Tirare su la tapparella ⍯





SIGMAPOST 25
Lo spirito aspro del Dasein
La fanciulla dello swimsuit  e la finestra del poeta


Eravamo rimasti a quella “fanciulla del Reno” che si era introdotta nel rudere del cosiddetto “Greco”, l’ ecomostro di chissà quale “divina provvidenza”, che, a volte, lampeggia nel conscio collettivo del visionatore[i],  per indossare il suo swimsuit “Arena” e che poi[ii]…Insomma, niente: era sparita dalla visione, si può dire: dalla finestra, del poeta.
Sappiamo pure che quel telescopio, lì indicato, non serve a niente: il poeta-visionatore, con quello strumento, non ha mai visto niente, né in cielo né in terra, chissà a cosa serve…
Ora, come si dice: il mattino ha l’oro in bocca, messo da parte il piacere singolare in uso in questo arco breve del bioritmo della cosiddetta “risonanza”, quello che gira a 33 giorni, o, se vai a vedere, sarà per il bioritmo fisico, quello che gira a 23, comunque: quella tira giù la tapparella, inesistente, non ci sono infissi, né porte in quella struttura edile innalzata nel pantano, solo aperture, come se fosse nel paradigma del trigramma Kenn, che, ne abbiamo parlato[iii], ha dentro anche guardiani ed eunuchi, quindi osservatori e visionatori, e anche spie e spioni, violatori della privacy e coltivatori dell’Unheimlich; ricorda il poeta al mattino, il paradosso degli elefanti  scacciati di Paul Watzlawick[iv]: che è alla base, come modello, del problema  non affrontato e perciò ripetibile se non eterno: la storiella dell’uomo che batteva le mani ogni dieci secondi. Interrogato sul perché di questo strano comportamento, rispose: “Per scacciare gli elefanti.”
“Elefanti? Ma qui non ci sono elefanti!”
E lui: “Appunto.”
La morale della storia, scrive Watzlawick, è che rifiutare o scansare una situazione temuta, un problema, da un lato sembra essere la soluzione più logica, dall’altro però assicura il persistere del problema.
Quella fanciulla col swimsuit Arena, che usano anche le tuffatrici più patagoniche, resta ancora là, basta che tiri su la tapparella e, qualcuno l’avrà già letto: il poeta lancia il dado e, se esce da 1 a 3, lei si piega e allarga le braccia come se prendesse il volo; se esce da 4 a 6, si piega, col busto e la testa a 90 gradi, e poi, invece di tuffarsi, si accovaccia e…
Interrogato il poeta-visionatore di questo strano comportamento, cosa potrà mai rispondere? “O da 1 a 3 o da 4 a 6, è che lei tiri su la tapparella.”
“Tirare su la tapparella? Ma lì non ci sono tapparelle!”
E il poeta: “Vede? Adesso…guardi attentamente: 1-3: che sta facendo, come s’è messa?”
Ma il problema, in questi tempi, non è la fanciulla del Reno, con lo swimsuit “Arena” nella finestra  e nel piacere singolare del poeta; noi, cittadini italiani meno dotati e meno portati alla coltivazione dei piaceri singolari, dobbiamo badare alla nostra salute, anzi alla nostra immunità: d’accordo, lì non ci sono tapparelle, e nemmeno porte, d’altronde siamo nel pantano, il poeta-visionatore vi vede quella fanciulla e che deve fare, come quella vecchia zitella, che, nello stesso capitolo di Watzlawick, abita in riva al fiume[v], chiamare i carabinieri per avvertirli che, davanti a casa sua, a nord-ovest, c’è una ragazza che in una mancata soluzione per il ricovero degli anziani sta tirando su la pulsione uretrale del poeta abbassandosi a farla? Il maresciallo, o il cosiddetto “luogotenente”, manda sul posto uno della forestale, che ordina alla ragazzaccia di andare a farla nel bosco del torinese. E così il giorno seguente: il poeta telefona di nuovo: la ragazza, oh Gaudio, la vedo ancora, c’est le Bonheur! Il forestale torna e le dice di andare a farla più in là, verso sud, in mezzo ai manufatti edili che ci sono nel bosco, occupati e no. Dopo un po’, il maresciallo è di nuovo chiamato dall’indignato poeta, che si lamenta: “Dalla finestra dello studio, quella verso sud e posso vedere anche a sinistra, verso est, com’è che col cannocchiale la vedo ancora anche se uso adesso due dadi e le soluzioni sono tre: fino a 4, lei allarga le braccia; da 5 a⚃⚃ 8, sta piegata in avanti col busto e dio solo sa che deretano mostra quell’impudente; da ⚅⚂9 a ⚅⚅12, mon Dieu, si accovaccia, e la fa: se è uscito ⚃⚄9: la fa come nel mondo rovesciato; se è uscito ⚃⚅10, la fa nel mondo aperto e rovesciato; se è uscito ⚄⚅11, la fa come nella dolce impalata; se è uscito ⚅⚅12, mai vista una cosa così: la fa come nella giumenta di compare Pietro!”


[ii] Cfr. V.S. Gaudio, Lo snoll volante di Wuhan e la passeggiata del poeta nel pantano, in gaudia 2.0/2020/04
[iii] Vedi la nota ii in: Il plexiglass e il virus di Wuhan, “Sigmapost” 24, Uh Magazine/2020/04
[iv] Paul Watzlawick, Gli elefanti scacciati, in: Idem, Istruzioni per rendersi infelici, trad. it. Feltrinelli, Milano1984.
[v] Ibidem.