◊ Druuna © Paolo Eleuteri Serpieri
SIGMAPOST 18
Lo spirito aspro del Dasein
LA CIFRA "I"
DI QUELL' IRA LONGUBARDA |
Ah – disse De
Gaudio: e quell’Ira …Longubarda?
A posteriori da quel 4° grado di
Berne...
si continua così a farle lo shummulo
non ne fece il poeta-visionatore un eterno canto
come se fosse quella Druuna dentro la lingua indicativa,
talvolta anche denotativa essendo così disegnata ed esatta
anche nei concetti della teoria dell’asimmtria
del cervello,
che è questo che ci vuole per i
piaceri singolari, e anche plurali,
la sinistroemisferica[i] la
lingua della scienza per disegnare ,
anche nelle notti senza vento o nell’eterno
canto di uccelli
non solo nelle foreste vergini, non
la cima riflessiva di un monte
ma la delizia del trunânte di quell’Ira
longubarda e ammašcata[ii],
non sovra i tetti e anche se fosse in
mezzo agli orti,
o nei boschetti pieni di pigne
grosse,
lei dice: “gruōsse” →‘a
pīgna gruōssa”-
o:→grànnara
quella giovane attante di quel culo,
il cosiddetto trunânte, come se fosse
Druuna,
esattamente – disse Gaudio: per via
del fatto
che alla scienza cosa interessa→ la verità o l’efficacia?
Che cosa contano le interpretazioni e
le spiegazioni
in quanto tali, ma solo il fatto che
ipotesi immaginarie
gettino ponti immaginari verso
risultati concreti,
e solido sarà allora il cosiddetto
nostro gaudioso (-phi),
come se fosse così alto al meridiano
della sua immagine del mondo
quel giovane
deretano tutto rinserrato e contro
lo Stellium di Attila[iii],
o il cosiddétto punctum,
del poeta-visionatore, di colpo così
all’improvviso
fu a quel punto
di nuovo in scena, tutto era ovvio,
d’altra parte VS, versus Irae Culum o Iraenates,
bisognava
averlo scrutato per non averlo visto,
anche se non
scrutandolo quel culo o la cosa
il poeta-visionatore quando avrebbe potuto
rivederlo
come se fosse quel determinato, esatto
tergo longobardo
→ il trunânte, cosiddetto, di Druuna
così morfologizzato
da Eleuteri Serpieri?
L’efficacia di Druuna vs dell’Ira ammašcata
quell’Ira
che infiniti orgasmi
addusse all’acheo
che quante volte
non poté non
ricordarsi di quel
tergo in
modo assoluto, altrimenti non sarebbe
più
esistito, l’esistenza è al di fuori di noi,
e della
carne di quel culo d’ Ira, essendoci
spinti così
lontano come ci siamo spinti adesso
nei pensieri
e allora a mano nel gabinetto
di quel
fabbricato al mare, dobbiamo trarne
le
conclusioni e interrompere questi pensieri
o questo
pensiero in cui quel deretano ci ha
reso
possibile spingerci così lontano
versus quel Gaudio a Longobardi
versus questo Gaudio nel Delta del Saraceno
versus quel Gaudio e questo
quell’ Ira e
quell’ Uris che venne non solo nel Delta
poiché ogni immagine del mondo, tuttavia
quel
deretano, consiste solo di invenzioni
come se , si costruisce in questo modo una
nuova
realtà, come se, premesso che tale
invenzione
sia accettabile per chi ne ha
interesse,
vale a dire che essa non contraddica
in modo
troppo stridente quell’attuale costruzione
della realtà
del culo longobardo,
esattamente quella
domenica, a meno che
non fosse
sabato, anche nel suo rombo
di Lacan mai a ficcarci dentro roba come
se fossero→ negazioni: →non, →mai, →da nessuna
parte, →impossibile, e decine di altre da non
dire, non fare, o →mai a pensarci,
Ira, quell’Ira
molesta che infinite erezioni
addusse non
