◊ Quel che resta del "neutro garibaldino" nel test inedito per "Blue".




Chi è l’attante dell’ “oh, gaudio!”?
Il test inedito per “Blue” e il gaudio nel residuo del neutro garibaldino!
Per “Blue”, penso nel 98, come anno, feci un test riadattato da uno identico, sulla astinenza sessuale, fatto per “La Stampa[i] un lustro prima: non tutte le omissioni e le aggiunte di quell’abbozzo erano volontarie: i personaggi menzionati furono in buona parte delle domande cambiati. Il mondo può essere diviso all’infinito, oppure combinando parole, domande e attanti posso cambiare target, è la produzione sintagmatica, che ha una sottigliezza estrema: a un certo momento di quella rielaborazione, ho deposto il linguaggio e ho sollevato il correale: per “La Stampa” un certo linguaggio per via di un certo correale, e anche del reale in quel modo suddiviso; per “Blue” un altro linguaggio conseguente a un altro correale, per cui si potesse sollevare un altro tipo di reale, e attanti connessi. C’è in questo la naturalità del gaudio, e il sollevamento metrico, il satori di una forma scoperta che, in ognuno di quei test, crea il reale arrestandone la divisione o se preferite, sia per “Blue” che per “La Stampa”, in questi casi, lo formula.
Vennero dentro il test per “Blue” determinati attanti del mondo dello spettacolo e anche della storia, tanto che furono così patagonici che, una volta non trovato il giusto compenso per poterlo pubblicare,  il test, visto dall’editore e redattori, non fu mai pubblicato su quel mensile del fumetto per adulti.

SIGMAPOST 16
Lo spirito aspro del Dasein






Chi è l'attante dell'"Oh,gaudio!"?


Avvenne poi che, in un numero di quel mensile successivo alla creazione del test, i disegni espressamente preparati per quel mio test apparvero sullo stesso rotocalco a illustrare un qualsiasi testo, dentro quel mensile per adulti: erano disegni che erano stati abbinati agli attanti usati nelle domande, per cui, ne ricordo uno in particolare, c’era una nota attante dello spettacolo, romanticamente maritata, che mentre interagiva sessualmente, metti, con Garibaldi e poi, forse, a seguire, qualche altra decina tra i cosiddetti 1000, l’autore del disegno-fumetto le mise in bocca: “Oh, Gaudio!”.
La co-presenza, tra disegno e test, e gli stessi attanti dell’autore del test, e il suo nome proferito dall’attante femmina in godimento con Garibaldi, che, oltretutto, fu, nella sua giovane età, uno degli attanti più patagonici per farsi costante analemma esponenziale del mio oggetto “a”, a dirla con Lacan, è il legame istantaneo, e tuttavia separato, tra il mio fantasma e forse anche di quello di quella “cantante”, del disegnatore, non certo di Garibaldi, se non di un suo discendente o discendente da qualcuno di quei 1000, fu allora che la non pubblicazione di quel test, con quei disegni appositamente fatti per esso, si risolse in una sorta di pesce tipografico invertito: come se fosse quel disegno stesso la raffigurazione del tilt, lo svelamento dell’ E’ questo! che portava al godimento , come co-presenza, e a distanza, sia quella cosiddetta cantante che questo cosiddetto autore deprivato del test non pubblicato.
Viene accostato, con la co-presenza del pesce tipografico invertito, il nome della cantante a quello del poeta, ed esprime una quasi incoerente ma titanica vocazione di gaudio, per via anche dei mille relati dal nome Garibaldi. Siamo nel labirinto del (-phi) e dello spirito, della storia e dello spettacolo, le interiezioni del corpo e quel gaudio cantato anche col nome della felicità.
L’opera in questa co-presenza, dell’autore del test, dell’attante che coniuga nel gaudio il vocativo del suo (-phi), che, una volta disegnato, e, tolto dalla frase sintagmatica, è come un haiku, un contro-haiku anzi: ingrandisce lo stato patagonico dell’attante che è analemma esponenziale dell’oggetto “a” del poeta autore del test; rende pubblica la vocazione del gaudio, in quel modo, è ipertrofico il dettaglio, il pesce tipografico del disegno spostato e usato in un altro Dasein e comunica, certo in modo enigmatico, ma anche gergale, la relazione tra quell’attante, quel poeta cosiddetto con quel nome che lei urla nel farsi fottere alla garibaldina, altro che Foutre du Clergé de France, un neutro deittico, il neutro garibaldino per il gaudio di quell’attante[ii], tale e quale, precisamente così, come se fossero nel piacere singolare in co-presenza: è il contrario di ogni reale e di ogni storia, disegnato esattamente, svela la donazione folle di senso, ma è la naturalità del gaudio, cantato da chi quando cantava non fu mai nel paradigma di una illimitata e negligente felicità. Nel test inedito, è nel residuo del neutro garibaldino, oggetto fantasmizzato, in virtù del gaudio, a mille!



