La dottrina del ponte
e la tecnica 17/54
di Carolina Kostner
di Carolina Kostner
by V.S.
Gaudio & Gaudio Malaguzzi
1.- Di tutte le
meraviglie della natura, tolto l’albero d’estate che è più notevole per Woody
Allen, e il Marcuzzi, che, stando al Poeta, è quella la meraviglia, difatti si
chiede spesso: Quest’albero è un abete rosso o un pioppo? Oppure il Marcuzzi[i] è una sequoia gigante ? E
quando gli si risponde che è il nobile olmo , e naturalmente, lui non essendo
una creatura della natura come un picchio, non poteva riconoscerli, tutti gli
alberi, in un lampo, ha pur sempre fatto
una figura di merda, ma seppur un po’ afflitto comincia a chiedersi: Ma perché
un albero è tanto più incantevole di un tergo di legno? Si rivolge finanche al
cielo: Non è dunque il Marcuzzi una presenza gloriosa, la sua muta
testimonianza di un’intelligenza più grande di qualsiasi altra che esista sulla
terra, e in ogni caso maggiore del podice-Loren degli anni sessanta, e quindi
non è esso la macchina dello shummulo[ii]?
Tempo fa un poeta e un morfologo stavano
discettando sull’indicatore intenzionale della pattinatrice italiana Carolina
Kostner e avendo appurato che non solo i boscaioli, che stanno per abbattere
alberi e notano che ci sono incisi sopra due
iniziali e un cuore con una freccia e attorno sull’erba giacciono
residui organici che testimoniano che la natura non è immune dall’insediamento
umano, come anche i camionisti, i musicisti, gli scrittori di romanzi, anche
gli scriventi dei gialli, e i barbieri, i salumieri, i cronisti sportivi della
televisione e della carta stampata, i finanzieri amano di questa figura il
taglio della bocca e del naso, vi vedono un punctum
che ti fa deporre l’ascia e usare la sega per sbatterlo giù, l’albero, e non
sanno che cosa dire, né, come il poeta, rivolgersi a Dio e domandargli: “ Che
cos’è questo indicatore intenzionale, questo connotatore ridotto, che questa
pulzella un po’ italiana e un po’ tedesca agita dinanzi all’occhio del
visionatore?” Arriva il morfologo e con calma gli dice: Quello che passa e non appare,
nell’esibizione di Carolina, è la parte
maledetta, che, come stesse giocando nell’ I Show up for You people Adults
dello psicologo transazionale Eric Berne, è talmente al livello dell’apparenza,
anzi è talmente, sfrontatamente, in mostra che è costantemente invisibile. La parte maledetta, che è fisiologica nella
giovinezza, è una sorta di senso ottuso
che c’è in un programma, anche in corpo, in questo caso, in cui non c’è posto per l’amore, e forse
nemmeno per il piacere. Il personaggio, quando è giovane, e pattina, si
esibisce, come se giocasse sempre all’ISUFYPA di Berne, ha un sentimento di sé fisiologico che le dà
sempre una sorta di aria ottusa, radicalmente ottusa, che è paradigma quasi
somatico della sentimentale infinitista,
come la intendono i caratterologi francesi: Emotiva,
non-Attiva, Secondaria, come assetto di base, che, nell’esercizio fisico e
visivo, è per forza di cose speculare all’assetto primario, in cui è Emotiva, non-Attiva, Primaria.
Vedendola così, con quella bocca, il naso, il corpo normoparalongilineo di 5
piedi e 7 pollici, con un patagonico podice
ectomesomorfo, la sentimentale infinitista, tra gli
impliciti, i non-detti, i sottintesi, le allusioni, le omissioni, le
presupposizioni tendenziose, ha sempre un qualcosa, lo vediamo, adesso si sta
immobilizzando radicalmente in più di una immagine della pattinatrice, che è un
indicatore intenzionale , cioè un
connotatore ridotto allo stato di indicazione che può significare soltanto l’ intenzione significante, e quindi l’esibizione, nell’angolo dovuto,
dell’attributo (fisico e psichico, psicosomatico) connotato, che è così che viene a significarsi, carnale e visibile, come punctum,
quel qualcosa che è trapelato
nell’esibizione, nel gesto stesso, e ne
investe il significato, tanto che, come fece Gombrowicz per il suo personaggio Henia[iii], non possiamo non
esclamare sedotti “Però , la briccona!”
E’ questo che c’è tra il suo assetto ectomesomorfo, il suo indice costituzionale, l’ indice del pondus, e la faccia, e l’esercizio fisico, un’infrazione
dell’ordine che spezza la trama dell’esibizione, vi si insinua, come una sorta
di non detto, che , nel silenzio dell’istante, l’ indicatore intenzionale, il punctum
insomma, fa carne sulla pulsione della sentimentale infinitista, tutto resta
senza risposta, ma è già stato scritto, o, meglio, nella trappola della
fotografia, è già stato immobilizzato, ed è allora è questo pondus patagonico
che fa passare al meridiano del visionatore, come se fosse il personaggio di
Gombrowicz che, da sentimentale
infinitista, lancia ora una sfida al
lettore dopo aver manipolato e sedotto l’autore: “Ebbene, è questo che vuoi
vedere, questo angolo a cui piego la mia libido, tanto che da adesso sarò per
te una sentimentale dissoluta?”
2.- La pattinatrice è alta 169 centimetri
e indica un peso forma attorno ai 60 chilogrammi.
È, per l’altezza, al limite esatto dello
stato normolineo, può essere vista come paralongilineo e, più ragazza,
longilinea: il peso che statuisce il
tipo mesomorfo è compreso tra 59 e 64 chilogrammi; in ragione dell’aumento del
peso, aumenterà anche l’indice costituzionale normolineo da 53 a 56.