solo all’Acheo
altro che
non dimenticare, era tutta
nel copione
del “ricordati di…”
che è una formula positiva vigente
nella terapia
ipnotica del Mental Research Institute
per quel punctum di Attila, scrisse il poeta,
l’efficacia
ampia,quel→ “trunânte gruōssu”
risultato
concreto della scienza esatta
tanto che
venne a disegnarlo anche
Eleuteri come
se fosse quell’Ira longobarda
il cosiddetto
“trunânte
loncubârdu”
che da
nessuna parte può essere
→così efficace, →mai se ne potrà
costruirne
una realtà
se non
ricordandolo quel poeta
nei suoi piaceri singolari
e di conseguenza
– gli fece De Gaudio, che per quell’esserci
a posteriore
da anni si fecero canti e battaglie dei gesuiti
anche la
notte dolce e chiara e senza vento
o in cima al
Mostarico tra astri argentati
se mi
dovesse sopraffare la stanchezza, disse di botto il
De Gaudio
stesso: voglio tuttavia essere in alto
su per quel
meridiano, anche a cercarle le pigne
gruosse, o
con la luna che di lontan rivela
il paniere
che tu brami, non può che essere
questa una
situazione concreta ben
determinata,
o un atto linguistico constativo
o uno di
quelli per mezzo dei quali
viene fatto
o realizzato qualcosa
→una battaglia gesuitica, o, meglio
ancora,
→un piacere singolare →un’applicazione elegante
nell’ambito
della terapia ipnotica
nella
terapia familiare anche quando
si va al
mare la seduta o l’accovacciata
è sempre ripetibile e possibile
esattamente prescritta e tecnicamente
ristrutturabile con soluzioni improvvise,
impensabili,
magiche e risultati elevati
e sorprendenti
tanto che –
aggiunse Gaudio – non si può
non pensare
al numero immaginario “i”
a cui si
perviene, scrisse Watzlawick[iv],
tramite l’equazione
apparentemente
innocua x2+1=0,
che è impensabile
sol perché
qualsiasi grandezza, divisa
per se
stessa, può dare un valore negativo,
e anche
perché la cifra “i” scaturisce
dalla
patafisica, e impensabile, interazione
tra
immaginario e concreto, così – rivelò
Gaudio a De
Gaudio- è impensabile che
quel trunânte longubbàrdu, il sottoproprio
di quell’Ira
ammašcata, che fu concretamente
in quel
certo Dasein, sul mare a ovest, o
riapparso
concretamente in un altro
esatto
Dasein, sul mare ad est, in quel
lasso di
tempo, fu nel piacere singolare
così
disposto tra i due Dasein
x→142+1=0;
o anche x→222+1=0;
se non con
la “figura del
5” che
scaturisce dal 23(←2+3=5),
la cifra del
trunante non solo longobardo
x→232+1=0
fino allo Stellium di Attila sul grado →91
x→912+1=0
e, facendo
il matematico
De Gaudio,
il calcolo ebbe ad esclamare
incredulo:
oh, se 14, che sarebbe anche
la cifra del
berg di Gombrowicz
cosiffatta da
tur
o tr
o tir se
non tori
o troy,
x→196+1=0;
se 22, x→484+1=0;
se 23, x→529+1=0…impensabile!...
Ma se 91, x→8281+1=0
e allora x2,→8281,=-1
se non 91=Radice
quadrata:-1
è l’irripetibile
numero immaginario “i”
di quell’Ira lungu ‘u bardu?
E’ l’Iratrūna?
[i] Cfr. Paul Watzlawick, Principi ipnoterapeutici nella terapia
familiare, in: P:W., Il codino del
Barone di Münchhausen, trad.it. Feltrinelli, Milano
1989.
[ii] Ci si riferisce alla
cosiddetta lingua ammašcante
dei quadarari. Cfr.V.S. Gaudio, Il
furguwune silano→
Uh
Magazine 2012/11.
[iv] Paul Watzlawick, Adattamento alla realtà o “realtà”
adattata?, in : P.W., Il codino,
trad.it.cit.
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