un cenno autobiografico e un manifesto ✒5. ⇢ [Apocalypsis cum figuris]



Un disegnino demenziale, 29 dicembre 1972,

in una pagina di vecchie scartoffie,

da cui G. Pavanello ha ricavato "miscellanea critica",

dado tutto bianco - Ed. SIMPLE, 2021.

 

un cenno autobiografico

 

Da bambino fra i cinque e i sei anni sono stato in punto di morte, diagnosticata una bronco-polmonite, così poi mi raccontavano, febbre altissima, delirio, i famigliari intravisti ai piedi del letto per l’ultimo saluto [la locuzione grottesca insostituibile, purtroppo, il mobile antropomorfo]. La mamma in lacrime. Salvato con l’assistenza del medico di famiglia che cercava di individuare il possibile e l’impossibile insistendo nel volermi guarire. La cosa accaduta in un giorno freddo di nebbia densa, un tardo autunno, mentre rincasavo.

 

Una decina di anni fa accadeva qualcosa del genere, una polmonite, a un amico, però in piena estate, capitata a causa dell’aria condizionata nella grande sala di un albergo durante un meeting di lavoro. Trasportato in ambulanza in un ospedale quando la febbre arrivava al massimo e oltre, a detta degli operatori sanitari salvato in extremis.

 

Le malattie del genere, o simili, possono capitare, certo. Siamo immersi dai virus e dai batteri, per cui giustamente si deve cercare di sottrarsene con uno stile di vita sensato [evitando soprattutto gli assembramenti]. Nel mio piccolo e a fiuto mi ci adeguavo ogni anno all’arrivo dei malanni stagionali. Inoltre, da sperare nella capacità dei professionisti delle cure [non sempre rispettosi della deontologia].

 

I principi delle vaccinazioni: nessuno ne nega la validità, nemmeno i profani del settore [già Voltaire in pieno Settecento ne parlava a favore con veemenza a proposito dell’antivaiolo]. Però restano forti dubbi [di solito occorrono anni e anni, se non decenni, di tentativi su cavie, povere bestie], nel momento attuale in fretta e furia per la commercializzazione a ogni costo quando si intravedono con successo le terapie adeguate all’insorgere della malattia all’ordine del giorno, perfino domiciliari. Ne nasce, con le prime riflessioni, la ricerca dei pareri diversi da quelli martellati dalla TV [i megafoni del potere politico di turno, definiti “l’informazione”], fra i più autorevoli. Mi capitava di ascoltare le personalità di primo piano a livello internazionale, Premi Nobel e/o di grande fama come un Luc Montagnier che, guarda caso, mai veniva invitato nei canali ufficiali delle news.: non leggerne le interviste in sintesi ma ascoltarli da fonti dirette, in video. Giungendo alle conclusioni come le ventilo, ritenendo un’offesa tacciare tutto in un calderone da rimuovere.

 

La réclame politica e pseudo-sanitaria si sbizzarriva anche nei quotidiani locali pubblicando le testimonianze dei finti pentiti dell’anti-vaccino per tope e topi, ammalata chissà per quali cause e guarita, una propaganda della siringatura di massa, subdolamente e vigliaccamente coatta, alla quale si opponevano gli innumerevoli decessi causati dai veleni istituzionali [in procinto di entrare nelle statistiche]: giovanissimi e persone di mezza età, prima sani e floridi e poi morti all’improvviso o vittime di reazioni avverse. In rete si ironizzava, con humour noir, con il ritornello “nessuna correlazione”.

 

I vaccinati con più dosi [mentre i vaccini seri del passato bastavano una volta per sempre]: non tutti muoiono, si vuole allertare, gli effetti collaterali possono insorgere a distanza di tempo [quindi bisogna stare attenti alla propria salute, per prevenzione]. I pensierini successivi: le varianti dei virus, destinati all’inizio e alla fine, nascevano con le inoculazioni se ci si sottoponeva durante una pandemia, comunque con minore forza, perfino là incombeva il destino. Intanto si contrapponevano il partito dei conformisti e il partito dei dissidenti. Dicevo: senza la contro-informazione anni sessanta e settanta non si sarebbero mai imposti i diritti umani e civili ora declinanti verso l’annullamento.

 

dai miti antichi e da Frankenstein fino al cyborg per manifestare la commistione tra parti organiche e parti cibernetiche in cui non si riconosce più la consueta naturalità intatta dall’origine dell’essere umano

 

un manifesto

 In due pagine dattiloscritte e/o manoscritte le prime stesure scartate

di due testi laconici, poi pubblicati

come "epigrammi scritti con una penna di pavone", Geiger, 1976


un manifesto

Le vignette digitali, elaborate nel primo ventennio del XXI sec. d. C., le considero opere vere e proprie, anche se molte restano solo on line, tuttavia, sottolineo, chiunque può stamparle. Lusingato se gli estimatori lo facessero: non perderebbero la caratteristica di tavole d’autore, sia pure non autografate. Senza mostre personali, senza spazi espositivi reali, senza pareri critici. Sufficiente una stampante in casa o in alternativa, con una sintassi contorta, scaricandole in una chiavetta per realizzarle nella dimensione cartacea in qualsiasi copisteria o nei laboratori fotografici. Imprescindibile resta la cortesia [l’obbligo] di segnare il nome dell’artista sul retro di ogni foglio per evitare gli ignobili plagi. In internet si parlava subito di netiquette, un termine ingenuo nella consapevolezza delle tante canaglie circolanti nelle reti sociali.

 

Non amo più, inoltre, come fino alla fine del Novecento, identificarmi nei filoni letterari e delle arti visive noti come poesia concreta, poesia visiva, poesia sonora [questa, però, nel versante musicale e spettacolare della performance, del teatro], nuova scrittura, “scrittura asemantica” [in seguito “asemic writing”], fluxus, non per ripudiare tutta la produzione passata, bensì per tentare di sperimentare i percorsi proponibili quasi ripartendo dal grado zero o con continuazioni irriverenti, con le variazioni delle premesse, un’impresa ardua, forse impossibile, e tuttavia non vorrei nemmeno bloccarmi nel vicolo cieco della maniera e della ripetitività, tantomeno del decorativo, per il momento indicati con una formula riassuntiva: graffiti mentali e graffiti domestici. L’approccio critico consiste nella simpatia o nell’antipatia, assumendo un atteggiamento di accoglienza e di aspettativa o, al contrario, di rigetto. A dimostrazione dell’autenticità del mio percorso nella direzione di un eclettismo delimitato.

 

Parallelamente, ritengo encomiabili le istituzioni, le fondazioni, gli archivi, le biblioteche, i musei, i singoli appassionati, focalizzati sulle tendenze d’elezione, letterarie e delle arti visive, con collezioni conservate con cura e potenziate con acquisti e/o con donazioni.

 

ottobre 2021

 

anche la natura diventa una merce sofisticata, di fatto e nella propaganda ridotta a un pretesto per il dominio della tecnologia che nella perenne corsa del progresso inizia un'involuzione senza ritorno

 

novembre 2021

 

lo spirito di sopraffazione innato trova il massimo livello di concentrazione malevola: se si verificano le condizioni favorevoli i politici e i governativi cambiano casacca e diventano autoritari – il golpe, il golpe bianco, et coetera

 

 

Carlo Pava

diari sconnessi

Apocalypsis cum Figuris

 [5.continua…]