Giancarlo Pavanello ♪ Sgrunk Sgrunk Sgrunk e il tramonto della poesia sonora


Carlo Pava
SGRUNK
SGRUNK
SGRUNK
nel XXI sec. D.C.
Edizioni SIMPLE
Macerata 2019
f.to 14x10 pagine 70





la cosiddetta poesia sonora...è ufficialmente tramontata:pagina 42
sgrunk sgrunk sgrunk
è notorio che noi giullari
poeti artisti e saltimbanchi...:pagina 43

l'asfissiante cultura piatta:pagina 48
sgrunk sgrunk sgrunk
lo stress di organizzare qulcosa...:pagina 49

pagina 69:
per V.S. Gaudio
Carlo Pava

Il mondo di vetro e l’industria culturale di Sgrunk Sgrunk Sgrunk
Mi venne, prima, da pensare un po’ allo specchio universale di Merlino, “rotondo e cavo e somigliante a un mondo di vetro” e, come riferisce Jorge Luis Borges[i], anche ai precedenti meri strumenti d’ottica. Certamente, Sgrunk Sgrunk Sgrunk non potrebbe mai essere connesso allo specchio attribuito, dall’Oriente, a Iskandar Zu al-Karnayn, o Alessandro Bicorne di Macedonia, ma mi fa pensare al fatto che i fedeli, che si recano alla moschea di Amr, al Cairo, sapevano bene, e lo sanno ancora?, che l’universo, e quindi Sgrunk, è racchiuso nell’interno di una delle colonne di pietra che circondano il cortile centrale…Cosa riporta Borges? “Nessuno, certo, può vederlo, ma chi accosta l’orecchio alla superficie afferma di percepire, dopo un po’, il suo incessante rumore”[ii], manco se fosse la cosiddètta “cozz’ammùmmula” in cui, come riferii in quell’aiuola in quella primavera a Milano a Nadia Campana[iii], si percepisce il rumore del mare(forse anche dello Ionio stesso). Abenjaldún ha scritto: “Nelle repubbliche fondate dai nomadi, è indispensabile l’opera di forestieri per quanto è arte muraria”[iv]. Esiste dunque Sgrunk all’interno di una pietra? O meglio: è visibile sul muro, e Pava l’ha visto quando vide tutte le cose, e l’ha dimenticato? O la sua mente, come la nostra, è porosa per l’oblio; io stesso sto deformando e perdendo, sotto la tragica erosione degli anni e dell’industria culturale, i tratti di Aurélia Steiner, e quindi vado ad orecchio a volte, che ci posso fare? Sgrunk Sgrunk Sgrunk, invece, che non fa performance né poesia sonora, non vi insuffla nell’orecchio: “Signore e signori…ecco a noi la Repubblica dei Ratti”[v]?
E mi venne, poi, da pensare un po’ al Nurk di Woody Allen, che è “un uccello lungo cinque centimetri che sa parlare ma continua a far riferimento a se stesso in terza persona”[vi]. La mitologia persiana, riferisce Allen, sostiene che se un Nurk appare sul davanzale al mattino un parente riceverà un’eredità o si romperà le gambe giocando a tombola. Zoroastro stesso ricevette un Nurk in regalo per il suo compleanno. Pensate un po’ se avesse ricevuto uno Sgrunk travestito in regalo per tre compleanni di fila:”Siamo poetesse, siamo donne, siamo brave, siamo belle, siamo sante”[vii]…Cazzo, allora sì che sarebbe stato innegabile la presenza del Nurk e dello Sgrunk nella mitologia babilonese, che è, paro paro, alla mitologia culturale milanese?!v.s.gaudio



[i] Cfr. Jorge Luis Borges, L’Aleph, © 1952, trad.it. Giangiacomo Feltrinelli Editore, Milano ,”Universale Economica” n.334, 19 ottobre 1979: pag.170.
[ii] Ibidem.
[iv] Ibidem.
[v] Carlo Pava, SGRUNK SGRUNK SGRUNK, Edizioni Simple, Macerata 2019: pag.51.
[vi] Cfr. Woody Allen, Bestiario, in:Idem, Citarsi addosso, in “Tascabili Bompiani” n.184,Milano  10 marzo 1980.
[vii] Carlo Pava, SGRUNK SGRUNK SGRUNK, ed.cit.:pag.29.