Calcoliamo l’indice costituzionale di
Carolina[iv]: 1) hips o podice 91 cm x
100 = 9100 : altezza 169 cm = 53.84; 2) hips o podice 92 cm x 100 = 9200 : 169
= 54.43.
Calcoliamo l’indice del pondus di
Carolina: 1) altezza 169 – (hips 91+peso 60=)151= 18; 2) altezza 169 – (hips 92
+ peso 60=)152= 17.
Allo stato attuale in cui stiamo
scrivendo, riteniamo più vicina all’assetto morfologico della pattinatrice la
variante 2: per cui, avrebbe un indice del pondus pari a 17(che è più che alto, essendo la forchetta del
valore alto da 20 a 12, e più decresce , più il valore si innalza); e un indice
costituzionale pari a 54.43, che la rende una normoparalongilinea piùchemesomorfa (l’indice mesomorfo va
da 53 a 56).
L’ indicatore
intenzionale , che è il vettore o il punctum
dell’intenzione significante, e che ha questi due indici corporei, commutato
nella tavola numerica del sistema gancio della memoria darebbe al visionatore
la parola o il breve sintagma, sintagma nominale o verbale, che condensa la
parte maledetta, o l’indicibilità dell’amore, che seduce l’oggetto a
che passa al meridiano del poeta o del visionatore: in italiano, il sintagma
ottenuto con l’indice del pondus e l’indice costituzionale, 17/54, potrebbe
essere “ToCco LoRo”[ T è,
nell’alfabeto del sistema gancio della memoria, 1; C(c)o è 7); L è 5; R è 4],con evidente significato: la pattinatrice “tocca loro”, tocca
i visionatori, c’è in atto la pulsione tattile della pattinatrice; o anche “Tocco l’oro”, “Tocca l’oro”, e
badate bene che, fino a che la Kostner non va su di peso, o il pondus non le
cresce, l’oro, non c’era niente da fare, non lo toccava. E anche se quando era,
come indice costituzionale, sul valore-base 53, pur essendoci la
“lama”(l=5;m=3: perciò “lama”) nei pattini da ghiaccio, non si dimentichi che
l’indice del pondus era più basso, quindi 18 se non 19, e perciò, in
corrispondenza della “lama”, avremmo avuto solo un po’ di “tifo” se non di
“tuffo”(quando la ragazzina non faceva che cadere).
In tedesco, il 17/54 può dare : Deck, 17,
che è “ponte” connesso a Lehre, 54, che è “teoria”, “dottrina”, e quindi avremmo
la “teoria del ponte”[v], che imbecca alla
perfezione il connotatore ridotto della Kostner, la giovane donna è tutta una
attualizzazione o una messa in pratica della “teoria del ponte”; la “briccona”,
ve la ricordate Henia di Gombrowicz,
Heniutska?, renderebbe ancora più silenzioso e patagonico il suo indicatore
intenzionale con “Doch”, “come no!”, 17, abbinato a “Lehre”, “teoria” o
“dottrina”,
per farne la “dottrina del come no!”: “Vuoi vedere questo, vuoi davvero questo pondus, questo ponte infinito? Come no!” Che si connette alla “teoria della banchina qui e là” in questo modo: “Da”, 1, che è “là” ed è anche “qui”; “Kai”, 7, che è la “banchina”; e “Lehre”, 54, che è sempre la “teoria” o la “dottrina” della nostra patafisica sentimentale dissoluta.
per farne la “dottrina del come no!”: “Vuoi vedere questo, vuoi davvero questo pondus, questo ponte infinito? Come no!” Che si connette alla “teoria della banchina qui e là” in questo modo: “Da”, 1, che è “là” ed è anche “qui”; “Kai”, 7, che è la “banchina”; e “Lehre”, 54, che è sempre la “teoria” o la “dottrina” della nostra patafisica sentimentale dissoluta.
[iii] Cfr. Witold Gombrowicz, Pornografia, trad.it. Bompiani, Milano
1972.
[iv] Vedi: Materiali
e indici morfologici per una somatologia dell’immagine, in: V.S.
Gaudio, Oggetti d’amore. Somatologia
dell’immagine , Scipioni bootleg, Viterbo 1998.
[v] Per il “ponte” non ci
sarebbero problemi nemmeno cosmogonici, visto l’assonanza perfetta di Saturno e
Marte con Sole e Urano, e per di più attraversando il segno del ponte(Saturno e
Urano in Sagittario complementari a Luna e Chirone nei Gemelli). Per il “ponte”
come somatizzazione delle varie tecniche del pattinaggio, altro che “doppio
tre”, “contro tre”, “otto contro tre”, lei , con la dottrina del ponte, fa 17
contro 54, che , altro che doppia croce di Malta, con un pondus simile Carolina
fa il ponte di legno e di pietra, ad arco, fa il ponte girevole, sospeso,
levatoio, e in più rinfianca, fa la volta, la pila, il pilone, il pilastro, il
piedritto e, infine, spalletta, spalla e campata. Che, stando agli indicatori
del suo cosmogramma, oltre che avere la struttura in acciaio degli indicatori
del ponteggio, la pietra, l’acciaio e il calcestruzzo, la carne del tergo, per
intenderci, è tutta fatta dalla sospensione e dal movimento di Mercurio in
connessione con Plutone, nel segno del podice, lo Scorpione, che è l’indicatore
intenzionale più silenzioso e più patagonico, quello che fa impennare
continuamente l’oggetto a al meridiano del poeta, o del
visionatore.