La chiave
perduta della collezionista di chiaviÑ
Mini-Lebenswelt con Arno Schmidt │Scambiodichiavi ─ 2
Di nuovo lei sedette, e di spalle:
tienimi per i gomiti, poi per la chiave e l’incavo delle ginocchia,
tra 12 e 33, forse chiudiamo con la 31…
sarebbe una inchiavardata a spranga, no? 98, a dire il vero, viene sera anche per via della pecorina cui rimanda come (9+8=)17 : mi darai quale chiave di volta in volta per arrivare sempre a 98 (se non a 96 o a 100: pertanto: 9+6=15; 10x10=100) e per dormire nel tuo fantasma della cavalcata a rovescio o del mondo aperto e rovesciato 10 volte spalancato e 10 volte sigillato ?
tienimi per i gomiti, poi per la chiave e l’incavo delle ginocchia,
tra 12 e 33, forse chiudiamo con la 31…
sarebbe una inchiavardata a spranga, no? 98, a dire il vero, viene sera anche per via della pecorina cui rimanda come (9+8=)17 : mi darai quale chiave di volta in volta per arrivare sempre a 98 (se non a 96 o a 100: pertanto: 9+6=15; 10x10=100) e per dormire nel tuo fantasma della cavalcata a rovescio o del mondo aperto e rovesciato 10 volte spalancato e 10 volte sigillato ?
Dietro questa semplice ripetizione che cosa si cela?- le chiesi.
- Una ricetta per chissà quale catastrofe che mai sia apparsa sul nostro
pianeta in milioni di anni e che di sicuro porterà all’estinzione la nostra
specie e quella degli altri, compresi i fabbri delle chiavi.
E perciò, le chiesi solidale: - Che chiave hai perduto?
- La mia chiave.
- E dove pensi che ti sia caduta, di là nel fondo del pantano di Villapiana
o di qua nella gora che passa dinanzi all’aranceto di Mia Nonna dello Zen?
- No, non qui, là dietro; solo che là dietro è dietro di me…e non ci arrivo
con le mani, che, tu l’hai detto, sono attive e necessarie, di quel tipo lì che
a tirar su il (-phi) a un poeta sono il "non plus ultra".
- Per questo, amo l’incavo delle tue ginocchia che ci porta alla soluzione
di sempre, anche se il fantasma rimane nel luogo sbagliato, che, quantomeno,
non è quello illuminato, che ne dici, troveremo un’altra chiave, ancora la
stessa, a che gioco giocate?
Metti che venga a chiedercelo quello della
psicologia transazionale, Eric Berne: è garantito, è una bella ricetta, ma è anche nevrosi:
metti che io peschi la chiave 17 o tu sempre quella del mondo aperto rovesciato che è la 15;
metti che io peschi la chiave 17 o tu sempre quella del mondo aperto rovesciato che è la 15;
e tu te ne vai alla finestra, guardi fuori, ti giri e:
- Facciamo che sia
la 32, ci stai?
- Tu pensi che esista un’unica soluzione possibile, consentita, ragionevole,
sensata; e in quanto tale : 17+15, la chiave perduta, sarebbe ancora la stessa,
no?
- Che essendo quella della serratura della giocosa, allora capisci perché sarebbe una delle più efficaci e
funzionali ricette per le catastrofi che mai sia apparsa sul nostro pianeta, o
su questa landa desolata della sibaritide?
Tra il tavolo e la parete bianca, una parte, perché a lato c’era una
poesia concreta blu di Franco Verdi e il quadrato blu di Carpentieri, mi stava a
guardare come sempre tranquilla nei suoi jeans e con le scarpe Superga blu dell’altra
volta quando l’avevo afferrata e tenuta per i gomiti stando con le ginocchia
nell’incavo delle sue; il suo naso quasi di pietra come quello di Mia Nonna
dello Zen, e pensai che sarebbe stato agonistico cacciarla lungo il sentiero
nel bosco e lei che si buttava a capofitto nei cespugli dei nocciuoli che qui
manco a parlarne, e allora la velocità aumentava ancora e lei nei suoi jeans
color cielo e tutto a un tratto ero con le mani che sentivo il tergo di quella
ragazza così veloce quasi quanto Alenka Bikar negli short blu della Slovenia,
e:
- d’accordo, che sia quella della giocosa
la chiave perduta, da lì sai che bagliore ainico nel silenzio prima del
temporale,
e poi: - chi cazzo se ne frega se stiamo lì ad aspettare che piova e,
invece, niente…nemmeno una goccia…Sai, ho trovato un mazzo di chiavi
arrugginite, senza numeri e non so che cosa potrebbero aprire…
e: a guardarla
ancora, là contro la porta a vetro che dà sul bosco del Torinese, di culo:
- stai
soppesando la tua chiave perduta? mi venne di dirle.
- E queste tue chiavi…ricorderai qualche numero e là dentro che oggetto “a”
hai rinchiuso?
Come se niente fosse, nel silenzio che poi sopravvenne, la chiave perduta,
la sua la trovammo nel mazzo…e scrostando un po’ la ruggine, su quel chiavone,
si poteva riconoscere il numero 32.
Quella che adesso pensavo che avesse il podice di Alenka Bikar, pur non
essendo slovena e bionda, guardò prima la chiave, poi me; di nuovo ancora la
chiave, e la prese in mano. Lentamente un tenero rossore coprì il suo viso. -Ah,
è così…eccola la mia 32, disse esitante, e guardando un po’ fuori, un po’ la
parete di prima con il quadrato blu, e io sentivo l’arco del podice suo celeste
che si tendeva fino al piede destro nella Superga blu:
-Una volta avevo la
chiave di una velocista così lenta e adesiva per il visionatore che si arrugginiva almeno tre giorni alla
settimana al meridiano sul mio oggetto “a”. E stava sempre con queste tue
Superga blu, che mani attive e necessarie aveva anche senza l’armatura blu slovena
della corsa, che patalubenica (1)!
(1)
E’ davvero patafisica l’azione sintomatica della
chiave perduta: il 32 della Giocosa è la stessa chiave della patalubenica,
almeno per il poeta-visionatore: difatti, avendo il numero 155 in quel passaggio al meridiano del poeta,
sottraendo il multiplo di 41, tanti sono i numeri delle chiavi del Foutre adottato per i piaceri
singolari , che cosa abbiamo? 155 –[ 41x3=]123= 32! Il poeta si siede e la ragazza della chiave
perduta si siede a cavalcioni sul poeta. Tra carezza e gabbia, o se vogliamo
serratura, lei ritrova la chiave perduta, è la chiave del gaudio.
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