Diario vs Foglione "dado tutto bianco" - Carlo Pava

 


Carlo Pava

diario

Il progetto del foglione-bollettino "dado tutto bianco" mi sta portando fuori equilibrio, lo sento irrilevante nell'attuale contesto socio-politico e letterario-artistico. Un barlume di saggezza mi spinge a desistere, malgrado la brutta figura con gli autori invitati, per destinare le forze psico-fisiche alla concentrazione esclusiva nel percorso personale già tracciato, con collaborazioni, se apprezzate, con i titolari delle iniziative esistenti, valide e collaudate.

14-16 ottobre 2023



Supponiamo veritiera e reale la sensazione di trovarci in un nuovo regime nazi-fascista di stampo occidentale [quello della dominazione USA-NATO-Israele-UE]. Come nella prima metà del Novecento e durante tutta l’epoca della “cortina di ferro” fra ovest ed est e della guerra fredda fino alla caduta del muro di Berlino e della conclusione della Russia Sovietica [aggiornata in una legittima Nazione sovrana], ne consegue, a parte la rete virtuale, una rete capillare di informatori e spie in ogni associazione, in ogni gruppo con finalità ricreative, in tutte le sedi dei corsi dell’educazione permanente? Di sicuro i servizi segreti non lesinano nei costi del loro mantenimento in attività part time o a tempo pieno: i successori dell’OVRA e della STASI. Mentre l’intelligence americana non ha mai smesso di interferire e di tenerci sottoposti alle multiformi strategie della tensione, superfluo citare una presenza ineluttabile e intenzionata a perpetuare di fatto le distopie post-“1984”.




l’allegria senza pastoie in un bunker per autodifesa

Da tre o quattro anni, in effetti, smaniavo con la follia di cedere una parte delle mie opere e delle documentazioni in donazioni ad archivi pubblici e 


a musei di prestigio, anche a singoli ex collezionisti o a ex galleristi decisi a prendere atto dell’attuale situazione di stallo, soprattutto in Italia, a ex mercanti in pensione e tuttavia ancora sulla breccia con organizzazioni di mostre permanenti e curatele. Alcuni mi gratificavano di loro spontanea volontà e al di fuori delle aspettative. Tutto per ragioni di età: alla mia età giungeva il momento di pensare di abbandonare i bagagli per la futura memoria, agli 


eredi per continuità familiare alla lontana o di recente acquisiti con nomina personale. Ma all’improvviso, frenando, mi sentivo incline a non preoccuparmene più di tanto, per vocazione caratteriale inadatta alle frequentazioni non reciprocamente simpatetiche [con spontaneità da ambo le parti, senza calcolo opportunistico nelle interazioni e nella gestione di una carriera]. Innanzitutto, molto di già piazzato stava al sicuro [secondo la volontà del Cielo, sia pure nell’incognita delle distruzioni terra terra o apocalittiche]. Poi, da dire, dietro il paravento di una stasi apparente, quasi un luogo comune o un 


cliché approssimativo e superficiale, si presentavano i singoli ammiratori [questa parola mi faceva arrossire, da sostituire con “estimatori”], pochissimi ma per me preziosissimi: i veri amici [con i loro consigli e il loro supporto per indurmi a migliorare e a definire l’“immagine” d’autore difendendola], i Mecenati senza questo nome, gli acquirenti defilati, i sensibili coscienti della ricerca continuata dopo la fine del Novecento e curiosi di scoprire le caratteristiche del trentennio del 2000-2030 con o senza radici nel secolo precedente.

nel mio studio di Milano, due scatole, una trouvée [un ready made] e l’altra realizzata da un rilegatore negli anni settanta, piene zeppe di riproduzioni di mie opere in diapositiva, per lo più libri d’artista

una mia pagina in cromolitografia inserita in “scrittura attiva – dodici processi di scrittura”, una scatola-antologia in 100 esemplari, a cura di Ugo Carrega, s.d. [1981]

tre vignette digitali che ho realizzato dal 2009 in poi

una locandina del 1941 ca. attribuita a Gino Boccasile [Museo Nazionale Collezione Salce, Treviso]