[i] Cfr. il test di Vuesse Gaudio,  Forzati del sesso o casti e puri, “La Stampa”, 20 luglio 1993, qui riprodotto dall’uso fattone nell’intersviste con Dago e Tex in gaudia 2.0. In questo test, da cui ha avuto origine il citato test mai pubblicato per “Blue”, naturalmente non c’è nessuno degli attanti usati nel test commutato. Né Garibaldi e nemmeno la patagonica vocalizzatrice dell’”Oh, Gaudio!” nella minivignetta del disegnatore.
[ii] Non si potrebbe dire ma, usando l’alfabeto Rosa+Croce,come si usa fare nell’astrologia onomantica,  il numero complessivo del suo nome(e cognome) sarebbe il 31, che, nel citato Foutre du Clergé, è quello della cosiddetta posizione “Bock prodigieux”, che, così svelandosi all’anima del poeta, questi non può non esclamare: È questo!Assolutamente così! Il fatto clamoroso è che l’arcano XXXI nei Tarocchi è il 5 di Bastoni, la carta della “Gioia”…Non è lei che, nel test inedito di Vuesse Gaudio per “Blue”, per mano del disegnatore designato, esclama, nell’interazione o posizione garibaldina: “Oh,Gaudio!”?
Stando sempre alle regole numeriche dell’astrologia onomantica, la somma del nome e cognome dell’attante, svelato fuori test dal disegnatore, sarebbe 175: per calcolare l’arcano maggiore attinente si sottrae dallla somma il multiplo di 22(tanti sono gli arcani maggiori) 175 – (22x7=)154= 21 Il Matto Il senso, la carne, l’aberrazione, la bestialità, la vita materiale. Per questo si fa attante irredento in uno dei piaceri singolari più ripetuto del poeta?
Per il Bock, come “verre de bière”, è eclatante quanto riporta il Dictionnaire di Argot di Delesalle: “Vers 1840, deux brasseurs de Munich avaient le monopole de la fabrication de la bière forte; l’un d’eux donna à sa brasserie le nom de Salvator(sauveur); l’autre, fit peindre sur son enseigne un buveur terrassé par un bouc, en all. Bock. Ce mot, après avoir désigné le contenu, désigna ensuite le contenant, il se trouve dans le supp. Du Dict. de Littré avec cette désignation : « Contenu d’un grand verre ». Aujourd’hui le bock est un verre très épais avec une anse. » : Georges Delesalle, Dictionnaire Argot-Français & Français-Argot, Paul Ollendorff éditeur, Paris 1896 : pag.39. Insomma il « Bock prodigieux »,che è speculare allo schema verbale del « bere alla tedesca », ha in sè, come brasserie, uno dei nomi resi in acronimo del poeta , e l’attante, che per il nome, ha l’arcano 31, che è il numero della posizione del Bock prodigieux…e, in più, se a questo numero si aggiungono il numero del grado solare e del segno zodiacale, avremmo il cosiddetto “numero fatidico”pari a 38...che è la pagina che anticipa la pagina del citato Dict. di Argot in cui c’è l’etimologia del Bock di Salvator, e che in quel cosiddetto “Foutre du Clergé de France” sarebbe la posizione denominata “L’enverse de la bête à deux têtes” [il poeta si stende sul dorso e la giovane attante si sistema su di lui a rovescio, con la testa dalla parte dei piedi, quei piedi  così patagonici in quella immagine proiettata sul test de “La Stampa”], che, è evidente, condensa più varianti delle varianti di Padm-asana, indicate qui sotto.

Questa posizione, nella foto dell’attante proiettata sul test di Vuesse Gaudio per “La Stampa”, è quella denominata Padm-asana e  può essere vista come una variante della Giocosa, la 32, e la Misteriosa,la 33, in cui l’attante è, nel piacere singolare del poeta,  a cavalcioni sul poeta seduto: nella prima rinvia, già dalla denominazione, allo stesso nome del poeta; nella seconda, l’attante è di spalle, l’identità misteriosa dell’attante viene raddoppiata.
L’Upavistha, la posizione seduta, ha dieci sottodivisioni:
Padm-asana: il poeta è seduto a gambe incrociate sul letto o sul tappeto, prende l’attante sulle ginocchia e le posa le mani sul trapezio;
Upapad-asana: stanno seduti mentre l’attante solleva  leggermente una gamba mettendovi sotto una mano;
Vaidhurit-asana: il poeta abbraccia molto stretto il collo dell’attante, che fa altrettanto con lui;
Phanipash-asana: il poeta prende i piedi dell’attante e l’attante i piedi del poeta;
Sanyaman-asana: il poeta prende le due gambe dell’attante sotto le braccia, nella piega del gomito;
Kaurmak-asana(o posizione della tartaruga): il poeta è seduto in modo che la sua bocca, le sue mani e le sue gambe tocchino le corrispondenti membra della attante-donna;
Parivartit-asana: oltre al mutuo contatto della bocca, delle braccia e delle gambe, il poeta deve frequentemente prendere le due gambe dell’attante sotto le braccia, nella piega del gomito, un po’ come se fosse la variante della 34 del Foutre du Clergé denominata “L’Ercole”;
Yugmapad-asana: il poeta, seduto con le gambe aperte, dopo l’intromissione e la p., preme le cosce dell’attante l’una vs l’altra;
Vinardit-asana: è quasi la citata 34: il poeta solleva l’attante prendendole le gambe sotto le braccia nella piega del gomito e dondolandola da sx a dx, e non avanti e indietro, fino alla perfetta conclusione; Markat-asana: stessa posizione della precedente, ma il poeta dondolerà l’attante in avanti e indietro.

Naturalmente, nel piacere singolare del poeta, ognuna di queste dieci posizioni sedute va messa in opera in attuazione del Salvator di cui al Bock Prodigieux(31).


L'attante dell'"Oh,Gaudio!" (di cui al test inedito per "Blue"), sul test della castità per "La Stampa"