La fanciulla dello swimsuit e la finestra del poeta ⍯
Eravamo rimasti a
quella “fanciulla del Reno” che si era introdotta nel rudere del cosiddetto “Greco”,
l’ ecomostro di chissà quale “divina provvidenza”, che, a volte, lampeggia nel
conscio collettivo del visionatore[i], per indossare il suo swimsuit “Arena” e che
poi[ii]…Insomma, niente: era
sparita dalla visione, si può dire: dalla finestra, del poeta.
Sappiamo pure che quel
telescopio, lì indicato, non serve a niente: il poeta-visionatore, con quello
strumento, non ha mai visto niente, né in cielo né in terra, chissà a cosa
serve…
Ora, come si dice: il
mattino ha l’oro in bocca, messo da parte il piacere singolare in uso in questo
arco breve del bioritmo della cosiddetta “risonanza”, quello che gira a 33
giorni, o, se vai a vedere, sarà per il bioritmo fisico, quello che gira a 23,
comunque: quella tira giù la tapparella, inesistente, non ci sono infissi, né
porte in quella struttura edile innalzata nel pantano, solo aperture, come se
fosse nel paradigma del trigramma Kenn, che, ne abbiamo parlato[iii], ha dentro anche
guardiani ed eunuchi, quindi osservatori e visionatori, e anche spie e spioni,
violatori della privacy e coltivatori dell’Unheimlich;
ricorda il poeta al mattino, il paradosso degli elefanti scacciati di Paul Watzlawick[iv]: che è alla base, come
modello, del problema non affrontato e
perciò ripetibile se non eterno: la storiella dell’uomo che batteva le mani
ogni dieci secondi. Interrogato sul perché di questo strano comportamento,
rispose: “Per scacciare gli elefanti.”
“Elefanti? Ma qui non
ci sono elefanti!”
E lui: “Appunto.”
La morale della
storia, scrive Watzlawick, è che rifiutare o scansare una situazione temuta, un
problema, da un lato sembra essere la soluzione più logica, dall’altro però
assicura il persistere del problema.
Quella fanciulla col
swimsuit Arena, che usano anche le tuffatrici più patagoniche, resta ancora là,
basta che tiri su la tapparella e, qualcuno l’avrà già letto: il poeta lancia
il dado e, se esce da 1 a 3, lei si piega e allarga le braccia come se
prendesse il volo; se esce da 4 a 6, si piega, col busto e la testa a 90 gradi,
e poi, invece di tuffarsi, si accovaccia e…
Interrogato il
poeta-visionatore di questo strano comportamento, cosa potrà mai rispondere? “O
da 1 a 3 o da 4 a 6, è che lei tiri su la tapparella.”
“Tirare su la
tapparella? Ma lì non ci sono tapparelle!”
E il poeta: “Vede?
Adesso…guardi attentamente: 1-3: che sta facendo, come s’è messa?”
Ma il problema, in
questi tempi, non è la fanciulla del Reno, con lo swimsuit “Arena” nella
finestra e nel piacere singolare del
poeta; noi, cittadini italiani meno dotati e meno portati alla coltivazione dei
piaceri singolari, dobbiamo badare alla nostra salute, anzi alla nostra
immunità: d’accordo, lì non ci sono tapparelle, e nemmeno porte, d’altronde
siamo nel pantano, il poeta-visionatore vi vede quella fanciulla e che deve
fare, come quella vecchia zitella, che, nello stesso capitolo di Watzlawick,
abita in riva al fiume[v], chiamare i carabinieri
per avvertirli che, davanti a casa sua, a nord-ovest, c’è una ragazza che in
una mancata soluzione per il ricovero degli anziani sta tirando su la pulsione
uretrale del poeta abbassandosi a farla? Il maresciallo, o il cosiddetto “luogotenente”,
manda sul posto uno della forestale, che ordina alla ragazzaccia di andare a
farla nel bosco del torinese. E così il giorno seguente: il poeta telefona di
nuovo: la ragazza, oh Gaudio, la vedo ancora, c’est le Bonheur! Il forestale
torna e le dice di andare a farla più in là, verso sud, in mezzo ai manufatti
edili che ci sono nel bosco, occupati e no. Dopo un po’, il maresciallo è di
nuovo chiamato dall’indignato poeta, che si lamenta: “Dalla finestra dello
studio, quella verso sud e posso vedere anche a sinistra, verso est, com’è che
col cannocchiale la vedo ancora anche se uso adesso due dadi e le soluzioni
sono tre: ⚃fino a 4, lei allarga
le braccia; da⚄ 5 a⚃⚃ 8, sta piegata in
avanti col busto e dio solo sa che deretano mostra quell’impudente; da ⚅⚂9 a ⚅⚅12, mon Dieu, si
accovaccia, e la fa: se è uscito ⚃⚄9: la fa come ⟴nel mondo rovesciato;
se è uscito ⚃⚅10, la fa ⟴nel mondo aperto e
rovesciato; se è uscito ⚄⚅11, la fa come ⟴nella dolce impalata;
se è uscito ⚅⚅12, mai vista una cosa
così: la fa come ⟴nella giumenta di
compare Pietro!”
[i] Cfr. La
Divina Provvidenza tra Texas e Meisterpunkt, gaudia 2.0/2017/02.
[ii] Cfr. V.S. Gaudio, Lo snoll volante di Wuhan e la passeggiata
del poeta nel pantano, in gaudia
2.0/2020/04
[iii] Vedi la nota ii in: Il
plexiglass e il virus di Wuhan, “Sigmapost”
24, Uh Magazine/2020/04
[iv] Paul Watzlawick, Gli elefanti scacciati, in: Idem, Istruzioni per rendersi infelici, trad.
it. Feltrinelli, Milano1984.
[v] Ibidem.