il suo indice del pondus, di conseguenza è: 169-(peso 52+hips86=)138→31, che è il grado più basso del valore “medio”(27-31, il valore è decrescente).
Masullo in una foto più che ventenne





[vii] La Masullo, che vantava un 7”19 nei 60 metri piani indoor e 11”29 nei 100 quando era ventenne, alta 1.70 e con un peso forma attorno ai 60 chilogrammi, era una longilinea mesmorfa al primo grado: l’indice costituzionale 87 x 100=8700:170 altezza= 51.01. L’indice del pondus: 170-(87+60=)147→23, come quello della Ongar.
[viii] E.Schrödinger, Mind and Matter, Cambridge University Press,
Ph. by G.Pallicca 1976
Cambridge 1958.