Aurélia R. Steiner. La libido ammašcante 📖 I libri di Uh Magazine

 

(...) Avvenne poi che, in un numero di quel mensile successivo alla creazione del test, i disegni espressamente preparati per quel mio test apparvero sullo stesso rotocalco a illustrare un qualsiasi testo, dentro quel mensile per adulti: erano disegni che erano stati abbinati agli attanti usati nelle domande, per cui, ne ricordo uno in particolare, c’era una nota attante dello spettacolo, romanticamente maritata, che mentre interagiva sessualmente, metti, con Garibaldi e poi, forse, a seguire, qualche altra decina tra i cosiddetti 1000, l’autore del disegno-fumetto le mise in bocca: “Oh, Gaudio!”.

La co-presenza, tra disegno e test, e gli stessi attanti dell’autore del test, e il suo nome proferito dall’attante femmina in godimento con Garibaldi, che, oltretutto, fu, nella sua giovane età, uno degli attanti più patagonici per farsi costante analemma esponenziale del mio oggetto “a”, a dirla con Lacan, è il legame istantaneo, e tuttavia separato, tra il mio fantasma e forse anche di quello di quella “cantante”, del disegnatore, non certo di Garibaldi, se non di un suo discendente o discendente da qualcuno di quei 1000, fu allora che la non pubblicazione di quel test, con quei disegni appositamente fatti per esso, si risolse in una sorta di pesce tipografico invertito: come se fosse quel disegno stesso la raffigurazione del tilt, lo svelamento dell’ E’ questo! che portava al godimento , come co-presenza, e a distanza, sia quella cosiddetta cantante che questo cosiddetto autore deprivato del test non pubblicato.

Viene accostato, con la co-presenza del pesce tipografico invertito, il nome della cantante a quello del poeta, ed esprime una quasi incoerente ma titanica vocazione di gaudio, per via anche dei mille relati dal nome Garibaldi. Siamo nel labirinto del (-phi) e dello spirito, della storia e dello spettacolo, le interiezioni del corpo e quel gaudio cantato anche col nome della felicità.

L’opera in questa co-presenza, dell’autore del test, dell’attante che coniuga nel gaudio il vocativo del suo (-phi), che, una volta disegnato, e, tolto dalla frase sintagmatica, è come un haiku, un contro-haiku anzi: ingrandisce lo stato patagonico dell’attante che è analemma esponenziale dell’oggetto “a” del poeta autore del test; rende pubblica la vocazione del gaudio, in quel modo, è ipertrofico il dettaglio, il pesce tipografico del disegno spostato e usato in un altro Dasein e comunica, certo in modo enigmatico, ma anche gergale, la relazione tra quell’attante, quel poeta cosiddetto con quel nome che lei urla nel farsi fottere alla garibaldina, altro che Foutre du Clergé de France, un neutro deittico, il neutro garibaldino per il gaudio di quell’attante, tale e quale, precisamente così, come se fossero nel piacere singolare in co-presenza: è il contrario di ogni reale e di ogni storia, disegnato esattamente, svela la donazione folle di senso, ma è la naturalità del gaudio, cantato da chi quando cantava non fu mai nel paradigma di una illimitata e negligente felicità. Nel test inedito, è nel residuo del neutro garibaldino, oggetto fantasmizzato, in virtù del gaudio, a mille!

📖Aurélia R. Steiner. 

La libido ammašcante

I libri di Uh Magazine 

Collezione Aurélia Steiner

15x15;128 pp; edizione riservata, numerata e firmata